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"La grande musica non ha tempo", dopo il successo internazionale "The Watch plays Genesis" fa tappa in città. Rossetti: "Accolgo le 'vibrazioni' di un giovane Peter Gabriel"

La band milanese The Watch sarà protagonista all'Auditorium Santa Chiara di un live che celebra due iconici album dei Genesis. La voce del gruppo Simone Rossetti: "Il pubblico inglese? Scatenato. Quello italiano più tranquillo e attento all'ascolto. Ospitammo in un disco il chitarrista dei Genesis Steve Hackett, grande persona che ha sempre appoggiato il nostro progetto"

Di Federico Oselini - 01 marzo 2025 - 13:10

TRENTO. Dopo il successo internazionale - dagli Usa, all'Inghilterra e alle principali capitali europee – il live "The Watch Plays Genesis" fa tappa a Trento sabato 1 marzo (ore 21) all'Auditorium Santa Chiara (INFO).

 

La band milanese The Watch, la cui musica si ispira al rock progressive degli anni Settanta, proporrà un live che celebra gli iconici album dei Genesi Selling England by the Pound e Foxtrot cercando, come spiega a il Dolomiti il frontman della band Simone Rossetti, di non "sostituirsi" agli originali ma di trasmettere determinate sfumature musicali con un taglio "originale".

 

Sul palcoscenico, oltre a Simone Rossetti, saliranno Andrea Giustiniani alle chitarre, Mattia Rossetti al Basso, Valerio De Vittorio al piano, organo, sinth e mellotron e Francesco Vaccarezza alla batteria e, come spiega la band, ad essere "catturate" saranno l'essenza e l'atmosfera dei primi anni del gruppo inglese, anche grazie ad una voce che si avvicina, pur non sovrapponendosi, a quella del giovane Peter Gabriel degli anni Settanta.

 

Simone Rossetti, che concerto si deve aspettare il pubblico?

 

In scaletta sono presenti tutte le canzoni, suonate dalla prima all'ultima, di due degli album più iconici dei Genesis dell'era di Peter Gabriel: già questo posso dire che rappresenti una scelta inedita. Anche se non vengono riproposti le scenografie e i costumi utilizzati dalla band al tempo se il pubblico chiuderà gli occhi, e questo ce lo hanno confermato in molti dopo i vari live, sembrerà di fare un salto nel tempo al 1972-1973. Suoneremo poi due vere e proprie "chicche" mai suonate dal vivo, e che siamo felici di poter proporre al pubblico.

 

L'operazione è indubbiamente interessante. Cosa trasmettono all'oggi questi brani, soprattutto ad un pubblico giovane che quell'epoca artistica non l'ha vissuta?

 

Posso dire che la valenza della buona musica, che diventa quindi arte, si svincola sempre dalle mode del momento per abbracciare diverse epoche. Nella nostra band ci sono tre giovani che si sono appassionati ai Genesis prima come ascoltatori e poi come musicisti, e questo è molto significativo, così come lo è il fatto che ad assistere ai nostri concerti vengano molte famiglie con figli giovanissimi, che hanno l'opportunità di ascoltare una musica unica e che esce dagli schemi della proposta contemporanea. Per noi quindi questo progetto si può dire che rappresenti una sfida vinta, anche per il fatto che tutto viene suonato live, altro aspetto raro se si considerano molti concerti del giorno d'oggi.

 

Perdoni il gioco di parole, qual è la genesi di questo omaggio ai Genesis?

 

Il punto di partenza sta tutto qui: ci siamo resi conto che i brani della band inglese ci riuscivano e inizialmente li accostavamo nei live alla nostra musica originale, poi abbiamo realizzato che funzionavano molto bene e abbiamo deciso di proporre questo tipo concerti che stanno riscuotendo grande successo ad ogni latitudine.

 

Lei è voce e "anima" del live, come ci confronta artisticamente con la figura di Peter Gabriel?

 

Chiaramente la dimensione è totalmente diversa e io stesso, personalmente, sono "diverso" da Peter Gabriel: questo fa si che riusciamo a dare un taglio "personale" alle canzoni, senza assolutamente voler imitare e "sostituirsi" agli originali. Amo lo stile e la voce di Gabriel, da sempre, e l'impegno da parte mia è sempre massimo per riuscire a trasferire quelle emozioni e quello spirito artistico appartenente ad un'epoca artistica unica. Penso anche che il fatto che la nostra band produca molta musica originale ci aiuti in questa "interpretazione", e a trasmettere determinate sfumature musicali.

 

E in passato in un vostro progetto avete ospitato anche Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis.

 

Ha suonato in un brano del nostro settimo disco, e questa è stata una grande soddisfazione anche perché apprezziamo moltissimo il suo stile. In relazione a questo progetto lui ci ha sempre appoggiato, è una persona straordinaria e addirittura ha registrato per lo show precedente alcuni inserti audio in cui esprimeva l'apprezzamento nei confronti della nostra musica, e questo è stato un grande regalo ma soprattutto una grande soddisfazione.

 

Il vostro spettacolo ha riscosso grande successo a livello internazionale, ma anche nazionale. Che differenze avete notato nel relazionarvi con pubblici così diversi?

 

Siamo consapevoli che a seconda del luogo in cui ci esibiamo il pubblico che incontriamo è "differente". Credo che gli ascoltatori che più si sono lasciati coinvolgere dal nostro live siano stati gli inglesi, e questo è una soddisfazione perché naturalmente, da italiani, proporre musica anglofona e venire apprezzati è un traguardo importante. Oltremanica ci sono poi molti locali che propongono musica live, mentre in Italia scarseggiano, e in quei contesti il coinvolgimento è ancora maggiore e la cosa incredibile è che quando scoprono che siamo una band italiana spesso non ci credono (ride, ndr). Il pubblico italiano invece è più "composto" e "quieto" e solo a fine concerto si scatena, il che sottende però una grande attenzione all'ascolto della musica, e anche questo è positivo.

 

Un ultima battuta, continuerete a ripercorrere la discografia dei Genesis per portarla "nel futuro"?

 

Assolutamente, in alcuni Paesi stiamo giù proponendo uno live dedicato al doppio album "The Lamb Lies Down on Broadway" e questo a breve farà tappa anche in Italia, con il tour che verrà annunciato prossimamente e che in autunno toccherà le principali città italiane, ma anche europee.

 

 

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