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Bypass, l'attacco di Bortolotti: "Impegno ambientale di facciata: terreni inquinati nelle cave". Secca smentita del Comune: "Non è possibile, informazioni fuorvianti"

"Nessun terreno inquinato può essere portato nelle cave", la replica del Comune a Giulia Bortolotti, candidata sindaca per Onda, Movimento 5 stelle e Rifondazione comunista

Di LA - 09 dicembre 2024 - 17:48

TRENTO. Un impegno ambientale solo di facciata e il terreno inquinato scavato per il bypass portato nelle cave della collina. Questa l'accusa di Giulia Bortolotti, presidente della circoscrizione di Meano e candidata sindaca per Onda, Movimento 5 stelle e Rifondazione comunista. Secca la replica del Comune di Trento: "Non c'è questa possibilità, informazioni fuorvianti".

 

"Che l’interesse per l'ambiente tanto sbandierato dalla giunta comunale sia meramente di facciata, e decisamente in contrasto con quanto avviene a proposito di bypass, è dimostrato dalla vicenda delle terre da scavo da smaltire sul nostro territorio", attacca Bortolotti. "Questo filone, apparentemente minore, evidenzia in modo lampante che si dice una cosa e si agisce in un'altra direzione, non certo nell’interesse dei cittadini".

 

Dallo scavo del bypass escono, spiega Bortolotti, quantità enormi di terre che possono essere classificate in tre modi: terre pulite (chiamate "di colonna A"); terre con valori di inquinanti che non permettono uso agricolo o abitativo ("colonna B") e terre inquinate, da conferire in apposita discarica.

 

"La volontà della Provincia e del Comune è stata quella di sfruttare le terre di 'colonna A' per il ripristino di cave esaurite", prosegue Bortolotti. "La zona di Meano è interessata alla questione data la presenza di due cave dismesse. La preoccupazione della popolazione circa il conferimento di questi terreni è grande, vista la contiguità dell’area dello scalo Filzi con l’area Sin e vista la presenza accertata di inquinanti nell’area".

 

In vari incontri pubblici e consigli circoscrizionali il sindaco e l’assessore Facchin hanno rassicurato la Circoscrizione. "Sostengono che le preoccupazioni sarebbero infondate", aggiunge la candidata sindaca di Onda, Movimento 5 stelle e Rifondazione comunista. "Come risulta dai verbali e dalla nota inviata alla circoscrizione il 16 settembre, il Comune 'ribadisce che non esistono i presupposti affinché possa essere conferito materiale non rientrante in colonna A sul territorio di interesse di codesta circoscrizione'. Peccato che opera perché nelle cave avvenga tutt’altro".

 

La candidata sindaca evidenzia alcune tempistiche, giudicate interessanti. "Il 5 agosto la Provincia ha modificato la legge sulle cave inserendo un comma che permette che 'i materiali di scavo che non si configurano come rifiuto, provenienti da opere pubblico o di interesse pubblico…possano essere depositati temporaneamente nelle aree del piano cave'. In altri termini, i materiali di colonna B, possono essere portati 'temporaneamente' nelle cave. Questo fatto doveva essere noto ai vertici comunali, che hanno scritto e asserito tutt’altro nelle varie occasioni pubbliche".

 

In questi giorni è in discussione la variante strategica al Prg: "Si prevede di valutare l’utilizzo delle cave esaurite per scopi produttivi. Le cave dismesse, con l'approvazione di questa variante, vengono assimilate a tutti gli effetti con zone di tipo industriale, adatte a ospitare in via definitiva terre di colonna B".

 

Un'ipotesi "aberrante per vari motivi. Si pensa di poter utilizzare per usi produttivi aree a ora immerse nel bosco, e che devono tornare tali, come se in valle dell’Adige non ci fossero abbastanza zone per questo scopo; si rischia di permettere il conferimento di materiali non puliti in aree incontaminate. Non si capisce inoltre in cosa dovrebbe consistere l'interesse pubblico di questa scelta, che sembra piuttosto avvantaggiare solamente i proprietari dei terreni o titolari di concessione, che si troveranno a risparmiare gli oneri del ripristino ambientale, cui sarebbero obbligati per legge e magari anche a guadagnare, dal momento che di solito chi riceve materiale da colonna B riceve pure un indennizzo".

 

La richiesta è che questa ipotesi venga eliminata dalla variante al Prg. "Una proposta che allarma i cittadini, anche per la mancanza di trasparenza dell'amministrazione pubblica che ha più volte negato quanto invece risulta dagli atti ufficiali. Alla verifica dei fatti ci si scontra con affermazioni lontane dal vero e decisamente fumose".

 

Immediata la replica del Comune. "Non c’è alcuna possibilità di stoccaggio di terre inquinate nelle cave della città", spiega palazzo Geremia. "Il terreno utilizzabile per i progetti di ripristino ambientale che da tempo attendono di essere avviati o conclusi è sempre e solo quello rientrante nelle caratteristiche della 'colonna A', dicitura tecnica che indica il terreno pulito, di miglior qualità, idoneo per esempio per aree residenziali, parchi e bonifiche agrarie".

 

La lettura delle norme urbanistiche "nel comunicato stampa di Onda civica è del tutto fuorviante a causa di deduzioni e inferenze completamente slegate dalla realtà dei fatti oltre che dalle prescrizioni del piano regolatore", prosegue la nota del Comune. "La variante tecnica appena adottata dal commissario stabilisce che la destinazione delle cave dismesse sia a bosco. Come dice lo stesso nome, quella di cui stiamo parlando è una variante che aveva uno scopo 'tecnico, cioè il ridisegno del Prg sul Catasto reale e il recepimento della legenda standard provinciale".

 

Gli obiettivi della variante strategica "vanno oltre e prendono atto del fatto che molte delle cave a oggi in via di dismissione sono ancora in attività perché lavorano materiali puliti (di colonna A) provenienti da altri siti. Per questo gli obiettivi della futura variante evidenziano l’esigenza di analizzare nel merito le varie situazioni e, anche alla luce di quanto prevede la Carta del paesaggio, di valutare se ci sono le condizioni per consentire che le cave in questione, una volta esaurite, continuino nelle lavorazioni già in essere".

 

In definitiva. "Gli obiettivi della variante non stabiliscono 'che si possano utilizzare per usi produttivi aree immerse nel bosco', ma semmai consentono la prosecuzione di attività produttive già esistenti nelle cave in questione. Non c’è dunque alcun rischio di 'permettere il conferimento di materiali non puliti in aree incontaminate'. E il fatto che i terreni provengano da cantieri di opere pubbliche non autorizza alcuna eccezione", conclude il Comune.

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