Le sparano e la lasciano agonizzante in un campo, la gattina Vittoria recuperata da una passante: ora lotta tra la vita e la morte
La gattina è stata ritrovata in un campo ai margini di una stradina, prima è stata impallinata e poi aggredita a morsi da un altro animale. La passante che l'ha trovata: " Ho deciso di chiamarla Vittoria, vorrei che la sua salvezza rappresentasse un successo sulla cattiveria di chi l'ha ridotta così"
ROVATO. Prima qualcuno le ha sparato e poi l'ha lasciata ferita e agonizzante nel fango: la gattina Vittoria è stata ritrovata da una passante e ora sta lottando tra la vita e la morte.
L'ennesimo episodio di violenza nei confronti di animali è avvenuto nei giorni scorsi a Rovato nel bresciano, dove una gatta randagia è stata ritrovata ferita ai margini di una stradina nelle vicinanze di via Rimembranze.
A raccontare la vicenda è Pinorella Begni che ha effettuato il ritrovamento, portando immediatamente l'animale ferito dal suo veterinario di fiducia: "Stavo passeggiando con il mio cane quando ho intravvisto una sagoma bianca, realizzando poi che si trattava di una gattina accovacciata".
La passante si è subito resa conto che l'animale era gravemente ferito, con l'orecchio completamente distrutto e gravi lesioni alla testa.
"L'ho immediatamente recuperata e l'ho portata tempestivamente dal veterinario – racconta Begni – e dalla prima visità è emerso come le sue condizioni fossero estremamente gravi: l'ipotesi era anche quella di procedere con un'eutanasia ma ci siamo resi conto che la gatta era comunque reattiva e che cercava del cibo, così ho chiesto di fare il possibile per provare a salvarla".
Iniziate le medicazioni, avviene però una brutta scoperta: durante le operazioni mediche, spiega Pinorella Begni, sono stati estratti due pallini di piombo che testimoniano che la gatta è stata prima impallinata e poi successivamente aggredita a morsi da qualche altro animale.
"La gatta a causa dei traumi subiti ha subito inoltre un danno all'apparato vestibolare e ha quindi gravi problemi di equlibrio" conclude Begni, che specifica come verrà fatto il possibile per provare a salvare l'animale: "La gatta non ha un microchip e così ho deciso di chiamarla Vittoria: se tutto dovesse andare bene vorrei che la sua salvezza rappresentasse appunto un successo sulla cattiveria di chi l'ha ridotta in queste condizioni".