Crollo dei giovani, la Cgia:"In Italia in 10 anni 750mila under 35 in meno", ma il Trentino Alto Adige è "salvo". Ecco i dati
Dal 2014 al 2024 la popolazione nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è diminuita di quasi il 6 per cento. La Cgia: "Previsioni per il futuro non sono rassicuranti"
TRENTO. Il numero dei giovani in Italia è crollato: negli ultimi dieci anni la popolazione italiana nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è diminuita di quasi 750mila unità, in percentuale quasi il 6 per cento.
A far squillare il campanello d'allarme sono i dati analizzati e forniti dall’Ufficio Studi della Cgia, l'Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre che specifica come nel 2014 il numero di giovani si attestava a 12,8 milioni, mentre nel 2024 è sceso a meno di 12,1: la contrazione, viene sottolineato, ha colpito principalmente le regioni del Sud toccate da un calo quasi del 98 per cento.
Diverso il discorso per il Nord Italia, dove il saldo di quasi tutte le regioni è preceduto dal segno più: dato, spiega la Cgia, "in parte ascrivibile alla presenza degli stranieri e alla migrazione dei giovani dal Mezzogiorno". Guardando nello specifico alle varie aree, tra il 2014 e il 2024 la popolazione giovanile è aumentata di 46.821 unità nel Nordest e di 55.420 nel Nordovest, rispettivamente del +2 e +1,8 per cento.
E tra le regioni al momento non toccate dall'allarmate fenomeno c’è anche il Trentino-Alto Adige – terz'ultimo in questa particolare classifica dedicata al calo dei giovani dietro a Lombardia (+3,2 per cento) ed Emilia Romagna (+5,6 per cento) – dove il numero di giovani tra i 15 e i 34 anni è cresciuto del 2,2 per cento dal 2014 ad oggi: guardando alle due province autonome, in Trentino il dato si avvicina al +3 per cento con 3278 giovani in più, mentre in Alto Adige si parla di un +1,5 per cento corrispondente ad una crescita di 1780 giovani.
Tornando, sul piano nazionale, la Ggia sottolinea come anche le previsioni per il futuro non siano rassicuranti, con il fenomeno della denatalità che "continuerà a fare sentire i suoi effetti negativi in tutto il Paese".
In aggiunta alla diminuzione, spiega lo studio, quando si analizza la platea giovanile l’Italia presenta altri indicatori negativi: "Il tasso di occupazione e il livello di istruzione sono tra i più bassi d’Europa e l’abbandono scolastico rimane una problematica significativa soprattutto nelle regioni meridionali". Criticità che nei prossimi decenni potrebbero avere ripercussioni gravissime sul mondo imprenditoriale.
"Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è sempre più evidente – spiega la Ggia – e richiede scelte politiche urgenti; investendo, in particolare, molte più risorse nella scuola, nell’università e soprattutto, nella formazione professionale".