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"Dopo la chiusura degli impianti? Il deserto", il rifugista del "Monte Falcone": "Con lo 'stop' della funivia la montagna è stata restituita ai veri appassionati"

L'ultima società che ha gestito gli impianti di Recoaro mille è fallita nel 2016. Il rifugista Giambellini: "Così, la funivia è rimasta ferma, spingendo i più a scegliere altre mete. Ciononostante, la montagna è stata restituita ai veri appassionati, perché oggi per salire in vetta al monte Falcone bisogna per forza camminare"

Di Sara De Pascale - 11 gennaio 2023 - 19:26

RECOARO MILLE. La storia di Recoaro mille è quella di una località nata e cresciuta insieme ai suoi impianti sciistici, scomparsi dal territorio nel 2016. Dopo anni all'insegna del "deserto, poiché nemmeno i rifugi lavoravano più, abbiamo accettato la proposta del Comune di riaprire lo "Chalet Monte Falcone" - anticipa Alessandro Giambellini a Il Dolomiti -. Da allora la zona è tornata a vivere, ripopolata dai veri amanti della montagna". 

 

L'ultima società a gestire gli impianti di Recoaro mille "è fallita nel 2016. Così, la funivia è rimasta ferma, spingendo i più a scegliere altre mete - esordisce Giambellini -. Ciononostante, in qualche modo, la montagna è stata restituita ai veri appassionati, perché oggi per salire in vetta al monte Falcone bisogna camminare", sottolinea.

 

Insomma, "niente più tacchi a spillo in seggiovia per raggiungere un rifugio solo per mangiare una pasta o per dire d'esserci stati - fa notare Alessandro - cosa che, tutto sommato, è anche un bene per questi luoghi, che hanno recuperato un po' di autenticità".

 

Dopo qualche anno caratterizzato da un territorio che, senza impanti, pareva spacciato e senza futuro, "il Comune ci ha proposto di prendere in gestione lo chalet Monte Falcone, chiuso ormai da tempo, che svetta sull'omonima montagna a quota 1650 metri", dichiara il rifugista . Il 2019 è stato l'anno d'inizio dell'avventura di Alessandro e della moglie Franca, che già si occupavano del rifugio Bertagnoli. 

 

Gli escursionisti, ma soprattutto "i veri alpinisti" sono tornati a bazzicare da ormai 4 anni sui sentieri di Recoaro mille, rimasti a lungo deserti: "Le persone che hanno iniziato a raggiungerci, dal giorno della riapertura in poi, sono state e sono davvero moltissime - confessa il gestore dello chalet -. Per molti venire qui è quasi come una sfida: sanno che dovranno per forza camminare ed è per questo che siamo diventati meta e non più 'semplice' punto d'approdo da raggiungere in seggiovia".

 

"Non mancano ovviamente le richieste di chi vorrebbe essere accompagnato in jeep o con la motoslitta - rivela il rifugista -. Mezzi che possediamo ma che utilizziamo soltanto per portare le provviste in quota o in caso di emergenza in collaborazione con il soccorso alpino - aggiunge -. So che chi è anziano o ha difficoltà a camminare non può attualmente salire in vetta e me ne dispiaccio, ma sono anche convinto che la montagna deve poter rimanere tale e questo significa anche limitare inquinamento e viavai".

 

Lo "Chalet Monte Falcone" avrebbe dovuto, in accordo con il Comune, riaprire i battenti "per uno anno, ma siamo ancora qui e sta andando davvero bene. Per raggiungere la struttura, che non possiamo chiamare rifugio poiché non ha posti letto né bivacco, ci sono varie strade: partendo da quella che era la pista da sci da Recoaro mille, una via per escursionisti allenati, fino ad arrivare alla vecchia mulattiera che dal rifugio Bertagnoli conduce allo chalet, facilmente percorribile e adatta anche a famiglie", rimarca Giambellini.

 

Dal 2016 in poi, a resistere era stato solo "lo storico Castiglieri, unico ristorante a Recoaro mille, rimasto orfano di 'attività' - rimarca Alessandro -. Dopo la riapertura dello chalet nel 2019 gli escursionisti sono tornati a popolare la zona: è stato bellissimo, soprattutto perché, per quanto riguarda il "Monte Falcone", a approdare sono soltanto i veri amanti della montagna, che apprezzano le piccole cose, il cibo genuino e sopratutto che ancora guardano il panorama fuori dalla finestra".

 

Nel 2020 si è poi aggiunto anche il "Recoaro 1000 bike park" e l'anno successivo la trattoria "Gabbiola", sempre in zona, che è stata rilevata da dei nostri cari amici": "Tornate le attività, sono tornarti anche i turisti".

 

"Nello chalet è capitato di organizzare anche qualche serata in quota o 'ciaspolata' notturna. Qualche tempo fa sono venuti a suonare due ragazzi con la chitarra: i presenti hanno cominciato a cantare e a me è sembrato di tornare indietro nel tempo - conclude Giambellini -. Il wi-fi? Ce lo abbiamo per poter utilizzare la cassa ma non lo 'diamo' ai clienti: credo che, per un paio d'ore, si possa stare tranquillamente senza internet. Chi avesse problemi, può usare tranquillamente il nostro telefono". 

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