Crisi del commercio, oltre 600 saracinesche abbassate in provincia. Baratella: "Dialogo tra politica e imprese fondamentale per far comprendere ai politici le difficoltà"
Il presidente provinciale dei commercianti Ivan Baratella parla della crisi del commercio: "Sarà, ma ormai siamo abituati a quest'espressione, un anno di lacrime e sangue e a giocare un ruolo decisivo sarà anche l'aumento del costo dell'energia"
TRENTO. Tra il 2014 e il 2024 in provincia di Trento hanno abbassato le saracinesca circa 630 negozi, a livello nazionale oltre 140 mila. Numeri impressionanti che, messi alla luce dal presidente provinciale dei commercianti aderenti a Confesercenti Ivan Baratella, delineano un ritratto drammatico degli effetti della crisi del commercio che sta coinvolgendo pesantemente anche il Trentino.
E per rendersene conto basta una semplice passeggiata per le vie del centro città e nel cuore dei centri più piccoli, dove sono numerose le vetrine vuote, evidenza che a detta di Baratella incide negativamente anche sulla qualità della vita, con la rete delle piccole attività commerciali che rappresenta un valore aggiunto a livello sociale, oltre che economico.
"Di questo problema si parla da parecchi anni ma a mio avviso non viene affrontato nel modo corretto – osserva Baratella – ed è necessario comprendere bene, attraverso un dialogo tra le categorie e le istituzioni, come intervenire sia a livello locale che nazionale".
Ad essere poste sotto la lente di ingrandimento dal presidente trentino dei commercianti sono le principali cause del problema: "Sicuramente i costi fissi di gestione delle attività, dagli affitti alle bollette sempre crescenti, hanno un impatto fondamentale così come la crescita smisurata dell'e-commerce, con i consumatori che nel post Covid hanno seguito sempre più l'onda degli acquisti online". Una concorrenza, a detta di Baratella, sleale anche sulla base delle tassazioni minori a cui i negozi online sono assoggettati.
E se i numeri fino allo scorso anno non sorridono, lo sguardo su questo 2025 ormai iniziato non si apre certo all'ottimismo: "Sarà, ma ormai siamo abituati a quest'espressione, un anno di lacrime e sangue e a giocare un ruolo decisivo sarà anche l'aumento del costo dell'energia, ance se è presto per capire la portata dell'effetto degli aumenti. Chiaro è che sarà necessario trarre delle conclusioni e strutturare interventi mirati".
Noi, come operatori del settore e rappresentanti di categoria, poniamo all'attenzione sull'importanza di incentivi alle nuove attività, con sgravi fiscali e anche formazioni specifiche su come gestire un efficace negozio online a spese contenute per l'esercente, ed il pensiero va soprattutto alle piccole realtà che devono saper gestire in autonomia questa transizione senza essere gravate da costi ulteriori.
Ma quali sono, e saranno, gli ambiti più colpiti da questa crisi? Baratella mette in evidenza la difficoltà di tutte le piccole attività e di tutti gli esercizi di vendita al dettaglio, dall'abbigliamento ai prodotti tessili ma anche le edicole e i piccoli negozi di elettrodomestici. Naturalmente anche i piccoli negozi di prossimità dei paesi, che più degli altri soffrono anche la concorrenza delle grandi catene.
Il presidente dei commercianti, tornando alle cause del problema, fa poi un focus sulla città di Trento e su alcune problematiche che contribuiscono a mettere in difficoltà ulteriormente le attività commerciali, sottolineando come per affrontarle lo scorso anno sia stato istituito un Tavolo operativo – a cui siedono le associazioni di categoria e il Comune – ma come questo finora non sia "ancora decollato", con ancora nessuna riunione all'attivo.
"È necessario affrontare il tema centrale della sicurezza urbana dal momento che si registrano molti episodi di microcriminalità soprattutto in determinate aree – spiega Baratella – con alcuni commercianti che hanno denunciato una drastica riduzione fino al 60% degli incassi proprio per questo motivo. Altro tema cardinale è quello della mancanza dei parcheggi, ed il fatto che i pochi disponibili abbiano prezzi elevati e la costante presenza di cantieri che creano disagi alle persone che arrivano in città: sotto questo aspetto servirebbe più lungimiranza nella gestione delle aree coinvolte, questo tenendo conto proprio dei disagi patiti dagli esercenti e dall'utenza".
Ma quali dunque le soluzioni per interrompere una vera e propria "emorragia di imprese" che, oltre a rischiare di mettere in ginocchio un intero settore, rischia di avere ripercussioni sociali importanti?
"Al di là degli incentivi, a livello provinciale sarebbero necessarie delle vere e proprie campagne di educazione all'acquisto per far comprendere ai cittadini l'importanza dei negozi fisici che rappresentano una garanzia per l'utente sia in termini di qualità che di affidabilità – spiega Ivan Baratella – e come Confesercenti sotto questo aspetto siamo già attivi. Sarebbe però opportuno strutturare anche campagne istituzionali con questo obiettivo, che indubbiamente gioverebbero ad esercenti e utenti".
A precisa domanda su quali siano le richieste del settore commercio, il presidente Baratella rimarca l'importanza di interventi volti a far ripartire il volano del commercio e come serva un maggior dialogo e una più spiccata collaborazione tra la categoria e la politica, invitata a prendere maggiormente coscienza dei problemi di chi si trova a vivere, alla luce della situazione contemporanea, un momento di difficoltà.
"Ritengo fondamentale rafforzare il dialogo tra la politica e il mondo delle imprese, favorendo un confronto diretto con chi affronta quotidianamente le sfide economiche. Per questo – conclude Ivan Baratella – sarebbe utile intensificare la collaborazione con le associazioni di categoria, che permetta ai rappresentanti politici di entrare in contatto con la realtà degli esercenti, comprendendone le difficoltà e le esigenze".