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Maurizio Agostini, l'ex segretario del Pd che ora sta con Ghezzi: ''E' la persona giusta, c'è bisogno di guardare lontano''

Quando fu scelto per succedere a Pacher, nel 2009, prendeva in mano un Pd litigioso (come adesso): "Con Paolo Ghezzi sarà possibile una ripresa dei contatti con la società civile e con l'associazionismo che anima la nostra terra lui è quello che al momento unisce di più anche tra l'elettorato"

Di Donatello Baldo - 01 agosto 2018 - 18:07

TRENTO. Maurizio Agostini è un medico, ex dirigente della Acli, figura conosciuta e stimata. E' stato anche segretario del Pd, "ma ora non ho nessuna carica, nessun ruolo, sono un semplice elettore". Quando fu scelto per succedere a Pacher, nel 2009, prendeva in mano un Pd litigioso (come adesso).

 

I dignitari del partito si erano rivolti a lui perché riconosciuto come persona fuori dai giochi, senza appartenenze, che poteva raccolgiere i pezzi di un partito fratturato in tanti pezzi, per riportarlo all'unità con saggezza e lungimiranza. Viene ricordato come uno dei segretari migliori che il Pd abbia avuto. Ma ora sta con Paolo Ghezzi. 

 

Agostini, cosa pensa di questo Pd?

Sono un po' perplesso, sia per quello che succede a Roma che per quello che succede qui, anche per questo non ho rinnovato la tessera. Delle mie perplessità ne ho parlato anche con il segretario Muzio, gli ho anche scritto. Poi ne parlo con tanti amici che sono iscritti, con i quali esprimo i miei dubbi, dico quello che penso...

 

Ha detto anche che sostiene Paolo Ghezzi, l'ha pure twittato.

Nei giorni della raccolta delle firme non ero a Trento, così ho voluto dare il mio sostegno in quel modo. Sostengo Ghezzi perché non è per la frattura, perché pur muovendosi e avanzando una sua candidatura, ha detto fin dall'inizio che vuole essere unitario. E io ci credo, credo che lui possa unire più che dividere.

 

Si spieghi meglio.

Con Paolo Ghezzi sarà possibile una ripresa dei contatti con la società civile e con l'associazionismo che anima la nostra terra. Queste realtà in questi anni sono state trascurate. Se posso, il rimprovero a questa coalizione è proprio questo: ha puntato tutto sulla questione amministrativa, gestionale, tutta schiacciata sulla dimensione di governo.

 

Gli amministratori vanno di moda però, pensi alla corte che tutti stanno facendo ai sindaci delle civiche.

Io conosco Valduga, e so che che la sua storia è legata al cattolicesimo democratico, un'area che ha sempre guardato a sinistra, e mi auguro che grossi pezzi di quest'area siano disponibili a una scommessa nuova.

 

Ma Valduga dice che destra e sinistra sono categorie ormai superate.

Destra e sinistra esistono, perché esiste un modo diverso di pensare, di affrontare le cose. e di guardare al futuro. Tra destra e sinistra ci sono risposte diverse e messaggi diversi. La differenza c'è. 

 

In Trentino la destra non ha mai sfondato, fino ad ora.

E' vero, il Trentino ha fermato la destra di Berlusconi, ma ha messo un argine anche alla Lega di Bossi. Speriamo che si continui così, e speriamo che siano in molti a porsi come obiettivo quello di fermare una destra pericolosa, quella di oggi. 

 

Ghezzi andrebbe bene anche per unire i fronti? Dalla sinistra oltre il Pd fino a Valduga?

Non lo so, ma sono sicuro di una cosa: lui è quello che al momento unisce di più anche tra l'elettorato: ha vissuto in mezzo alla politica pur non essendo un politico, non si mai fatto appiccicare un'etichetta, non sarebbe l'espressione dei partiti. Queste cose vengono apprezzate, mi creda. 

 

E' preoccupato della situazione che si è creata sul candidato presidente?

Come si fa a non essere preoccupati? Non c'è la capacità di arrivare a una decisione. Le forze politiche si stanno incartando, ma il gioco del cerino deve finire. Io capisco anche le motivazioni della prudenza, dettate dalla paura di rompere la coalizione... ma questa indecisione sull'elettorato è deleteria.

 

Sembra che anche per questo giro il Pd eviterà ogni decisione.

La posizione attendista tenuta fino ad ora deve finire, è arrivato il momento di decidere, cambiando marcia. Aspettando che siano gli altri a decidere si abdica al ruolo primario di un partito, fare politica, esprimersi.

 

Cambiando marcia, ha detto.

Sì, cambiando marcia. Francamente c'è bisogno di discontinuità rispetto al passato, e questa era anche la tesi del segretario Muzio, se non sbaglio. Con Ghezzi possiamo ripartire con il piede giusto, Il Pd deve ripensarsi altrimenti va a sbattere.

 

Ma nel Pd sono divisi, lo sa meglio di me.

Nel Pd ci sono tante idee, è un partito che si esprime democraticamente. Non è una novità. Ma alla fine si deve decidere, questo non è un gioco che può andare avanti all'infinito. Il consenso per Ghezzi è trasversale, anche se come tutte le proposte non potrà avere l'unanimità.

 

Il sì a Ghezzi è un no a Rossi.

Ma come si fa a dire sì a Rossi dopo tre mesi così, dopo che lo stesso Muzio aveva parlato della necessità di un rinnovamento? Sarebbe come calare le braghe. 

 

Ma il Patt dice che non si può prescindere da Rossi.

In condizioni normali, in una coalizione che non è andata in crisi, il secondo mandato sarebbe una scelta naturale. Ma il 4 marzo è successo qualcosa di enorme e quel tracollo ha coinvolto tutti. Non si può far finta di nulla. 

 

Senta, ma un giro all'opposizione non potrebbe fare bene? L'alternanza è salutare, non crede?

Anche qui, nella normalità sarebbe salutare, senza dubbio. Dall'altra parte c'è però una proposta inaccettabile, una destra pericolosa che deve essere arginata. 

 

Di Ghezzi, si dice per squalificarlo, è soltanto un intellettuale. 

Guai se la politica fatta solo dai filosofi, ma guai se fossero tutti puri amministratori del presente. C'è bisogno di guardare al futuro, immaginare, avere prospettiva. La crisi del centrosinistra è anche dovuta a questo: alla mancanza di idee, di visione.

 

Un intellettuale non guasterebbe, insomma?

Se serve per andare oltre alla politica schiacciata sulla risoluzione dei problemi quotidiani, che non sa indicare un orizzonte, ben venga. Se serve per indicare valori, tensioni verso cui muoversi, ben venga. Ghezzi è la persona giusta anche se non potrà fare tutto da solo. C'è bisogno di una squadra, e allora si lavori per questo.

 

A chi pensa?

Anche a Giorgio Tonini. La sua esperienza sarebbe molto apprezzata, potrebbe essere al suo fianco.

 

Questa sera c'è l'assemblea del Pd.

Stasera ci vuole coraggio. Mi piacerebbe che l'assemblea si esprimesse con un sostegno al rinnovamento. Sarebbe un'assunzione di responsabilità, e quello di Ghezzi potrebbe essere il nome che il Pd potrebbe portare orgoglioso al tavolo della coalizione. 

 

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