Rearm Europe, il voto spacca l'Italia ma non l'Europa: dal Pd che si divide 'a metà' al caso dei Verdi italiani che votano contro tutti i Verdi europei (tranne gli spagnoli). Il punto
Riarmo europeo, la spaccatura del Pd, quella dei Verdi (contrari solo italiani e spagnoli: favorevoli, quasi, tutti gli altri), il sì di Fratelli d'Italia: il punto dopo il voto al Parlamento europeo

BRUXELLES. Spaccata la maggioranza di governo, spaccato il Pd, spaccati, rispetto ai colleghi europei, i Verdi; uniti, ma in netta minoranza, chi l'Europa la vuole poco (o nulla). Dal voto di ieri mattina sul Rearm Europe in altre parole, esce un'Italia politicamente sempre più divisa ma un progetto europeo ('Mega'? Ogni riferimento è puramente casuale) rafforzato davanti alle sfide che si trova ad affrontare.
La risoluzione infatti (non vincolante e priva di effetti giuridici, come spiega Pagella Politica, e con lo scopo di “ufficializzare una determinata posizione del Parlamento Ue”) è stata votata in blocco dai due maggiori gruppi europei: il Ppe (188 membri, 3 voti contrari e 7 astenuti) e dall'Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (136 membri, 3 voti contrari e 14 astenuti, tra i quali 11 europarlamentari del Pd, ma ci torniamo tra poco). A favore della risoluzione anche la quasi totalità di Renew (77 membri, 1 voto contrario e 4 astenuti). Diversa la situazione tra i Conservatori e riformisti (il gruppo, per intenderci, al quale afferisce Fratelli d'Italia) nel quale favorevoli e contrari si dividono quasi equamente tra i 78 membri.
Uniti nel votare contro invece gli estremi dello spettro politico europeo, tanto a destra (nessuno tra i Patrioti per l'Europa, 84 membri al Parlamento europeo, ha votato a favore; 2 si sono astenuti. Nessuno tra gli estremisti dell'Europa delle nazioni sovrane, 25 membri, ha votato a favore, 3 si sono astenuti) quanto a sinistra (tra i membri di The Left, 46 in tutto, 1 solo voto a favore e 3 astenuti; contrari gli altri). Particolare infine il caso dei Verdi (53 membri), con europarlamentari di molti Paesi europei (Germania, Belgio, Francia, Paesi Bassi, Cechia, Svezia, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca, Slovenia, Lituania, Lettonia e Romania) che hanno votato a favore, mentre i contrari (8 in tutto) sono tutti italiani e spagnoli (3 in tutto gli astenuti). Maggioranza di voti contrari, infine, anche tra i non iscritti (32 in tutto) con 2 favorevoli e 2 astenuti.
Il quadro che emerge, insomma, è quello di un'Europa 'europeista' unita e in netta maggioranza di fronte a forze, in buona parte, euroscettiche e in netta minoranza. E l'Italia? L'anomalia del Bel Paese si riassume, come detto, in una serie di spaccature: la prima, e la più evidente, è quella che si è consumata nel Partito Democratico di Elly Schlein, contraria al piano presentato da Ursula Von Der Leyen, che ha visto i suoi 21 europarlamentari dividersi tra favorevoli (Bonaccini, Decaro, Gori, Gualmini, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Tinagli e Topo) e astenuti (Annunziata, che inizialmente aveva votato a favore, Benifei, Corrado, Laureti, Nardella, Ricci, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan e Zingaretti). Dell'esiguo gruppo degli astenuti tra i membri di S&D insomma, il Pd rappresenta la maggioranza assoluta (11 su 14).
Spaccata è però anche la maggioranza di governo: gli europarlamentari di Fratelli d'Italia e Forza Italia (rispettivamente tra le fila di Ecr e Ppe) hanno votato a favore, mentre la Lega di Matteo Salvini (tra i Patrioti per l'Europa) ha votato contro. Come il Carroccio hanno votato anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana (che afferiscono al gruppo della Sinistra europea). A chiudere il cerchio il singolare caso dei Verdi italiani (Guarda, Marino, Orlando e Scuderi), che come detto hanno votato contro insieme 4 colleghi spagnoli in controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza del Gruppo.
Quindi, ricapitolando. Fratelli d'Italia ha votato, di fatto, più 'europeista' del Partito Democratico, che si 'salva' con l'astensione dal gruppo anti-europeista del 'no' (si guarda allo scenario politico italiano per non rompere i ponti con i 5Stelle?). Nessuno tra i Verdi tedeschi, il partito più importante in Europa nell'ambito ambientalista e al governo fino a pochi mesi fa, ha votato contro la risoluzione. Nessuno tra i Patrioti europei ha votato a favore del riarmo dei Paesi europei e per una risoluzione nella quale, riporta in una nota il Parlamento europeo, si evidenzia chiaramente come nel contesto attuale (tra la svolta impressa da Trump alla politica estera Usa e la minaccia russa) gli sforzi di difesa dell'Ue “non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti quanto ai risultati”. Per chi invece vuole un'Europa più unita, forte e vicina, nell'interesse di tutti, l'appuntamento è (anche) a Trento, il 15 marzo alle 15 in Piazza Lodron.