W il Fertility Day ma in Trentino l'eterologa non è prevista e le coppie sterili vanno in altre regioni
Laici trentini: "Unica realtà in Italia a non essersi adeguata alla decisione della Consulta che apre all'eterologa"
TRENTO. Mentre si celebra il Fertility day, seppur tra le polemiche per la campagna pubblicitaria “razzista” promossa dal ministero della salute, in Trentino il comitato dei Laici diffonde una notizia “che mostra il lato oscuro delle politiche sanitarie del governo di Ugo Rossi”.
“In occasione del convegno che si è tenuto ad Arco sabato scorso per la ricorrenza dei 10 anni del Centro per la procreazione medicalmente assistita – scrivono i Laici – è stata proiettata una slide in cui si svela tutta l'ostilità trentina per il ricorso all'eterologa”. La nostra provincia, unica realtà italiana, appare infatti colorata di azzurro: in Trentino le coppie sterili non possono accedere alla fecondazione eterologa (attraverso cioè la donazione di gameti).
I Laici del Trentino ricordano che “la Corte costituzionale ha riconosciuto che il ricorso alla PMA (procreazione medicalmente assistita) di tipo eterologo è un diritto garantito dalla stessa Carta repubblicana.” Dopo questa sentenza, che data 2014, le regioni si sono immediatamente messe all'opera per consentire ai propri cittadini di poter divenire genitori anche nei casi più difficili . Ma non la nostra Provincia. Qui non si può. Vietato.
“Le coppie trentine devono recarsi all'estero – scrivono - e si recano in una regione italiana in cui l’eterologa è già realtà devono sopportare interamente i relativi costi. In un'altra regione o all'estero, il Trentino non copre e non rimborsa nulla, nemmeno ciò che già si offre alle coppie che ricorrono all'omologa: farmaci, visite di controllo e monitoraggi accessori.
“Sono passati oramai due anni dalla sentenza della Corte costituzionale: non esistono diritti fondamentali differibili nel tempo. Il Trentino è un unicum inaccettabile”, afferma la presidente Claudia Merighi. Per il vicepresidente Alexander Schuster è ora di agire: “Ne abbiamo parlato al convegno di Arco. Ma dei vertici dell’Azienda sanitaria o dell’assessorato non si è visto nessuno”.
“Le coppie potrebbero chiedere alla Provincia i danni per gli ingenti costi affrontati negli ultimi anni o che ancora incorrono a causa della persistente violazione della Costituzione da parte dell’attuale governo del centrosinistra autonomista”, sostiene il comitato. “Perché la Costituzione – sottolineano – non può essere violata nemmeno un giorno”.