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Euregio, accordo sul lavoro che cambia: il trilinguismo per favorire la mobilità

A Bolzano sottoscritto negli scorsi giorni un accordo che migliori l'interazione tra mondi del lavoro tra Trentino, Tirolo e Alto Adige. Olivi: "Alternanza scuola-lavoro e lingue possono aiutare nell’ampliare il campo delle possibili ricerche di lavoro per i nostri giovani"

I tre assessori al lavoro dell'Euregio
Pubblicato il - 26 settembre 2016 - 20:55

BOLZANO. Alternanza scuola-lavoro, monitoraggio dei fabbisogni futuri, una borsa euroregionale, cooperazione sulla gestione del Fondo sociale europeo e cambiamento demografico. Sono questi i cinque ambiti di collaborazione, sottoscritti negli scorsi giorni dagli assessori di riferimento, di Trentino, Alto Adige e Tirolo. 

 

Johannes Tratter (Tirolo), Martha Stocker (Alto Adige) e Alessandro Olivi, infatti, hanno sottoscritto negli scorsi giorni nella sede del Gect Euregio di Bolzano un protocollo di cooperazione rafforzata in materia di lavoro in tutto l’Euregio.

 

L’alternanza scuola-lavoro è una peculiarità soprattutto tirolese, terra nella quale si sta cercando di capire come migliorare ed anticipare l’orientamento professionale, curando la qualità della formazione e cercando di portare gli apprendisti al meglio ai loro obiettivi professionali. In Alto Adige il “doppio binario” ha tradizione fra la popolazione di lingua tedesca e ladina, mentre è più difficile da implementare soprattutto nel gruppo italiano. In Trentino sono recentemente partiti cinque percorsi sperimentali su scambio lavoro-formazione.

 

Il monitoraggio delle forze lavoro qualificate è partito in Tirolo seguendo analoghe esperienze in Germania. Attraverso delle statistiche anche della Camera di Commercio si riescono a misurare i fabbisogno anche a livello dei 9 comprensori che costituiscono il territorio tirolese. «I nostri giovani – ha spiegato Olivi – sono attrezzati per essere lavoratori mobili e quello di una sperimentazione di servizi comuni a livello Euregio è uno degli investimenti più importanti che si possano fare. Incrociando informazioni e servizi pubblici si riesce a creare un sistema nel quale un giovane possa capire le opportunità che ci sono, conoscendo le offerte». Allo studio ci sarà quindi anche un approfondimento sulle normative relative alla mobilità dei lavoratori per il riconoscimento dei percorsi formativi. «Il tema del lavoro nell’Euregio è legato – ha continuato l’assessore – anche al tema del trilinguismo, che aiuta nell’ampliare il campo delle possibili ricerche di lavoro».

 

Il terzo punto d’intesa riguarda una borsa comune delle opportunità di lavoro dell’area alpina, sull’esempio di quella che è stata Eures Transtyrolia (fra Tirolo, Sudtirolo e Grigioni). Con l’Alto Adige che ha interessanti rapporti anche con la Baviera, soprattutto per quanto riguarda le professioni tecniche. 

 

 Il progetto trentino del trilinguismo sta alla base del quarto punto di collaborazione, quello legato al Fondo sociale europeo. Assieme si cercherà di limitare l’estrema complicazione burocratica del programma, mettendo assieme esperienze e buone pratiche in vista del lancio della nuova programmazione Fse. Si metteranno in campo partenariati di qualità per insegnanti, lavoratori, disoccupati. In Tirolo si gestiscono 8,7milioni di euro di fondi Fse, con quattro programmi. C’è un progetto di formazione anche per 45 profughi under 25, con corsi che vogliono portare ad un progressivo ingresso nel mondo del lavoro soprattutto nei settori nei quali è maggiore il fabbisogno. Fra gli altri progetti tirolesi c’è la possibilità di apprendistato assieme alla maturità e dopo la maturità scolastica.

 

La quinta è infine la sfida più complessa ed ambiziosa, quella che nel flusso informativo quotidiano attiene alle questioni relative all’immigrazione ed alla bassa natalità. Martha Stocker ha ricordato come in Alto Adige negli anni Sessanta erano 9mila le nascite annue, mentre oggi sono 5mila. Cambiamenti che ci faranno interrogare molto sul come lavorare e quanto lavorare. «Questo cambiamento – conclude Olivi – potrà però creare anche nuove aree d’occupazione. Non dobbiamo però mettere giovani contro vecchi o residenti contro immigrati. Non ci deve essere la paura che qualcuno sottragga il lavoro ad altri».

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