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Diritto allo studio, approvati i nuovi criteri. Ferrari: "Maggiori finanziamenti"

Per il prossimo anno l'importo medio per le borse di studio dovrà passare obbligatoriamente ad una media di 3.500 euro con una diminuzione della platea degli aventi diritto.

Pubblicato il - 07 ottobre 2016 - 15:32

TRENTO. Per l'assessora Sara Ferrari non ci sarà "nessun taglio". Anzi, "maggiori finanziamenti". Lo afferma durante la conferenza stampa post-giunta in cui presenta la delibera adottata oggi, quella riguardante il diritto allo studio."I nuovi indirizzi sono stati condivisi con l'Università di Trento - afferma Ferrari - con loro c'è stato confronto e dialogo". Si riferisce ovviamente al rettore, all'Opera universitaria, anche loro presenti al tavolo, non certo al mondo studentesco che contro questa delibera si è mobilitato nel tentativo di bloccarla, quantomeno di modificarla. 

 

Ma vediamo quali sono le novità: "Il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni LEP nazionali, il passaggio all'indice ISEE per la valutazione della condizione economica, la garanzia che il 100% degli aventi diritto alla borsa di studio dovranno essere beneficiari, il mantenimento per chi è già immatricolato dell'indicatore ICEF e degli attuali criteri di merito". E' la legge che impone alla Pat di stabilire i criteri che poi dovranno essere attuati dall'Opera, mentre l'accesso ai finanziamenti verrà valutato non più con il sistema Icef ma non l'Isee. 

 

Cosa cambia? Oggi l'importo che la Provincia autonoma di Trento destina alle borse di studio è distribuito dall'Opera universitaria sul 20,3% degli iscritti con un importo medio di 1.838 euro. Dal prossimo anno accademico, con l'adeguamento ai LEP e il passaggio dall'Icef all'Isee, l'importo medio dovrà passare obbligatoriamente ad una media di 3.500 euro con una diminuzione della platea degli aventi diritto. Si stima che in Trentino l'11,8% degli iscritti riceverà una borsa di studio contro una media nazionale dell'8,2%.

 

Per venire incontro alle preoccupazioni degli studenti sulla variazione automatica del numero dei beneficiari la Provincia stanzierà 1 milione di euro aggiuntivo al diritto allo studio passando quindi dai 9 ai 10 milioni di euro.

La Giunta provinciale ha chiesto all'Opera universitaria di mantenere alto il livello dei criteri di merito basato sui crediti formativi. I nuovi indirizzi continueranno a garantire il fatto che il 100% degli aventi diritto riceverà la borsa di studio.  I nuovi criteri saranno attuati a partire dal prossimo anno accademico (2017/2018) e coinvolgeranno quindi solo le nuove matricole. Le precedenti borse di studio erogate rimarranno quindi invariate e verrà mantenuto il criterio dell'ICEF

Diritto allo studio. le slide della Pat

 

In pratica, meno studenti avranno borse più cospicue. Ma il diritto allo studio non si misura solo attraverso le borse - dicono in Provincia - bisogna considerare il servizio alloggio e il servizio ristorazione. Nell'anno accademico 2015-2016 l'Opera universitaria ha erogato borse di studio a 3.280 studenti, con un importo medio di 1.838 euro rispetto alla media nazionale di 3.422 euro per una spesa complessiva di 6 milioni di euro. Per quanto riguarda il servizio alloggio sono 1.500 i posti letto a disposizione che soddisfano circa l'11% degli iscritti all'ateneo (di cui ca. 730 per beneficiari di borsa di studio e ca. 770 per sostegno scambi internazionali, sostegno ai dottorandi, sostegno alla disabilità). La media nazionale posti letto/iscritti è pari al 4%. Il servizio ristorazione conta invece circa 500.000 pasti annuali con una tariffa per tutti che varia a seconda della tipologia di pasto dai 3,10 ai 4,90 euro. Nelle altre regioni le tariffe sono diversificate in base al reddito e mediamente hanno un importo più alto.

 

"A parità di risorse - afferma il rettore Paolo Collini - questa riforma è da preferire di gran lunga". Della stessa idea il presidente dell'Opera universitaria Alberto Molinari: "Prima venivano erogate borse di nemmeno mille euro, poco più di un euro al giorno, che poco incidevano sulla capacità di garantire il diritto allo studio. Ora - prosegue il presidente - riusciamo a intervenire con maggio capacità su chi ha più bisogno di avere un sostegno economico".  Sulle ragioni delle proteste degli studenti, il rettore afferma che "la competitività dell'università di Trento non dipende certo dalle borse di studio come qualcuno sostiene, l'attrattiva è data dall'insieme dei servizi e dall'offerta formativa". 

 

 

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