Arriva "Sparkle", il dispositivo spaziale realizzato dai giovani dell'Università di Trento per studiare tempeste geomagnetiche e buchi neri
Selezionato tra i sette progetti dell'Esa Academy, il progetto volerà nel 2026 a bordo della navicella "Space Rider". Il team leader Riccardo Nicolaidis: "Vedere uno strumento realizzato da noi che orbiterà attorno alla terra è un'emozione indescrivibile"
TRENTO. Sparkle in inglese significa scintillare. Ed è questo il nome del dispositivo che verrà progettato da un team di undici giovani - che frequentano il dottorato o studiano all'Università di Trento – per volare nello spazio a bordo della navicella "Space Rider" dell'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea. Il suo obiettivo? Osservare le tempeste geomagnetiche e raccogliere informazioni su alcuni tra i fenomeni più esplosivi dell’Universo profondo.
Unico in Italia, il Team UniTrento è stato selezionato tra i sette partecipanti dell'ESA Academy Experiment Programme, che permetterà ai giovani studiosi di vivere tutte le fasi di una missione spaziale, dal lancio fino al rientro sulla terra.
La partenza è prevista nel 2026 e il rientro sulla Terra non prima di un paio di mesi. Prima, durante e dopo la missione il team avrà tutto il tempo per lavorare fianco a fianco con gli esperti di ESA e veder crescere le proprie idee.
«È la prima volta che questa navicella innovativa viene messa a disposizione per il programma Academy – spiega Veronica Vilona, referente per il team e ingegnera aerospaziale del Trento Institute for Fundamental Physics and Applications – ed il fatto di assistere allo sviluppo di tutte le fasi della missione è una straordinaria opportunità per chi fa ricerca".
A spiegare la genesi e le peculiarità del progetto, nell'intervista concessa a il Dolomiti, è il dottorando e team leader Riccardo Nicolaidis.
"Tutto è nato lo scorso anno con l'idea di partecipare a questo programma e così abbiamo iniziato a scrivere il proposal del progetto – racconta il giovane ricercatore – che è stato poi selezionato definitivamente a febbraio: ora ci troviamo nella fase A e stiamo svolgendo lo studio di fattibilità per risolvere eventuali criticità".
Nel dettaglio, spiega Nicolaidis, "Sparkle è un cubetto di 10x10 centimetri con dei sensori in grado di misurare particelle quali elettroni e protoni che si trovano attorno al nostro pianeta. Quello che si vorrebbe riuscire a spiegare è la cosiddetta metereologia spaziale, il cambio delle condizioni esterne all'atmosfera terrestre che potrebbero influenzare direttamente anche le linee di comunicazione e tutte le infrastrutture che fanno uso dei campi elettromagetici".
Ma non è tutto, perchè il "cubetto Sparkle" potrebbe lanciare il suo sguardo molto più in là, arrivando a misurare anche i raggi x e i raggi gamma provenienti da sorgenti astrofisiche lontanissime come i buchi neri.
"Molti degli strumenti che sono attualmente in orbita e che svolgono questo lavoro – specifica Nicolaidis – stanno arrivando alla fine della loro vita e quindi un ricambio generazionale sarebbe fondamentale per il prosieguo delle ricerche".
Il ricercatore, mantovano d'origine ma trentino d'adozione, sottolinea poi come il team da lui coordinato sia caratterizzato da una grande interdisciplinarietà, che si rivela un vero e proprio valore aggiunto in ottica formativa: "Il progetto rappresenta una vera e propria palestra per formarci nel settore spaziale, un ambito pieno di sfide che possono assumere grande valore anche intrecciandosi con l'industria del territorio".
In chiusura c'è spazio anche per uno sguardo a i suoi sogni personali.
"Quello principale è sempre stato quello di unire la mia grande passione per la fisica delle astroparticelle a quella per lo spazio in generale – spiega Riccardo Nicolaidis – e l'idea di vedere uno strumento da noi realizzato che vola attorno alla terra è un'emozione indescrivibile. C'è n'è poi un altro, un po' più in prospettiva: quello di fortificare e ingrandire, in Trentino, la comunità di chi studia lo spazio. Vantiamo infatti professori universitari di assoluto livello e per questo gli studenti possono crescere, arrivando anche ad intrecciare collaborazioni con le varie realtà sul territorio".