Sergio Divina si dimette dalla presidenza del Centro Santa Chiara: “Per i miei ‘ex’ amici sono diventato un problema”
Dopo la sospensione dal partito Sergio Divina si dimette dalla presidenza del Centro Santa Chiara ma avverte i colleghi leghisti: “Se in una famiglia non si ascoltano e non vi è rispetto per i padri significa che lì qualcosa funziona male. E bisogna saperne trarre delle conclusioni”
TRENTO. Il nome di Sergio Divina era emerso nelle scorse settimane fra i papabili per una possibile candidatura alle prossime elezioni Provinciali. Almeno in teoria il suo nome (molto quotato secondo un sondaggio) avrebbe dovuto riunire Lega e Fratelli d’Italia, ora divisi fra l’attuale presidente Maurizio Fugatti e la presidente di Itea Francesca Gerosa.
Tuttavia la reazione della Lega, partito per il quale Divina ha ricoperto la carica di senatore, lo ha sospeso per 6 mesi. Le motivazioni però non sembrano chiare nemmeno al diretto interessato. “Di quale peccato mi si accusa?”, si è domandato l’ex senatore che individua la risposta nell’aver detto cose che avrebbero danneggiato il partito.
“Mi pareva di aver usato modi civilissimi ed educati per esprimere un pensiero” commenta l’ex senatore. Un pensiero che lo stesso Divina riassume in questo modo: per il Centrodestra è un buon momento; se stiamo uniti c’è una buona possibilità di successo; per unire servono atteggiamenti concilianti, non arroganti e supponenti che potrebbero urtare la suscettibilità di partner indispensabili per la vittoria.
“Nessun accenno a persone o offese a chicchessia ma un consiglio, tra l’altro di buon senso, ai miei eredi politici trentini. Questa loro pesante reazione, oltre che avermi profondamente toccato, mi ha fatto riflettere sui rapporti tra me e il partito che 30 anni fa con pochi coraggiosi amici, abbiamo fondato. Se in una famiglia non si ascoltano e non vi è rispetto per i padri – ammonisce Divina – significa che lì qualcosa funziona male. E bisogna saperne trarre delle conclusioni”.
Da qui la decisione di rassegnare le dimissioni dalla presidenza del Centro Santa Chiara: “Rammarico a parte, se per i miei ‘ex’ amici sono diventato un problema, mi pare corretto lasciare ogni incarico che deriva da designazioni del mio partito”. L’ex senatore, dopo aver ringraziato l’assessore alla cultura Bisesti (della Lega), non manca di far notare di aver ricoperto la carica “senza alcuna indennità” per quattro anni lasciando un ente in buona salute e con i bilanci in ordine.