Caos pista da bob, il Trentino si smarca: "Nessuna risorsa. Si usano quelle del Fondo". Belluno: "Documento troppo vago ma tocca a Trento e Bolzano sostenere i costi"
E' scoppiato il caos dopo che è stato pubblicato il documento di legacy che dispone la copertura dei costi di gestione tramite il Fondo dei comuni confinanti. La Provincia di Trento spiega di non aver adottato nulla, ma anche Belluno evidenzia dubbi: "Non abbiamo firmato nulla, attualmente l'accordo è irricevibile"
TRENTO. E' caos sulla copertura dei costi di gestione della pista da bob dopo i Giochi olimpici. Le spese sono stimate in 1,5 milioni di euro all'anno ma chi paga? Anche la Provincia di Trento e quella di Bolzano attraverso il Fondo dei Comuni confinanti. A stabilirlo ci sarebbe l'intesa pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione Veneto. Dal Trentino al Bellunese, i territori appaiono spiazzati e fioccano i distinguo e le prese di tempo.
L'impegno, contenuto dal documento, andrebbe a "sostenere, per gli esercizi compresi fra il 2027 ed il 2046, un importo annuo [...] per garantire la continuità dell'utilizzo sportivo dell'impianto recuperato, destinando apposite risorse nell'ambito del Fondo Comuni confinanti, di cui all'articolo 2, commi 117 e 117 bis, della Legge n. 191 del 23 dicembre 2009, secondo le modalità previste per la relativa gestione". Insieme alle provincie autonome, Fisi e Fisp si impegnano a sostenere parte dei costi di gestione dell'impianto per una durata di vent'anni, come da accordo, che venivano stimati in circa 1,5 milioni di euro all'anno.
Una prospettiva che lascia perplesso per più motivi il deputato Dario Bond, delegato nel Comitato paritetico per la gestione dell'intesa per il Fondo comuni confinanti: "All'oscuro di tutto. Sbagliati metodi e modi". Inoltre le risorse sarebbero vincolate agli investimenti e non alle spese correnti. I soldi insomma non potrebbero essere utilizzati per la gestione della pista da bob, almeno fino a quando non viene modificata la legge. Un'altra preoccupazione risiede nella vaghezza del documento, che comprendere anche le altre opere: "Siamo preoccupati" (Qui articolo).
C'è qualche fibrillazione. La Provincia di Trento è intervenuta per chiarire che piazza Dante non ha adottato accordi così come "non risulta sia stata presentata alcuna scheda di intervento Fondo comuni confinanti". Nel ribadire "una volta di più come gli adeguamenti e i lavori per lo svolgimento alle Olimpiadi e Paralimpiadi sono stati pensati per rendere le strutture fruibili e funzionali da tutti gli sportivi anche dopo la fine dei Giochi, la Giunta provinciale precisa che nessuna risorsa del Trentino è destinata all’impianto ampezzano".
Lo statuto di autonomia della Regione Trentino Alto Adige prevede, infatti, che le due Province, spiega piazza Dante, devono prevedere annualmente l’accantonamento di risorse per 40 milioni di euro annui per la valorizzazione, lo sviluppo economico e sociale, l'integrazione e la coesione dei territori dei comuni appartenenti alle province di regioni a statuto ordinario confinanti rispettivamente con la provincia di Trento e con quella di Bolzano.
"L’impiego di queste risorse è regolato da un Comitato Paritetico e le Province di Trento e Bolzano, hanno dato la loro disponibilità a sostenere il parere favorevole nel caso venisse presentato un progetto d’intervento consono con le prerogative del Fondo e rivolto al Comune di Cortina e nello specifico all’impianto del bob. Pertanto nessuna risorsa del bilancio delle due Province è destinata a sostenere l’impianto di bob di Cortina d’Ampezzo".
Riguardo al Fondo comuni confinanti, la Giunta provinciale "ricorda che è destinato a progettualità riguardanti i comuni del Veneto e della Lombardia e di conseguenza nessun intervento del Fondo può prevedere progetti presentati e riguardanti comuni del Trentino o dell’Alto Adige. Allo stato attuale non è stato adottato nessuno schema di accordo ufficiale. Qualora al Comitato paritetico del Fondi comuni Confinanti, di cui la Provincia è componente, venga presentato un progetto d'intervento a favore di Cortina lo stesso sarà istruito e gestito come tutti gli altri progetti d’intervento e, se risponderà ai requisiti, finalità e ambiti della legge e Intesa istitutiva del Fondo potrà essere sottoposto alle valutazioni e approvazioni conseguenti con il parere favorevole del Trentino".
L'accordo di legacy non è stato votato e non c'è l'intenzione di approvarlo se non dopo aver analizzato il documento. A specificarlo la Provincia di Belluno. "In ogni caso, non con questa formulazione - dice il presidente Roberto Padrin - non prima di aver chiarito tutti i dubbi di natura giuridica, e soprattutto non prima di aver sentito il territorio. Per questo convocheremo un’assemblea con tutti i sindaci".
Le perplessità sull'opportunità di utilizzare le risorse del Fondo sono state evidenziate anche dal deputato Dario Bond, delegato per la gestione di questo strumento. "Sono diversi i dubbi, di natura tecnica e giuridica. Intanto, la bozza di accordo non specifica cifre e lascia in sospeso diverse questioni, a partire da quella dell’utilizzo dei Fondi di confine a cominciare dal ciclo di programmazione del 2027", specifica Padrin. "Nel testo infatti l’unico obbligo della Provincia di Belluno è quello a cooperare alla valorizzazione dello Sliding Centre dopo le Olimpiadi, senza nessun impegno di tipo economico".
Il Bellunese non è intenzionato a stanziare risorse. "Tocca invece alle Province autonome di Trento e Bolzano sostenere le spese, che non vengono quantificate, nell’ambito del Fondo Comuni confinanti", evidenzia Padrin. "Ma il Fondo è alimentato dalle due Province, mentre la gestione è affidata al Comitato paritetico, con il cui presidente siamo in stretto contatto, per capire l’intera faccenda. Poi si fa riferimento in senso molto lato a un impiego per spesa corrente e non per spesa d’investimento quale è sempre stato finora, per cui viene il dubbio che giuridicamente non sia neanche possibile. Prima di usare i Fondi per la gestione post-olimpica delle opere sportive, non è forse necessario modificare la legge di funzionamento del fondo stesso? E' tra dei punti interrogativi di natura squisitamente tecnica che restano sul campo e che abbiamo intenzione di chiarire a fondo: bisogna sapere se si possono usare i Fondi per spesa corrente in maniera stabile e strutturata, che è proprio quanto i sindaci e il territorio chiedono da diversi anni, così da garantire servizi utili, efficienti ed efficaci ai nostri cittadini".
Allo stato attuale, "senza risposte precise, l’accordo non è neanche considerabile. E' il motivo per cui la bozza di accordo è stata discussa internamente al Consiglio provinciale. E' stata inviata agli approfondimenti e alle analisi, che richiedono tempo e pareri tecnici. Lo sa bene chi ha avuto fino a poco tempo fa la delega a livello provinciale ai Fondi Comuni confinanti", conclude Padrin.