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Nuove opere di presa sul Lago d’Idro, la Commissione Europea richiama l’Italia al rispetto delle norme ambientali e di trasparenza

Alex Marini: "La risposta della Commissione europea rappresenta un chiaro richiamo alle istituzioni italiane, che non possono più ignorare i principi fondamentali della governance ambientale"

Di GF - 30 gennaio 2025 - 13:03

TRENTO. Un richiamo al rispetto delle norme ambientali, è quello arrivato dalla Commissione europea all'Italia in merito alla controversa vicenda delle nuove opere di presa sul Lago d’Idro. A seguire la vicenda da tempo è l'esponente del M5S Alex Marini.

 
Tutto è iniziato nel dicembre 2024, quando l’europarlamentare Gaetano Pedullà ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere un pronunciamento sulla legittimità delle procedure seguite. L’iniziativa nasce dall’esigenza di fare chiarezza su alcuni aspetti fondamentali relativi alla procedura di proroga della valutazione di impatto ambientale per le nuove opere di regolazione del lago. In particolare, l’attenzione si concentra sul rispetto dei principi di trasparenza e partecipazione pubblica, cardini della Convenzione di Aarhus e della normativa europea in materia ambientale.

 

L’interrogazione, formulata a partire dal caso concreto affrontato in prima istanza dalla consigliera Paola Pollini nel Consiglio regionale lombardo, solleva dubbi sul rispetto delle direttive comunitarie in materia di informazione ambientale e partecipazione pubblica, principi fondamentali sanciti dalla Convenzione di Aarhus e recepiti nel diritto dell’Unione Europea.

 

Il Lago d’Idro, un ecosistema fragile e parte della rete Natura 2000, è al centro di un progetto di regolazione delle acque avviato all’inizio degli anni 2000. Nonostante le modifiche sostanziali apportate al progetto nel corso degli anni, le proroghe concesse al provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale  non hanno garantito una corretta informazione ambientale né una partecipazione pubblica adeguata. Inoltre, gli enti locali direttamente interessati non sono stati coinvolti nelle decisioni, disattendendo così i principi di trasparenza e sussidiarietà.

 

Nelle scorse ore è arrivata la risposta della commissione europea, da parte della commissaria all’Ambiente, resilienza idrica ed economia circolare competitiva Jessika Roswall, che ha  ribadito con forza i principi che devono guidare le procedure. 

 

In un primo punto viene ricordato il compito degli stati membri di adottare tutte le disposizioni necessarie affinché, prima del rilascio dell'autorizzazione, per i progetti per i quali si prevede un significativo impatto ambientale,  sia prevista un'autorizzazione e una valutazione del loro impatto. Per questo al pubblico interessato devono essere offerte effettive opportunità di partecipazione alle procedure decisionali in materia ambientale oltre al diritto di esprimere osservazioni e pareri. 

 

Oltre a questo le autorità locali e regionali, in virtù delle loro competenze specifiche, devono essere coinvolte nel processo decisionale. Le proroghe, inoltre, non possono eludere gli obblighi di informazione e partecipazione. Infine, fatto salvo il ruolo della Commissione quale custode dei trattati, spetta in primo luogo agli Stati membri assicurare il rispetto del diritto dell'Ue, anche per quanto riguarda la verifica dei singoli casi di potenziale violazione delle procedure di autorizzazione. 

“Purtroppo – spiega Alex Marini - questa vicenda non è un caso isolato. Troppo spesso, i politici italiani tendono a sottovalutare gli obblighi di informazione ambientale e di partecipazione pubblica, consapevoli che la consapevolezza sociale su questi temi è ancora limitata e che i rimedi della giustizia ambientale sono troppo spesso inefficaci. Tuttavia, la risposta della Commissione europea rappresenta un chiaro richiamo alle istituzioni italiane, che non possono più ignorare i principi fondamentali della governance ambientale”.  Per l'esponente del M5S è ora “di porre fine a pratiche opache e di garantire che progetti con un impatto significativo sull’ambiente, come quelli sul Lago d’Idro, siano affrontati con trasparenza, coinvolgendo attivamente le comunità locali e rispettando gli ecosistemi fragili”. 

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