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Mini cervelli artificiali per studiare i tumori pediatrici. La ricerca di Antonica: "Con gli 'organoidi' capiamo come combattere le infiltrazioni delle cellule tumorali"

E' questo il progetto presentato da Antonica, ricercatore nel laboratorio del professor Tiberi al Cibio dell'Università di Trento, che si è classificato al secondo posto per il ''Premio Trentino per la Ricerca'' nell'ambito "Scienze fisiche e ingegneria". L'intervista: "Abbiamo sviluppato un nuovo metodo per studiare le cellule quiescenti, scoprendo che bloccandole, stoppiamo anche l'infiltrazione del tumore"

Di Francesca Cristoforetti - 13 febbraio 2023 - 16:47

TRENTO. Dei mini cervelli artificiali, che riproducono quelli umani, per studiare i tumori pediatrici. E' questo il progetto presentato da Francesco Antonica, ricercatore nel laboratorio del professor Luca Tiberi al Cibio dell'Università di Trento, che si è classificato al secondo posto per il ''Premio Trentino per la Ricerca'' nell'ambito "Scienze fisiche e ingegneria".

 

"Da una parte abbiamo studiato un tumore cerebrale pediatrico usando un nuovo modello di organoidi- spiega -, mini tumori artificiali. Dall'altro abbiamo sviluppato un nuovo metodo per studiare le cellule quiescenti, scoprendo che bloccandole, stoppiamo anche l'infiltrazione".

 

Il tutto ruota intorno ai tumori sui bambini e ragazzi fino ai 18 anni. "Studiamo sotto vari punti di vista i meccanismi alla base della formazione e dello sviluppo di questi tumori - dice Antonica -, in particolare il medulloblastoma, tumore che ha origine nel cervelletto e i gliomi di alto grado, tumori cerebrali aggressivi che interessano il cervello".

 

Antonica, laureato a Milano in Biotecnologie industriali, ha condotto un phd a Bruxelles, dove ha creato la sua prima tiroide artificiale usando la tecnologia degli organoidi. Dopo un post dottorato a Cambridge, nel Regno Unito è arrivato in Trentino per un secondo post doc. "Nel nostro laboratorio siamo interessati a usare le conoscenze per trovare nuove terapie - sostiene il ricercatore -. Il cervello ha una caratteristica peculiare nella sua forma aggressiva che è quello di infiltrarsi, quindi il chirurgo non riesce a toglierlo completamente. Questo può significare che con il passare del tempo c'è la possibilità che ritorni". 

 

L'utilizzo di organoidi si rivela un metodo innovativo per lo studio. "Si possono usare i modelli animali, ma negli ultimi anni abbiamo cercato di creare modelli animal-free eticamente più corretti e anche più vicini all'uomo".

 

Ma che cosa sono esattamente gli organoidi? "Non sono altro che una versione in miniatura del cervello ottenuti da cellule staminali pluripotenti indotte. Modificandoli geneticamente facciamo si che si ammalino e che sviluppino un fenotipo tumorale".

 

Appunto gli organoidi tumorali. Su questo poi si vanno a indagare specifici aspetti, come l'infiltrazione. "Nel mio progetto abbiamo creato oltre a un nuovo modello di tumore pediatrico - conclude -, anche un sistema per studiare e visualizzare specificatamente anche le cellule quiescenti, delle cellule che non proliferano e che abbiamo scoperto essere coinvolte nell'infiltrazione del tumore. Se noi andiamo a targettarle farmacologicamente, riduciamo l'infiltrazione del tumore". Questo potrebbe contribuire a portare a grandi scoperte per il futuro.

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