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IL PODCAST. Il soccorso alpino: ''Tra i principali fattori di rischio c’è l’incapacità, gli incidenti sono in aumento dopo la pandemia''

La sicurezza in montagna non va mai sottovalutata e continua a essere il TrenTopic di queste settimane. Il soccorso alpino svolge un ruolo sempre più rilevante nell’assistere gli escursionisti su tutto il territorio provinciale. L'intervista a Sandro De Zolt, capostazione a Tesero in val di Fiemme, per fare un punto della situazione

Di Francesco Cestari - 19 febbraio 2023 - 20:16

TESERO. Le ultime settimane hanno visto un susseguirsi di richieste di aiuto da parte di alpinisti in difficoltà o in situazioni emergenziali. La montagna si conferma, ancora una volta, un ambiente da non sottovalutare e che, per quanto antropizzato, conserva ancora il suo carattere imprevedibile e rischioso.

 

Nonostante i molteplici interventi di soccorso, sembra difficile trasmettere a tutti quelli che frequentano la montagna una consapevolezza maggiore (QUI L’ARTICOLO). I volontari della sezione trentina del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico sono circa 600, suddivisi in 33 stazioni locali dislocate sul territorio. Tra questi c’è anche Sandro De Zolt, guida alpina e maestro di sci, che da 5 anni ricopre il ruolo di capostazione a Tesero in val di Fiemme.

 

“La frequentazione della montagna - spiega De Zolt - è esplosa soprattutto dopo la pandemia. Ora c’è molta più gente che si approccia alla montagna per la prima volta”. Di conseguenza, ne deriva un numero maggiore di incidenti. Tuttavia, riporta il capostazione, “assistiamo a un minor numero di interventi alpinistici legati alle attività più impegnative. Contestualmente, sono invece aumentati gli interventi legati a itinerari e attività più semplici come per esempio il trekking e le ciaspole”.

 

Fortunatamente, per far fronte a queste emergenze, si può far affidamento su una base di volontari ben nutrita. Da un po’ di anni sono infatti molte le richieste per entrare a far parte del Soccorso. Ciò permette di effettuare una selezione dei profili più preparati e adeguati al ruolo.

 

“Spesso - spiega De Zolt ai microfoni di TrenTopic - anche cause banali come uno scarso equipaggiamento, tempistiche mal calcolate o, semplicemente, non leggere i bollettini meteo, può portare a incidenti gravi e soccorsi impegnativi”. Tra le prime tre casistiche di incidente in montagna rientra infatti l’incapacità o inadeguatezza di chi intraprende la gita.

 

Del resto, aggiunge il capostazione, “la montagna è un ambiente meraviglioso; il Trentino vive di turismo, corretto promuovere le nostre montagne. Le montagne vanno assolutamente frequentate, ma frequentate con rispetto”. Il metro di giudizio deve essere quindi, in primis, quello delle proprie capacità (QUI L’ARTICOLO).

 

Nel corso dell’intervista con Sandro De Zolt, affrontiamo vari temi come, per esempio, “l’aumento esponenziale delle persone che praticano lo scialpinismo" (QUI I DATI). I temi toccati sono tanti e diversi tra loro. Si spazia dal cambiamento climatico al ruolo dei social come fattori di rischio degli incidenti, fino all’utilizzo di tecnologie avanzate come quelle che muovono gli elicotteri, portando l’ospedale direttamente al paziente.

 

È giusto frequentare la montagna, conclude De Zolt, ma prima di intraprendere un percorso è necessario fugare ogni eventuale dubbio. Serve avere l’umiltà di chiedere a chi è più esperto di noi.

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