Comunali Trento, la 'pasionaria' del Nimby candidata sindaca per Democrazia Sovrana Popolare. Gabrielli: "Il bypass? Un corridoio per trasportare armi. No all'inceneritore"
Il partito di Marco Rizzo, che alle scorse provinciali ha raggiunto il 2,35% di lista, ha presentato la propria candidata sindaca alle comunali di Trento che si terranno il prossimo anno. Si tratta di Simonetta Gabrielli, fondatrice dell'associazione Nimby e fra le protagoniste in passato proprio della battaglia contro l'inceneritore che oggi torna a far discutere
TRENTO. Simonetta Gabrielli è la candidata sindaca di Democrazia Sovrana Popolare per le elezioni comunali di Trento che si terranno il prossimo anno. Il partito di Marco Rizzo, già candidato presidente alle scorse provinciali, ha spiegato di correre da solo nonostante vi siano stati dei contatti con le altre liste e vi siano dei punti in comune.
“Siamo stati contattati – spiega Patrizia Caproni, coordinatrice per il Trentino Alto Adige – da chi sostiene Geat dopo che quest'ultimo era già stato indicato come candidato sindaco e il metodo non è stato quello giusto. Dall'altra parte non comprendiamo l'incoerenza del Movimento 5 Stelle che vuole essere una voce contro corrente sul territorio quando a livello nazionale fa parte del gruppo Pd”.
Simonetta Gabrielli è da sempre impegnata nel mondo delle associazioni ma soprattutto è stata una delle più note e appassionate protagoniste della lunga battaglia contro l'inceneritore in Trentino. Assieme ad altri ha fondato l'associazione Nimby e in molti ancora ricordano il suo lungo digiuno contro il progetto dell'inceneritore. Una 'protesta' che è andata avanti dal 5 dicembre 2010 al 6 gennaio 2011.
Nel 2012 prende un'aspettativa di sei mesi per trasferirsi in Egitto presso la missione dei padri comboniani al Cairo dove porta un progetto costruito insieme a Padre Giovanni Esti, destinato ai bambini dell'orfanotrofio “Maestri burattini”. Tornata in Italia nel periodo pandemico Covid19 viene sospesa dal lavoro per non aver aderito all'obbligo vaccinale.
“Oggi ho deciso di mettermi ancora al servizio della comunità - spiega Gabrielli – ho sentito la responsabilità di una voce diversa in questo mondo politico che ha perso il senso di fare politica. Come Democrazia Sovrana Popolare vogliamo ristabilirne il primato”.
Democrazia Sovrana Popolare è un partito relativamente giovane nonostante si sia affacciato in Trentino già con le scorse provinciali (La lista aveva ottenuto il 2,35%). Gabrielli Simonetta aveva ottenuto 174 voti.
“La nostra candidatura – ha spiegato la coordinatrice regionale Patrizia Caproni – è necessaria per creare una crepa al pensiero unico che si è creato fra il centrodestra e il centrosinistra che stanno portando avanti la stessa politica. Proprio in questi giorni abbiamo visto che sono due facce della stessa medaglia con il terremoto giudiziario avvenuto a seguito dell'inchiesta Benko. Sbandierano la voglia di cambiare politica ma sono sempre gli stessi”.
Il programma di Democrazia Sovrana Popolare verrà messo nero su bianco a partire da oggi e i temi sul tavolo per la città di Trento non mancano: per iniziare dall'inceneritore che Gabrielli si ritrova davanti dopo le battaglie passate. “La questione deve essere approfondita e ci deve essere trasparenza – spiega – abbiamo battagliato per far capire che la raccolta differenziata è la chiave di svolta e ora torna questa idea dell'inceneritore? A cosa serve? Non vorremmo che ci fosse un collegamento fra il Bypass e l'inceneritore e che qualcuno pensasse di usarlo per bruciare i fanghi di risulta altamente inquinanti”.
Il partito si dice poi contrario anche al bypass perché, spiega la candidata sindaca “fa parte di un progetto molto più ampio che ha come obiettivo quello di creare un grande corridoio usato per far viaggiare ancora più velocemente le armi”. “Vogliamo un Trentino più sovrano – viene spiegato – no a qualsiasi obbligo anche quello vaccinale. Ci deve essere, inoltre, la libertà delle persone di poter usare il contante”.
Fra le altre tematiche che la citta di Trento dovrà affrontare ci sono quelle della funivia e del bacino delle Viote. “Per quanto riguarda la funivia – spiega Simonetta Gabrielli – noi siamo contrari nel momento in cui non viene chiusa la strada da Sardagna a Candriai. La mobilità ha bisogno di ordine. Sul bacino delle Viole, invece, ci troviamo davanti ancora una volta al povero Bondone che viene sempre più 'strapazzato'. Flavio Franceschini, presidente dell'Asuc sta portando avanti una battaglia che condividiamo”.