"L'Afghanistan è stato dimenticato. In questo buio i talebani possono agire come vogliono". L'appello di Mohebi a un anno dalla caduta di Kabul: "Donne? Invisibili"
Era il 15 agosto 2021 quando i talebani riuscirono a prendere il potere a Kabul. Da allora la situazione in Afghanistan è solo peggiorata. Il regista Mohebi: "La guerra in Ucraina e le catastrofi naturali hanno messo questo paese in secondo piano. In migliaia stanno ancora cercando di fuggire, ma le liste d'attesa sono molto lunghe"
TRENTO. "L'Afghanistan, come temevo, è stato dimenticato. La guerra in Ucraina e le catastrofi naturali come la siccità lo hanno messo in secondo piano. In questo buio i talebani possono agire come vogliono". Sono queste le parole del regista e attore afghano Razi Mohebi, rifugiato politico in Trentino dal 2007, intervistato da Il Dolomiti.
"La situazione dallo scorso anno è soltanto peggiorata. Lavoro non c'è per nessuno, l'unico mestiere è fare la guerra. I diritti sono stati annullati soprattutto per le donne che sono diventate invisibili. In migliaia stanno ancora cercando di fuggire, ma le liste d'attesa sono molto lunghe".
Era il 15 agosto 2021 quando i talebani riuscirono a prendere il potere a Kabul. Da quel giorno la situazione non si è più risollevata, e anzi, stando alla testimonianza del regista, l'Afghanistan sta cadendo sempre più nella miseria. "Il sistema bancario è ancora bloccato. Mancano ancora prodotti alimentari che non riescono a soddisfare tutta la popolazione, in troppi stanno ancora soffrendo la fame. La situazione è precipitata velocemente" (Qui l'articolo).
Moltissime le persone che, a un anno di distanza, stanno cercando ancora di fuggire, tra cui tante donne. "Conosco storie di donne e ragazze per esempio che si devono spostare da un villaggio all'altro per riuscire a lasciare il paese, il tutto di nascosto. Gli spostamenti per loro sono ancora vietati se non sono accompagnate da un uomo della famiglia, come marito, fratello o padre, nemmeno per andare a fare la spesa. Sono completamente isolate quelle che non hanno una figura maschile in famiglia".
Alle donne infatti sono stati tolti tutti i diritti, oltre alla libertà di movimento anche il diritto all'istruzione. Soltanto due giorni fa l'ultima loro manifestazione, repressa con degli spari lanciati in aria per disperdere la folla, conferma il regista. "Poche le forme di dissenso dalla presa di potere dei talebani, non c'è minima libertà di espressione. Anche gli stessi giornali sono spartiti".
Un anno fa diversi erano stati gli interventi per cercare di evacuare persone da Kabul, tragicamente memorabili rimangono le immagini delle persone che cercano di aggrapparsi agli aerei in partenza. Ora però tutto procede a rilento. "Il processo di evacuazione è rallentato moltissimo - sostiene Mohebi - non potendo entrare in Afghanistan le persone sono costrette a raggiungere i paesi vicini, come Iran e Pakistan. Ma le liste di attesa sono ancora molto lunghe per ricevere l'ok dai paesi pronti ad accogliere chi scappa".
Il regista lancia un appello affinché sotto i riflettori ritorni il suo paese di origine: "Non dimentichiamoci di loro, la situazione è ancora drammatica. I talebani stanno creando terreno per agire come vogliono".