L'altra volta con Ianeselli e il Pd, oggi Andrea Demarchi è il candidato sindaco di Patt e civiche di destra. Nel 2020 prese 28 voti e non venne eletto in circoscrizione
"Qualche giorno fa l'assessore Spinelli ha "mollato" di punto in bianco la candidata di centro destra Ilaria Goio, affermando che "è troppo debole e troppo poco autonoma" e oggi, invece, sostiene convintamente Demarchi, che nel 2020 era candidato con il Partito Democratico e non riuscì ad entrare nel consiglio circoscrizionale di Villazzano. "Mi pare che, in tutto questo, ci siano tanta incoerenza e confusione" commenta il segretario provinciale del Pd Alessandro Dal Rì

TRENTO. La politica, evidentemente, sentiva di averla "nel sangue" già in giovanissima età, visto che a 21 anni si era candidato come consigliere circoscrizionale a Villazzano, raccogliendo 28 preferenze, senza essere eletto.
Poco male, la prima esperienza non si scorda mai e, tutto sommato, da qualche parte bisogna pur iniziare. Quattro anni e mezzo dopo Andrea Demarchi è salito di grado e l'avventura che ha intrapreso è decisamente più grande rispetto a quella del 2020: candidato a sindaco di Trento per la coalizione "Prima Trento", un centro destra "nel centro destra", con il supporto di Patt, La Civica e Lista Spinelli che, per l'occasione, si chiamerà "Noi Trento".
Lui, classe 1999, vigile del fuoco volontario con il corpo di Villazzano, dipendente di un'azienda che si occupa di energia elettrica, avrà il difficilissimo compito di risollevare le sorti del Patt e di compattare una "mini coalizione" che ha deciso di "rompere" con i partiti nazionali della medesima area politica, Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, per dare vita ad una lista civica unitaria di stampo locale e autonomista e della quale, ad oggi, è difficilissimo prevedere il risultato visto che due dei tre partiti coinvolti (La Civica e Lista Spinelli, anzi Noi Trento) non hanno grande "storicità" nel capoluogo.
La passione per la politica va bene ma, evidentemente, dalla scena nazionale, dove situazioni di questo tipo sono decisamente più frequenti, Demarchi ha evidentemente preso anche la capacità di cambiare schieramento con una certa facilità.
Sì, perché nel 2020, alle sopracitate elezioni circoscrizionali, l'attuale aspirante sindaco di una delle coalizioni di centro destra "batteva" la bandiera del Partito Democratico.
E, visto che la circoscrizione è quella di Villazzano, era nella medesima lista nella quale era inserito anche il segretario provinciale del Pd Alessandro Dal Rì (anch'egli originario del sobborgo della collina), che fu il più votato di tutti (189 preferenze) ma poi, essendo stato eletto anche in Consiglio Comunale, optò per il passaggio a Palazzo Thun.
Nella scorsa tornata elettorale il Pd dominò (36,22%) ed elesse ben cinque consiglieri circoscrizionali a Villazzano, Dal Rì, Matteo Ranzi, Alessia Tarter (nominata poi presidente e oggi passata ad Onda), Rita Zanetti e Annarosa Zeni. Al segretario, che liberò un posto visto il trasferimento in via Belenzani, subentrò Laura Cattoni, che di voti ne aveva presi 30, due in più di Demarchi, per il quale l'esperienza fu negativa.
Durante la conferenza stampa di presentazione, affiancato dai leader delle tre forze che lo sostengono, il più giovane dei sei candidati sindaco ha ripercorso il proprio percorso scolastico ed extra scolastico nel corso di un intervento durato circa 8 minuti, "omettendo" - forse per la troppa emozione - però di ricordare la prima esperienza politica, ufficialmente con i "colori" del Pd.
Candidato quattro anni e mezzo fa con il Partito Democratico a supporto di Franco Ianeselli, oggi il 25enne trentino si ritrova a fianco anche dell'assessore provinciale Achille Spinelli, il braccio destro del Governatore leghista Maurizio Fugatti (che lo aveva nominato anche vice presidente della Giunta provinciale, prima del "dietrofront" obbligato da Fratelli d'Italia) e la cosa stona decisamente.
"Soprattutto - spiega il segretario provinciale del Pd Dal Rì - alla luce del fatto che, appena qualche giorno fa, l'assessore Spinelli ha "mollato" di punto in bianco la candidata di centro destra Ilaria Goio, affermando che "è troppo debole e troppo poco autonoma" e oggi, invece, sostiene convintamente Demarchi, che nel 2020 era candidato con il Partito Democratico e non riuscì ad entrare nel consiglio circoscrizionale di Villazzano. Mi pare che, in tutto questo, ci siano tanta incoerenza e confusione: l'ennesima testimonianza di un centro destra diviso e con le idee tutt'altro che chiare. Alla città di Trento serve ben altro".
Insomma, un altro "corto circuito" nel centro destra che, ormai, conduce due campagne elettorali assolutamente parallele con il rischio, più che concreto, che i due schieramenti vadano a "pescare" nel medesimo bacino con l'effetto - unico - di sottrarsi vicendevolmente i voti.
Come si dice: l'unione fa la forza. Evidentemente non per la coalizione che dal 2018 governa la Provincia, spaccata letteralmente a metà.