Abbattimento kj1, Fugatti: "Respinta richiesta danni da 1,1 milioni di euro delle associazioni animaliste. Sentenza conferma la priorità della vita umana"
Il tribunale ha respinto i ricorsi delle associazioni animaliste sull'abbattimento di Kj1, responsabile dell'aggressione di un turista francese nella zona di Dro. Il presidente Fugatti: "La priorità è garantire la sicurezza delle persone, che non poteva essere fatto né attraverso la ‘chiusura' delle aree in cui vive l’esemplare pericoloso, né optando per la cattura finalizzata a un’eventuale captivazione"
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TRENTO. Nessun risarcimento per l'abbattimento dell'orsa Kj1. Il tribunale di Trento ha respinto i riscorsi delle associazioni animaliste nei quali si arrivava a una quota di 1,1 milioni di euro.
In entrambe le sentenze, il Tribunale presieduto da Alessandra Farina ha evidenziato come “la legittimità del provvedimento esclude il presupposto dell’ingiustizia del danno che le associazioni ricorrenti deducono di aver subito”.
"Il Tar nega il risarcimento che il nostro ente avrebbe dovuto altrimenti versare alle associazioni - commenta il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che ricorda di aver firmato il decreto di abbattimento dell’esemplare (eseguito dal Corpo forestale trentino il 30 luglio 2024) dopo l’aggressione a un turista francese il 16 luglio e 7 interazioni con l’uomo - ma nella sua sentenza propone alcune puntualizzazioni su cui l’Amministrazione provinciale, con il Servizio faunistico e l’avvocatura, si erano espresse in più occasioni: la vita di un uomo vale più di quella di un animale. La priorità è garantire la sicurezza delle persone, che non poteva essere fatto né attraverso la ‘chiusura' delle aree in cui vive l’esemplare pericoloso, quale soluzione alternativa alla rimozione, né optando per la cattura finalizzata a un’eventuale captivazione".
La Provincia esprime quindi soddisfazione. "Ricordiamo che per gli orsi ritenuti ad 'alto rischio', il rapporto Ispra-Muse (2021) suggerisce l’immediata rimozione", prosegue piazza Dante. "Una rimozione che non deve pregiudicare il mantenimento della popolazione della specie. Nelle due sentenze, il Tar di Trento riconosce l’adeguatezza dell’ampia istruttoria svolta da piazza Dante, innanzitutto, sui presupposti che hanno portato alla rimozione dell’orsa KJ1, conformi a quanto previsto dal Pacobace e al parere di Ispra".
In secondo luogo, "il tribunale evidenzia come la Provincia abbia correttamente analizzato e preso in considerazione anche le alternative all’abbattimento, eseguito in tempi rapidi al fine di ridurre i rischi alla sicurezza pubblica derivanti dall’eventuale mantenimento in uno stato di libertà di un esemplare classificato come pericoloso".
Inoltre, "nonostante l’articolo 9 della Costituzione (modificato solo 3 anni fa) preveda espressamente la tutela degli animali tra i principi fondamentali, il Tribunale ha statuito che non c'è dubbio che, sul piano assiologico-valoriale, la Costituzione vigente, ove si configuri un effettivo conflitto tra la vita e l’integrità fisica di un essere umano e la vita o l’integrità fisica di un animale, impone in via prioritaria e indefettibile la tutela dell’essere umano", prosegue la nota della Provincia. "L’ordinamento vigente, si legge nella sentenza del giudice, non accorda in linea generale una tutela rafforzata all’animale quando questo entri in effettivo conflitto con esigenze di tutela della sicurezza pubblica. Non solo: l’affermazione secondo cui la captivazione permanente dell’orso sarebbe sempre comunque da preferire, non persuade anche perché si pone in contrasto con le norme che impongono di tener conto delle esigenze in materia di benessere degli animali, al fine di risparmiargli sofferenze inflitte senza necessità o senza una giustificazione ragionevole".
L'esemplare Kj1 era ritenuta responsabile dell'aggressione di un turista francese avvenuta il 16 luglio dell'anno scorso nella zona di Dro. I test genetici condotti dalla Fondazione Mach avevano confermato l'identità dell'orsa. Da lì il decreto di prelievo con il parere non contrario di Ispra. Il 24 luglio il plantigrado era stato catturato nell'Alto Garda, per essere munito di radiocollare, e rilasciato.
Il 30 luglio il corpo forestale aveva poi dato esecuzione al decreto della Provincia nei boschi sopra Padaro di Arco. Le associazioni animaliste, che avevano contestato le modalità e l'abbattimento, avevano quantificato i danni e presentato una richiesta di risarcimento a piazza Dante. Per il tribunale nulla è dovuto. La battaglia legale sul caso, però, potrebbe non finire qui.