"Il 2022? L'annata peggiore mai documentata su tutti i ghiacciai delle Alpi", dalla neve artificiale a un turismo "più sostenibile", il nuovo report di Legambiente
Il nuovo report "Nevediversa 2023" di Legambiente, presentato oggi a Torino, raccoglie differenti dati e riflessioni sul futuro delle terre alte, fra crisi climatica e aumento delle temperature. Mercalli: "Ci troviamo ora nel pieno di quanto era stato ampiamente previsto già un secolo fa. L'incalzare della temperatura è un dato che viviamo anche quotidianamente"
TORINO. Crisi climatica e aumento delle temperature hanno dato il via a un vero e proprio ‘sos’ neve in montagna, con impatti negativi anche sul turismo invernale e la stagione sciistica. Una situazione nota, che sul nuovo report "Nevediversa 2023" di Legambiente, presentato oggi a Torino, lascia spazio a differenti dati e riflessioni sul futuro delle terre alte.
"In Italia, la neve pare essere diventata sempre più rara". Su Alpi e Appenini nevica sempre meno e ciò sta avendo un inevitabile impatto negativo anche sul turismo invernale. A compensarne la carenza ci ‘pensa’ la neve artificiale, sempre più costosa, giacché ne serve sempre più: "Per compensare la mancanza di quella naturale, l’Italia punta sull’innevamento artificiale, una pratica non sostenibile e alquanto cara sperperando anche soldi pubblici", viene ribadito in un incontro tenutosi stamani per presentare il report (facendo il punto della situazione), con dati relativi al "turismo invernale nell’era della crisi climatica".
Nel documento, ma anche durante la tavola rotonda a Torino, è stata pertanto ribadita "l’urgenza di ripensare un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività. Ce lo impone la crisi climatica che avanza e che sta avendo anche pesanti impatti sull’ambiente montano".
Una crisi climatica che sta preoccupantemente accelerando la propria corsa. Il 2022, infatti, è stato l’anno più caldo e secco in oltre due secoli in Italia e il secondo più caldo in Europa. A ciò, nel report viene dedicato un intero capitolo, scritto a quattro mani da Daniele Cat Berro e dal presidente della società meteorologica italiana Luca Mercalli, intervenuto questa mattina: "Non è una novità: ci troviamo ora nel pieno di quanto era stato ampiamente previsto già un secolo fa. L'incalzare della temperatura è un dato che viviamo anche quotidianamente", ha fatto notare Mercalli.
La media della temperatura a livello globale è per l'appunto cresciuta di 1,1 gradi, "mentre sulle Alpi abbiamo ben 2 gradi in più. Anni anomali a livello di temperature non sono mancati nel tempo ma il 2022 batte tutti i record a livello di combinazione caldo e asciutto. Ormai, ci troviamo all’interno di un trend". Lo scorso anno è stato anche "l'annata peggiore mai documentata su tutti i ghiacciai delle Alpi - ha proseguito l'esperto -. Abbiamo perso dai 4 ai 6 metri di spessore glaciale a quote di 3mila metri, dal Piemonte alla Svizzera fino al Tirolo. Abbiamo perso - ha ribadito ancora - il maggior spessore di ghiaccio di sempre: circa 3 volte in più rispetto alla perdita in un anno 'normale'".
Fra gli esempi apportati da Mercalli durante il suo intervento, non è mancato un accenno al ghiacciaio Ciardoney nel gruppo del Gran Paradiso che dal 1992 ad oggi ha perso 45 metri di ghiaccio: "Questo ci porta a considerare che in futuro i nostri ghiacciai saranno sostanzialmente condannati alla scomparsa".
Oltre al racconto di un clima che drammaticamente cambia, in "Nevediversa 2023" vengono narrate anche storie di impianti e casi simbolo, censiti da Legambiente, fra buoni e cattivi esempi. Infine, nel report Legambiente fa anche il punto sulle Olimpiadi 2026. A tre anni dal via, sono diversi i rischi, i ritardi e le ombre all'orizzonte, precisati e scandagliati nel documento in un capito dedicato.