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Una stagione da record sul Bondone ma ci sono stati meno giorni di apertura: "Urgente il bacino in quota: il mercato chiede qualità e piste aperte ma si parla anche di sicurezza"

C'è preoccupazione sulla lentezza nel prendere una decisione sul nuovo bacino in quota. Si discute dell'opera ormai da cinque anni: "Sono stati realizzati in molte zone del Trentino, solo sul Bondone la situazione è ancora al palo". E sulla funivia: "Approfittare del tempo per strutturare la destinazione"

Pubblicato il - 18 November 2024 - 10:10

TRENTO. Un record di crescita positivo in tutti i principali indicatori di attività: +10% degli incassi nell'ultima stagione con un +2% di primi ingressi e passaggi sugli impianti. Dati con segno "più" nonostante un -8% di giornata di apertura. Questo quanto è emerso nel corso dell'assemblea dei soci di Trento Funivie. Ma si respira fiducia mista a preoccupazione, legata in particolare alla lentezza nel prendere una decisione in merito al nuovo bacino in quota.

 

Sono due le partite più importanti per la montagna della città: la funivia di collegamento dal centro fino a Vason (un iter avviato e in fase anche piuttosto avanzata) e poi il bacino: ci sono gli studi effettuati dalla società ma tutto è ancora praticamente fermo.

 

Nonostante una stagione particolarmente difficile dal punto di vista del meteo tra il caldo e il maltempo che ha inciso in diversi week end e durante le festività, la società impianti del Monte Bondone festeggia risultati da primato per la stazione sciistica che, però, sul lungo periodo teme di dover affrontare un futuro più incerto del dovuto.

 

Il totale del valore della produzione ammonta a 4.532.158 euro, +11% rispetto all’anno precedente. L’utile netto di esercizio è di 502.112 euro (-21%) penalizzato dai maggiori costi di energia elettrica, manutenzioni e affitto di impianti. La previsione di inverni più avari di neve naturale e con una riduzione del numero di finestre fredde a causa della crisi climatica, spingono Trento Funivie a chiedere, ancora una volta, di accelerare l'iter sul bacino.

 

"Una decisione è sempre più urgente - dice Fulvio Rigotti, presidente di Trento Funivie - la neve serve per preparare meglio le piste: il mercato richiede qualità e garanzia di piste aperte. Inoltre non bisogna sottovalutare anche gli aspetti legati alla sicurezza: le reti di protezione collocate ai bordi pista possono essere saldamente posizionate solo con un buon spessore del manto nevoso, che si rischia di non poter garantire".

 

Le amministrazioni pubbliche hanno rassicurato. Il bacino è in cima alle agende. "E’ necessario - commenta l'assessore Roberto Failoni - trovare una narrazione veritiera di ciò che è un bacino e di quali sono le sue molteplici funzioni, come è recentemente avvenuto per il Pordoi e in altre località del Trentino, dove il laghetto si inserisce perfettamente nel paesaggio". Per il socio Comune di Trento presente all'assemblea l'assessora all’Urbanistica e sviluppo economico Monica Baggia, che ha confermato il supporto di palazzo Geremia e ha auspicato che, oltre al successo nella stagione invernale, si possa pensare a sviluppare anche le attività estive.

 

In merito al nuovo bacino, il Comune sta coinvolgendo esperti (climatologi, ingegneri, economisti) per avere degli approfondimenti con l'obiettivo di trovare dati ma anche elementi oggettivi che permettano individuare le migliori soluzioni. "A Trento Funivie va bene qualsiasi soluzione, purché sia in quota per ottimizzare i processi e la produzione di neve", evidenzia Rigotti. "Abbiamo valutato la riqualificazione dell'attuale invaso a Malga Mezzavia, un progetto che può essere realizzato, ma che, da solo, non risolve il problema della carenza di neve in quota".  

 

La scorsa stagione è "stata estremamente positiva ma fino all'11 gennaio abbiamo avuto poco più della metà delle piste aperte, la Gran Pista, fiore all’occhiello della stazione sciistica, aperta solo dal 20 gennaio e anche il fondo ha avuto a lungo attivo 1 chilometro sui 35 chilometri disponibili. Difficile mantenere la competitività della stazione invernale in questa situazione".

 

L'anno scorso sono stati trasformati in neve 190 mila metri cubi di acqua: esaurita la quantità disponibile nell’attuale bacino di Mezzavia (66 mila metri cubi) si è ricorso massicciamente al pompaggio da Sopramonte. "Abbiamo utilizzato l'acqua di esubero concessa da Novareti ma oltre a comportare costi - aggiunge Rigotti - necessita di tempi lunghi e per questo abbiamo potuto aprire tutte le piste da fine gennaio".

 

Anche in altre zone del Trentino si discute ma poi i progetti vengono messi a terra. "Se ci guardiamo attorno, anche le stazioni che non avrebbero difficoltà nell'approvvigionamento idrico costruiscono i bacini il più in alto possibile, penso alla Paganella, al Tonale oppure a Pinzolo Folgarida, per ricordare gli ultimi esempi. Il bacino serve d'inverno per la neve ma ha altre funzioni: irrigazione, uso civile e antincendio. Inoltre, un laghetto è diventato un'attrazione turistica nel periodo estivo. Solo sul Bondone la situazione è ancora al palo. Mi sembra di poter dire che le posizioni contrarie siano più emotive o ideologiche che ragionate perché portare l'acqua dal fondovalle certamente impatti maggiori rispetto a trattenere l'acqua in quota".

 

Più ottimismo sulla funivia. "La maggior parte delle persone è favorevole", prosegue il presidente di Trento Funivie. "Ci sono dei costi da sostenere, ma come qualunque servizio pubblico: trasporti, piscine e così via. Il deficit potrebbe essere solo iniziale perché poi nel tempo l'utilizzo potrebbe garantire l'implementazione dei servizi in quota e la sostenibilità economica. Anzi è necessario sfruttare i tempi della progettazione esecutiva per pensare a come sviluppare la montagna: la prospettiva è di lavorare quasi tutto l'anno nella direzione della destagionalizzazione".

 

Per quanto strettamente gestito da Trento Funivie c'è soddisfazione per "i risultati raggiunti, che confermano il ruolo che il Monte Bondone si è ritagliato all’interno del mercato dello sci, orientato soprattutto all’avviamento allo sci e alle famiglie”. La società impianti ha continuato a investire nel miglioramento delle infrastrutture e dei servizi offerti.

 

Tra gli investimenti più significativi del 2023/24 si annoverano l'acquisto di nuovi generatori per la neve programmata, la riqualificazione della pista Topolino e l'acquisto e sistemazione dell'area ex Sport Hotel, che funge da principale parcheggio in località Vason, al quale da questa stagione si affiancherà anche l’offerta in località “Baita Montesel”, recentemente acquisita dalla società. L’area comprende, oltre al parcheggio, anche un moderno bar ristorante che sarà operativo già dall’imminente stagione invernale. Entrambe le aree saranno a fruizione gratuita.

 

"Gli investimenti sono stati possibili anche per il recente aumento di capitale che ha apportato finanziamenti per 2.600.000 euro: due milioni da soci privati e 600 mila dal Comune di Trento. Un bel segnale di fiducia per il futuro della stazione sciistica del Monte Bondone da parte di tanti autorevoli soci che hanno deciso di supportare gli investimenti della società. Guardando al futuro, sono stati presentati i progetti in cantiere per il futuro come la realizzazione di nuovi garage e magazzini per i mezzi battipista, il potenziamento dell’innevamento, la nuova seggiovia 3-Tre", conclude Rigotti.

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