"Milioni di turisti scelgono la montagna ma non per sciare", il report (a sorpresa) di Confcommercio: "Le attività 'oggi' predilette in quota? Spa, degustazioni e shopping"
"Le motivazioni che spingono i turisti a scegliere le ferie in quota sono cambiate, sopratutto dopo la pandemia. Escursioni naturalistiche, degustazioni, centri benessere e shopping sono le quattro attività più importanti indicate dagli intervistati. Solo al quinto (ed ultimo) posto si piazzano sci e sport invernali"
TRENTO. Il clima sta cambiando e così sta facendo il turismo in quota, soprattutto dopo l'avvento della pandemia. Temperature sempre più elevate costringono a massicci investimenti per innevare e mantenere in attività le piste. Ciononostante, sono sempre meno le persone che scelgono di approdare in montagna per sciare. Lo rivela un report recentemente pubblicato dall'Osservatorio Confcommercio-Swg, che piazza al quinto e ultimo posto lo sci fra le "motivazioni che spingono i vacanzieri a muoversi".
Nel corso del primo trimestre del 2023 sono stati ben 12 milioni i turisti italiani che hanno scelto come meta delle proprie vacanze l'arco alpino, spendendo una media di 540 euro a testa. Sebbene siano in moltissimi a prediligere la montagna, "le motivazioni delle 'ferie' in quota sono cambiate, sopratutto dopo la pandemia - si legge sul report -. Escursioni naturalistiche, degustazioni enogastronomiche, relax in spa o centri benessere" e addirittura lo shopping sono le quattro attività più importanti indicate dagli intervistati. Solo al quinto posto, si piazzano sci e sport invernali.
Dei 12 milioni di turisti recentemente approdati in montagna, "7,5 milioni hanno fatto soggiorni di una settimana o un periodo un po' più breve. Per i restanti 4,5, si è trattato invece di escursioni giornaliere. Quasi 9 vacanzieri su 10 scelgono mete nazionali: a fare da padrone è l’arco alpino, in primis le destinazioni del Trentino Alto Adige, seguite da Lombardia e Valle d’Aosta, ma con buone performance anche di Piemonte, Veneto e Friuli".
Non mancano tuttavia vacanzieri che raggiungono destinazioni estere: "Primeggiano le "vette" svizzere - viene reso noto dall'Osservatorio - seguite da quelle di Austria e Francia".
I motivi legati alla scelta di trascorrere le proprie vacanze in montagna? Nel corso del tempo e in particolare dopo l'avvento della pandemia, sono incredibilmente cambiati: "La pratica dello sci e gli sport invernali sono al quinto (ed ultimo) posto della classifica - viene rimarcato -. Resta comunque alta, per chi sceglie questo tipo esperienza, l’attenzione per lo stato dell’innevamento naturale: sono 4 su 10 i vacanzieri che dichiarano che, in assenza di neve, preferiscono cambiare i propri programmi".
Un 'rapporto' che conduce inevitabilmente a una riflessione, che spinge a chiedersi se la neve sia ancora presupposto essenziale del turismo dolomitico e alpino. Secondo quanto riportato dall'Osservatorio Confcommercio-Swg si potrebbe pensare di no.
Le proposte in quota negli anni sono mutate, si sono differenziate e nondimeno adattate (anche e soprattutto alle 'avversità' ndr). Testimoni ne sono infatti luoghi come Recoaro mille, che dopo il fallimento dei suoi impianti nel 2016 è rinata grazie ad un 'turismo slow', fatto di passeggiate "e amore per la montagna". Non resta che domandarsi se l'unica minaccia per la sopravvivenza di molti comprensori sciistici sia il cambiamento climatico.