Muore colpito da un taser, la Procura dopo l'autopsia: "L'assunzione di cocaina ha comportato un evento cardiaco"
Il dramma era avvenuto nella scorsa estate. Dopo aver chiamato i carabinieri Carlo Lattanzio si era scagliato contro le forze dell'ordine che l'avevano colpito con il taser. Pochi minuti dopo il 42enne era morto. La Procura interviene dopo le analisi dell'autopsia e degli accertamenti medico-legali
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BOLZANO. "La causa della morte è ricondotta all'assunzione di cocaina". Questo scrive la Procura della Repubblica con riferimento alla vicenda di Carlo Lattanzio. Il 42enne era morto la scorsa estate a Colle Isarco dopo l'intervento delle forze dell'ordine con taser. "La sostanza stupefacente ha comportato un evento cardiaco acuto di tipo aritmico o vasospastico".
Il dramma era avvenuto intorno alle 2 della notte tra domenica 8 e lunedì 9 luglio. Il 42enne era un operaio stagionale di un'azienda edile di Vipiteno e viveva allo Sporthotel di piazza Ibsen.
Era stato proprio Lattanzio a chiamare il 112, molto agitato, per segnalare la presenza di persone fuori della sua stanza. A intervenire i carabinieri, con i vigili del fuoco e il personale sanitario.
Il 42enne è però apparso "fin da subito in stato confusionale e aggressivo", ricorda la Procura. "Per contenerlo è stato utilizzato il taser in dotazione delle forze dell'ordine. Poco dopo essere stato attinto dal dardo, l'uomo è deceduto" (Qui articolo).
L'autopsia eseguita nei giorni immediatamente successivi non aveva però portato chiarezza sulle cause della morte (Qui articolo), mentre le ulteriori analisi e gli accertamenti medico-legali svolti dai consulenti stabiliscono che "la causa della morte è stata ricondotta all’assunzione di cocaina che ha comportato un evento cardiaco acuto di tipo aritmico o vasospastico".
Dalle analisi tossicologiche è emersa "un’elevata concentrazione di cocaina e, secondo la consulenza, tenuto conto del processo di redistribuzione e l’idrolisi della cocaina nei suoi metaboliti - prosegue la Procura -nonché del tempo di latenza tra l’assunzione della stessa e la morte del soggetto, è ragionevole ritenere che al momento del decesso la concentrazione di cocaina fosse ancora maggiore".
Nel caso di specie, "tenuto conto del grado di intossicazione da cocaina, la stessa è stata di per sé causa sufficiente a cagionare la morte - aggiunge la Procura - mentre un eventuale ruolo concausale da parte del taser resta un’ipotesi altamente improbabile. Non ci sono allo stato attuale prove scientifiche che correlino con certezza l’uso di dispositivi di controllo elettronico come il taser a eventi cardiaci di tipo aritmico; i valori di carica elettrica necessari a indurre una fibrillazione ventricolare sono 200 volte maggiori di quelli emessi da tali dispositivi".
La Procura conclude che "nonostante il rischio di sviluppo di fibrillazione ventricolare indotta da taser sia descritto in letteratura come trascurabile, in alcuni studi la percentuale è stata stimata fino al 5%. In questi casi è però, secondo quanto riportato dalla consulenza, impossibile prescindere dalla multifattorialità degli scenari descritti, laddove solitamente un quadro cardio patologico di base si intrinseca con l’intossicazione acuta da sostanze ad azione cardiotossica e con fattori di stress situazionale correlati all’estrema agitazione da fuga e/o immobilizzazione (es. excited delirium). Tali condizioni, favorendo lo sviluppo dell’acidosi lattica, possono infatti abbassare di per sé la soglia di insorgenza di aritmie fatali portando al decesso dei soggetti, indipendentemente dall’utilizzo del dispositivo taser".