Migrazione, "il 3,6% della popolazione mondiale si sposta (e per la famiglia)". I dati a 'Visioni d'Europa': "Stranieri in Italia? Il 48% proviene dal nostro continente"
Nell'incontro al Dipartimento di Sociologia è stata fornita un'analisi del fenomeno migratorio in Europa, tra percezione e realtà, con i giuristi Borgonovo Re, Pastorino e la sociologa Piovesan: "In Italia il settore con un maggior numero di lavoratori stranieri è nei servizi domestici e di assistenza alle famiglie che sul totale degli occupati raggiunge il 64%. In agricoltura il 18%, costruzioni 15,5% e in alberghi/ristoranti 15%"
TRENTO. Nel 2020 si parla di circa 281 milioni di migranti internazionali, il 3,6% della popolazione mondiale e l'Europa è la prima regione di destinazione. A fine 2021 il 48% dei residenti stranieri in Italia proviene dal continente europeo. La famiglia è il primo motivo che spinge una persona a spostarsi. Sono questi i dati forniti da Serena Piovesan, sociologa e docente del Master "Diritto e Politiche delle Migrazioni" dell'Università di Trento durante l'incontro "Il sogno europeo si ferma ai suoi confini? Analisi del fenomeno migratorio", svolto venerdì 10 febbraio al Dipartimento di Sociologia.
L'evento si inserisce nel ciclo di incontri organizzato dai giovani partecipanti a Visioni d’Europa, un progetto di formazione promosso dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e dall’Ufficio Politiche Giovanili del Comune di Trento. Focus dell'appuntamento l'analisi del fenomeno migratorio in Europa, tra percezione e realtà, per capire come l'Ue possa impostare una politica efficace e coordinata. Insieme a Piovesan sono intervenuti Donata Borgonovo Re, giurista e professoressa aggregata di "Diritto delle migrazioni" ed Emanuele Pastorino, giurista e tutor del Master "Diritto e Politiche delle Migrazioni" dell'Università di Trento.
Migrante, profugo, rifugiato sono parole diverse per indicare un fenomeno costante della storia umana: lo spostamento di gruppi di persone dal luogo di nascita alla ricerca di una vita migliore. Chi per trovare un lavoro, chi per scappare da guerre e dittature, chi per ricongiungersi ai familiari. "La migrazione è un tema che ci spinge a ripensare l'idea di Europa che abbiamo - dichiara Borgonovo Re -. L'Unione Europea dovrebbe andare oltre gli egoismi dei propri Stati. Ribaltiamo l'Europa della paura, incapace di gestire il fenomeno migratorio e torniamo all'Europa della speranza per costruire spazi e possibilità per i cittadini".
Le motivazioni per migrare sono rimaste più o meno le stesse per un secolo e mezzo, ma il contesto geopolitico in cui si inseriscono è profondamente cambiato, e il dibattito pubblico che racconta il fenomeno migratorio è sempre più disorientante. Davanti a coordinate difficili da decifrare, sembra necessario tornare a interrogarsi sui termini che descrivono gli status di chi emigra, soprattutto a fronte delle conseguenze del cambiamento climatico che trasformeranno quella che per alcuni è "casa" in un luogo inabitabile.
"Emozioni che colleghiamo di fronte a questo fenomeno sono tante - spiega Pastorino -, paura, angoscia e tristezza e hanno una portata cognitiva, che influenza le persone e le loro reazioni. Il diritto prende seriamente in considerazione le emozioni? No, ma è lo strumento che le razionalizza. Oggi di nuovo la reazione a una serie di paure stanno riportando gli Stati a comportarsi in maniera restrittiva".
I DATI
"L'Europa è la regione di destinazione del maggior numero di migranti internazionali, ne raccoglie il 31%, seguita dall’Asia - spiega Piovesan - Stati Uniti, Germania e Arabia Saudita sono le prime tre destinazioni. Rispetto a una ventina di anni fa, la proporzione di migranti sulla popolazione mondiale non è particolarmente mutata, così come l'incidenza della componente femminile sul totale dei migranti. Ad essere aumentato molto significativamente è l'ammontare delle rimesse internazionali, come anche il numero di rifugiati (da 14 a 26,4 milioni) e di sfollati interni (da 21 a 55 milioni)".
Tra i Paesi europei, quale ha ricevuto il maggior numero di richieste di asilo nel 2021? "Circa la metà delle richieste fa riferimento a due soli Paesi - dice la sociologa -: Germania (191circa) e Francia (121circa). Poi Spagna (65mila) e Italia (54mila), Austria (40mila). La Germania nel 2020 ha continuato ad ospitare la più ampia popolazione di rifugiati e richiedenti asilo residenti in Europa (principalmente dalla Siria); seguono Francia e Svezia. La Germania è anche il paese europeo con la più grande popolazione straniera di nascita (16 milioni)".
Proprio l'Istat attesta che a fine 2021 "il 48% dei residenti stranieri in Italia proviene dall’Europa; il 23% Africa; 23% Asia - prosegue -. L’Unione europea è l’area maggiormente rappresentata (28%), seguita da Europa centro-orientale (19%). Cinque milioni di stranieri sono residenti in Italia a fine 2021, ma le dimensioni effettive della popolazione con un background migratorio sono superiori considerando anche una componente non residente irregolare o regolare nel soggiorno ma non iscritta in anagrafe".
Tra le principali cause delle migrazioni la famiglia è la prima motivazione. "I dati sono parziali e preliminary, ma mostrano che tra i paesi Ocse le migrazioni per motivi familiari danno conto del 37% del totale dei flussi migratori permanenti nel 2020. Per l’Italia, un indicatore grossolano delle cause delle migrazioni è la composizione dei permessi di soggiorno per motivo di rilascio: nel 2021, tra i permessi di soggiorno a termine il 42% è per motivi familiari".
Il settore in cui si riscontra un maggior numero di lavoratori stranieri è nei servizi domestici e di assistenza alle famiglie che sul totale degli occupati raggiunge il 64% secondo l'Istat. "In agricoltura il 18%, costruzioni 15,5%, alberghi/ristoranti 15% - conclude Piovesan-. Circa 6 occupati stranieri su 10 svolgono professioni non qualificate o operaie (rispetto al 31% degli italiani)".