Dalla mancanza di personale alla crisi in Germania fino al timore dei dazi, Delladio: "Il momento è critico, dobbiamo essere pronti. Il primo problema? La crisi abitativa"
Il presidente di Confindustria Trento: "Dobbiamo essere realistici, il momento contingente è critico ma un imprenditore deve guardare avanti ed essere positivo". Ecco la situazione (e le principali problematiche) in Trentino
TRENTO. L'incognita del turismo invernale, legato a doppio filo alla presenza di neve (o alle temperature necessarie per 'spararla'), la crisi in Germania, la nuova presidenza Trump e l'ormai continua difficoltà per le imprese nel trovare addetti e lavoratori (che s'innesta a sua volta sulle difficoltà abitativa in Provincia). In questa fase sono diverse le sfide che il sistema economico trentino si trova ad affrontare, dice a il Dolomiti il presidente di Confindustria Trento, nonché patron de La Sportiva, Lorenzo Delladio, mentre a livello nazionale la stessa Confindustria parla di “economia italiana in rallentamento e industria in crisi” nonostante la discesa dei tassi di interesse.
Guardando infatti ai punti presentati nella congiuntura flash del Centro studi di Confindustria, le voci positive non sono molte per l'economia del Bel Paese e tra queste ne spicca in particolare una, il turismo, con una crescita legata però solo agli arrivi di stranieri e non alla componente domestica (in calo). A far da contraltare troviamo un nuovo abbassamento della fiducia delle imprese, una domanda ancora bassa, un apparato industriale in crisi (in particolare per auto, articoli in pelle e raffinati petroliferi) e un export in calo determinato sia dalla debolezza della domanda europea e dal timore delle nuove misure protezionistiche Usa che dalla caduta dell'export verso la Cina (-21,3% annuo nei primi dieci mesi). Una situazione non proprio rassicurante, che in diversi punti si ritrova ovviamente anche nel contesto trentino.
Guardando al nostro ambito però, precisa Delladio, il settore turistico per esempio si trova in questa fase a fare i conti con una problematica ulteriore: le condizioni meteo. “A livello turistico, sebbene non si tratti direttamente del mio settore, la situazione sembra essere buona in questo momento in Italia soprattutto per quanto riguarda gli arrivi dall'estero. In Trentino in questa fase siamo leggermente in ritardo, ma se la stagione avrà condizioni meteorologiche adatte, con neve in montagna o temperature adatte all'innevamento programmato, ci riprenderemo sicuramente, stabilendoci su alti livelli. Non ci sono dubbi. È chiaro però, come detto, che in Trentino le condizioni atmosferiche sono estremamente importanti per il turismo e per l'industria collegata. Per quanto riguarda la mia azienda, per esempio, le vendite di articoli invernali per la montagna sono strettamente connesse alla presenza di neve: in generale il mercato invernale dell'outdoor, legato a sua volta al turismo, arriva da due stagioni di crisi”.
Sul contesto industriale locale pesa poi (più che in altri territori italiani) la crisi in Germania, dice ancora Delladio: “Che ci penalizza tantissimo. Il momento è critico. Tante delle nostre aziende, soprattutto quelle legate alla meccanica, lavorano per i grandi marchi tedeschi e il rallentamento registrato in Germania continuerà a far sentire i suo effetti anche nei prossimi mesi. Altre industrie che lavorano ed esportano principalmente con gli Stati Uniti invece possono contare sui benefici del mercato americano, il secondo per il nostro export a livello provinciale, che sta mantenendo le sue quote continuando a comprare bene. Il problema in questo caso è legato all'incertezza circa le politiche commerciali della nuova amministrazione Trump”. Un problema, aveva sottolineato dopo le elezioni la stessa Confindustria (Qui Articolo), non da poco se si considera che l'autoproclamato Tariff-man ha promesso in campagna elettorale dazi pesanti per le merci in ingresso negli Stati Uniti.
“Bisognerà stare a vedere e valutare quello che succederà – continua Delladio – se Trump manterrà quanto detto ai suoi elettori arrivando a mettere in campo dazi sulle merci fino al 20%, che sicuramente penalizzerebbero pesantemente la produzione trentina. Speriamo non succeda, o che eventualmente i numeri reali siano minori, con effetti più contenuti per le nostre aziende: in ogni caso è importante farsi trovare pronti sia a livello politico che a livello economico”. Se poi le promesse di Trump dovessero rilevarsi boutade da campagna elettorale tanto meglio: “Avremo comunque fatto dei passi in avanti – dice il presidente di Confindustria Trento – mettendoci nelle condizioni di lavorare al meglio, ma non possiamo farci trovare impreparati”.
Come anticipato però, anche per gli imprenditori una delle questioni principali rimane in questo momento la mancanza di lavoratori: “Non troviamo addetti – dice il patron de La Sportiva – non ce ne sono disponibili. Mancano tanto gli operai quanto i professionisti, nonostante i profili che ogni anno escono dalle nostre università e dai nostri centri di ricerca. In Trentino, in parte, il problema è legato proprio all'attrattività del nostro territorio e alla conseguente difficoltà nel trovare una casa: il 'problema casa' va messo in cima alle priorità. Sul fronte della mancanza di personale, gran parte dei problemi si risolverebbero trovando abitazioni per i lavoratori, non solo per il contesto industriale ovviamente, ma anche per la sanità, la scuola. Dell'attrattività fa parte sicuramente, se non come primo punto, proprio l'abitare, e l'abitare dignitosamente. In questa fase sono necessarie le foresterie, la Pat si sta muovendo ma bisogna essere veloci, dinamici, come veloce e dinamico è il mondo dell'industria e delle attività economiche”.
Di tutti questi temi lo stesso Delladio ha discusso insieme ai presidenti delle altre sezioni di Confindustria a Roma, dove gli imprenditori sono riuniti in questi giorni: “Dobbiamo essere realistici, il momento contingente è critico ma un imprenditore deve guardare avanti ed essere positivo. In particolare per quanto riguarda le previsioni sulla politica commerciale Usa non fasciamoci la testa prima di essere caduti ma, ribadisco, dobbiamo essere pronti anche per la situazione peggiore”.