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Covid, nuove prove sull’origine del virus: “Arrivato dai mammiferi venduti vivi nel mercato di Wuhan”

Due studi pubblicati sulla rivista Science sembrano porre fine alla diatriba sulla nascita della pandemia: tutto sarebbe infatti partito da due lignaggi del virus, A e B, trasmessi dagli animali venduti vivi nel mercato di Wuhan all'uomo

Di Sara De Pascale - 27 luglio 2022 - 12:33

WASHINGTON. Un recente studio pubblicato sulla rivista americana Science sembra porre fine alla diatriba relativa all'origine del ceppo virale SarsCov2: secondo gli esperti, la pandemia, è nata nel mercato di Wuhan.

 

L’indagine condotta guarda in particolare alle prime fasi dell'emergenza sanitaria, concentrandosi sui 174 casi (i primi) identificati dall’Oms nel mese di dicembre del 2019, dei quali 155, spiegano in ricercatori, sarebbero stati assidui frequentatori dell’area intorno al mercato di Huanan (o residenti in prossimità di tale luogo). I casi successivi, invece, sono stati invece identificati in tutta la città di Wuhan e più dispersi rispetto ai primi contagiati, in una megalopoli che conta ben 11 milioni di abitanti

 

Oltre alla prossimità al mercato, che secondo gli esperti ha costituito motivo di contagio nelle prime fasi della pandemia, anche la presenza di volpi rosse, tassi naso di porco e cani procione, animali noti come possibili portatori del virus, all’interno dell’area occidentale del Huanan seafood market, dove venivano venduti vivi o appena macellati alla fine 2019, trasmettendo così in prima battuta il virus all'uomo. Questi, i motivi per i quali il mercato di Wuhan potrebbe essere ufficialmente dichiarato luogo dove è avvenuto il salto di specie e evoluzione iniziale del virus, nonché punto dell’amplificazione dell’epidemia, che ben presto sarebbe divenuta pandemia. 

 

Accanto a questo studio pubblicato ieri (26 luglio) sulla rivista settimanale americana, anche una seconda indagine, che ha ricostruito invece l'albero genealogico di SarsCov2  (FOTO) risalendo ai primi due lignaggi del virus, rispettivamente A e B. Un cammino genetico a ritroso, quello compiuto dagli esperti e che ha condotto i ricercatori a affermare che il virus è stato probabilmente trasferito per la prima volta dall'animale all'uomo tra il 23 ottobre e l'8 dicembre 2019 (verosimilmente intorno al 18 novembre) e una seconda volta nelle settimane successive: "Questi risultati indicano che è improbabile che SarsCoV2 sia circolato ampiamente negli esseri umani prima di novembre 2019 - si legge sul report - e definiscono la finestra stretta tra quando SarsCov2 si è trasferito per la prima volta negli esseri umani e quando sono stati segnalati i primi casi di Covid-19". 

 

Le circostanze della nascita del virus restano oscure, ma rimane tuttavia alta la probabilità che tale malattia fosse da tempo presente nei mammiferi vivi venduti nel Seafood market alla fine del 2019. Animali che, tenuti vicini, avrebbero potuto facilmente scambiarsi i germi, trasmettendoli infine ai venditori o a chi faceva acquisti nel mercato.

 

Due quindi i ceppi da cui sarebbero derivati i vari contagi da Covid avvenuti a partire dalla fine del 2019 e che gli esperti hanno rispettivamente chiamato A e B: la prima trasmissione da animale a uomo è avvenuta probabilmente a metà novembre, suggeriscono gli scienziati e proveniva sicuramente dal lignaggio B. Un lignaggio trovato soltanto nelle persone che avevano un collegamento diretto con il mercato di Huanan.

 

Il lignaggio A, infine, secondo gli esperti sarebbe stato invece introdotto negli esseri umani (da un animale) più tardi, giorni o addirittura settimane dopo l'inizio dell'infezione dal lignaggio B, trovato comunque in pazienti che risiedevano in prossimità del market. 

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