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Ecco Trilogis, come con la geografia si sconfiggono le locuste e si aiutano gli anziani

Seconda puntata del nostro viaggio nel mondo delle startup e della ricerca. Siamo a Rovereto in quella che oggi è una delle aziende leader della tecnologia Gis. Una società poliedrica che riesce a far "parlare" gli oggetti delle cabine del gas e che sta ricostruendo il catasto immobiliare della Transilvania. Il segreto? "Trasformiamo i dati in informazioni"

La "trilogia" dell'azienda con Massimo Barozzi, Gianni Rangoni e Nicola Giuliani
Di Luca Pianesi - 12 ottobre 2016 - 16:16

ROVERETO. Cosa c'entrano la fame nel mondo e le case di riposo, le locuste del Nord Africa e le valanghe alpine, gli impianti del gas e della luce e il patrimonio immobiliare della Transilvania? Centrano, centrano ed è proprio da qui che comincia la seconda puntata del nostro viaggio nel mondo delle start-up. Il fil rouge che li collega tutti è innanzitutto la geografia, meglio il Gis il Geographic information system (un sistema informativo computerizzato progettato per ricevere, immagazzinare, elaborare, analizzare, gestire e rappresentare dati di tipo geografico). Poi c'è la “mano” che ha tracciato questo filo: Trilogis, il tipico esempio di startup che ha preso il volo, che da Rovereto dove dal 2007 ha la sua casa all'interno del Bic di Trentino Sviluppo, è riuscita ad affermarsi nei mercati internazionali diventando una realtà che dà lavoro ad oltre 30 persone.

 

“Tutto è partito nel 2006 – spiega il presidente Gianni Rangoni - da tre persone: io, Nicola Giuliani e Massimo Barozzi. Il nome Trilogis deriva dall’unione delle parole “trilogia”, riferita a noi 3 soci, e “Gis“, la tecnologia che accomuna i nostri percorsi professionali. E tutto il nostro operato si sviluppa lungo quattro direttrici che sono ambiente e territorio, multiutility e industria, smart city e smart bulding ed health and care”.

 

“Quello che ci differenzia da tutti è che noi i dati elaborati con la Gis li trasformiamo in informazioni – prosegue Barozzi -. Mi spiego meglio facendo un esempio: nel caso dell'health and care noi abbiamo sviluppato Mentorage un nostro prodotto che si basa sulla localizzazione attraverso sensori 3d digitali. Questi sensori monitorano il comportamento dell'anziano (ma potrebbe essere un bambino, un lavoratore, chiunque) e lo tracciano in modo tale che quando questi compie un'azione fuori dall'ordinario scattano degli allert che attivano il personale, per esempio della Rsa. E quindi se la persona cade il suo corpo scende sotto il livello del letto e il sensore si attiva, se va in bagno e ci resta per troppo tempo l'allert scatta, stessa cosa se il soggetto si alza la notte e lascia la stanza quando non avrebbe dovuto farlo. Abbiniamo il sistema di monitoraggio a quello dell'elaborazione dei dati cosicché la tecnologia diventi intelligente e al semplice 'guardare' associ anche il 'pensare'. Il tutto senza l'uso delle telecamere, che creano problemi di privacy, e di personale fisso che deve visionare il monitor. Il sensore 3D non rivela il volto e gli allert si attivano autonomamente”.  Un progetto che è già applicato alla Casa di Riposo di San Bartolameo e che ha permesso a Trilogis di aprire una startup a Nizza, la capitale europea della 'silver economy', l'economia legata agli anziani.

 

 

 

 

 

Ma la Francia non è l'unica “nuova casa” dell'azienda trentina. Nel 2015, infatti, è cominciato il progetto Centric dove Trilogis si è messa a disposizione per aiutare la Romania, nello specifico la Transilvania, a dotarsi di un proprio catasto per gli immobili e per i terreni il tutto utilizzando le tecnologie più innovative e ovviamente il Gis. Con un vantaggio in più per l'azienda trentina: che in Transilvania il catasto è simile a quello trentino perché entrambi i territori erano parte dell'Impero astro-ungarico. La tecnologia sviluppata da Trilogis, che parte dalla mappatura degli ambienti facendo parlare i dati tra loro per avere una reazione automatica proveniente direttamente da quanto analizzato, si può applicare dal piccolo al grande.

 

E allora ecco Box3 un'altro progetto sviluppato che consente di gestire qualsiasi tipo di asset, dalla caldaia ad un intero patrimonio immobiliare ed è perfettamente integrabile ed interfacciabile con la geografia (anche indoor) fondandosi sull’integrazione e la gestione coordinata delle informazioni per strutture complesse. “Tra queste c'è Dolomiti Energia – aggiunge Nicola Giuliani – questo prodotto è in uso da anni a Rovereto per monitorare le cabine che gestiscono la rete del gas. Anche in questo caso tutto è mappato e ogni oggetto 'parla di se', racconta al sistema di controllo centrale, quando è stato cambiato per l'ultima volta, se ha superato i test, se è in regola con le norme fissate dall'authority. In questo modo quando le squadre per la manutenzione escono sanno già dove devono andare e a fare cosa. Anzi il piano di uscita viene elaborato praticamente direttamente dagli oggetti che avvisano 'sto per scadere cambiami, la vernice va rifatta, e via di seguito”. Un prodotto che da quando è in uso ha permesso a Dolomiti Energia di servirsi solo delle squadre di manutentori interne all'azienda (sono 5 mentre prima dovevano appoggiarsi ad altre 2 esterne).

 

Risultati concreti, insomma, quelle famose ricadute sul territorio che tante, forse troppe volete, vengono invocate dalla comunità. Come concretissimo è il progetto della app Locust3D. Trilogis lo ha donato niente meno che alla Fao. E' un software specifico per la visualizzazione 3D di dati geografici utilizzato per contrastare uno dei più gravi problemi in molte aree del pianeta: le locuste. Un successo confermato dal “caso locuste”, la cui genesi si può far risalire al contatto consolidato che Trilogis tiene con la Nasa, altro interlocutore dell’azienda roveretana.

 

“La Nasa ha dei sistemi di rilevazione 3D geografici che permettono di vedere tutto ciò che succede nel globo – completa Rangoni – forti dei loro dati e incrociandoli abbiamo sviluppato una app che in base a umidità, piogge e temperature riesce a prevedere il comportamento degli stormi di locuste. Una delle 'piaghe d'Egitto' e tra i più grandi problemi legati alla fame nel mondo. Ebbene prima che ci fosse la nostra app 400/500 squadre uscivano alla ricerca dei branchi di cavallette. Ci mettevano settimane a raggiungerle e prima che riuscissero a dare l'ordine per attaccarle queste erano già partite per devastare interi paesi. Oggi i dati vengono elaborati da Locust3D, la squadra va a colpo sicuro, dà il segnale alla Fao che a sua volta dà l'ok agli aerei con i pesticidi che riescono a bloccare sul nascere l'attacco. E da quando esiste questa applicazione (della quale si è occupato anche Quark di Piero Angela e tantissime trasmissioni internazionali ndr) il problema delle locuste è calato del 40%”. 

 

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