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Fem, Unitn e Parco dello Stelvio studiano gli orsi grizzly a Yellowstone: “Sanno adattarsi e potrebbero essere in grado di autoregolarsi a livello di popolazione”

L'obiettivo dei ricercatori, i cui risultati sono stati pubblicati in uno studio sulla prestigiosa rivista Global Change Biology, era di capire come le specie animali più longeve possano rispondere ai cambiamenti e la loro capacità di adattarsi. Per farlo hanno utilizzato i dati relativi alla massa corporea di oltre 400 grizzly catturati, misurati e rilasciati nel parco di Yellowstone tra il 2000 ed il 2020

Di Filippo Schwachtje - 01 giugno 2023 - 12:12

TRENTO. Capire, in un mondo che cambia, come le specie animali più longeve possano rispondere ai cambiamenti per comprendere la loro capacità di adattamento: è proprio questo il meccanismo sul quale hanno cercato di fare luce i ricercatori della Fondazione Edmund Mach, dell'Università di Trento e del Parco nazionale dello Stelvio, studiando i dati morfometrici (la massa corporea) di oltre 400 orsi grizzly catturati, misurati e rilasciati nel parco nazionale di Yellowstone tra il 2000 ed il 2020.

 

La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Global Change Biology, è stata in particolare condotta dalla Fem e dalla Interagency Grizzly Bear Study Team guidata dalla Usgs (l'Agenzia di ricerca federale degli Stati Uniti) ed è partita proprio dalla ricerca di dottorato di Andrea Corradini, oggi postdoc alla Fem. In poche parole, i ricercatori hanno tracciato una relazione tra la densità di orsi e le stime della massa corporea (massa magra e percentuale di grasso corporeo), che fungono da indicatori per le prestazioni individuali per due decenni (2000-2020), durante i quali si sono verificati pronunciati cambiamenti ambientali.

 

Periodo nel quale, si legge nel report, diversi alimenti ad alto contenuto calorico per gli orsi grizzly sono in gran parte diminuiti mentre è aumentato l'impatto delle attività ricreative e allo sviluppo umano. Il tutto considerando anche le variazioni all'ecosistema determinate dal cambiamento delle temperature e dei livelli di precipitazione.

 

In sostanza gli esperti hanno dimostrato che le specie onnivore plastiche, come l'orso bruno, sono in grado di adattarsi ai cambiamenti ambientali modificando la loro dieta in base alla disponibilità di cibo: “Questo – scrive la Fem – ha assicurato la crescita della densità di popolazione nel territorio allargato del Parco. Tutti gli orsi sono attualmente in grado di accumulare sufficiente grasso corporeo per ibernare e riprodursi, nonostante la diminuzione di alcune risorse chiave, come alcuni tipi di vegetazione e trote. Tuttavia, sono emersi degli effetti compensativi a livello di popolazione, definiti 'densità-dipendenti'”.

 

In particolare, ad alte densità di individui le giovani femmine hanno mostrato dei tassi di crescita più lenti, con conseguente aumento dell'età media alla prima riproduzione. Questo a sua volta potrebbe avere un effetto regolativo sui tassi di crescita della popolazione, decrementandoli ad alte densità: “Lo studio – scrive la Fondazione Edmunch Mach – unico nel suo genere, offre importanti spunti di riflessione sui meccanismi ecologici che controllano la popolazione di grandi onnivori, e sulla conservazione dei grandi mammiferi in un mondo dominato dall'uomo ed in continuo cambiamento”.

 

In sintesi “la popolazione dell'orso grizzly dell'area di Yellowstone (medesima specie dell'orso bruno europeo) ha dimostrato buone capacità di adattamento ai cambiamenti”. Francesca Cagnacci, responsabile dell'Unità, aggiunge che “le popolazioni di grandi mammiferi, soprattutto gli onnivori, hanno grandi potenzialità di adattamento anche in ambienti modificati dall'uomo, con possibilità di autoregolarsi”. Solo studi continuativi però, conclude la Fem, permettono di monitorare quantitativamente il rapporto tra animali e ambiente.

 

“L'attuale sfida – dice infatti il leader scientifico dell'Interagency Grizzly Bear Study Team Frank van Manen – è di modellizzare come nel futuro gli orsi possano adattarsi a cambiamenti più intensi e veloci, come il riscaldamento globale e l'aumento delle attività umane”.

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