"Vogliamo far parte del Trentino", si riaccende la speranza per 3 comuni di confine: dopo 15 anni dal referendum pronti nuovi colloqui con il Ministero
I comuni lombardi di Valverstino e Magasa negli ultimi mesi sembrano essere riusciti ad intavolare una prima interlocuzione tra le regioni di Lombardia, Trentino Alto Adige e il Ministero degli Affari Regionali assieme al ministro Roberto Calderoli. Il comune veneto di Pedemonte ha approvato una delibera dove chiede l'intervento di Zaia
TRENTO. Nel nome della comune appartenenza storica al territorio dell’Impero austro-ungarico. La battaglia portata avanti dai tre piccoli comuni Pedemonte, Valvestino e Magasa di passare dal Veneto e dalla Lombardia al Trentino, non si ferma.
A circa 15 anni da quello storico referendum del 2008, durante il quale si decretò la volontà di passaggio dei tre territori alla Provincia autonoma di Trento, ora sembra che si stia muovendo qualcosa di concreto.
Si tratta di una questione che va avanti da anni e nonostante l'espressione positiva già arrivata in passato sia dalla Lombardia che dal Trentino Alto Adige, per circa quindici anni tutto è rimasto bloccato.
Negli ultimi mesi sono però aumentati i confronti con il Governo e la strada imboccata sembra essere finalmente quella giusta.
La loro richiesta è fondata su secoli di appartenenza al territorio dell'impero Austro-ungarico e, nel periodo fra le due Guerre mondiali, alla stessa Provincia di Trento dalla quale erano stati forzatamente separati nel 1929 (Pedemonte) e nel 1934 (Magasa e Valvestino).
I tre comuni confinanti fondando la loro motivazione in secoli di appartenenza al territorio dell'impero Austro-ungarico e, nel periodo fra le due Guerre mondiali, alla stessa Provincia di Trento dalla quale erano stati forzatamente separati nel 1929 (Pedemonte) e nel 1934 (Magasa e Valvestino).
Valvestino e Magasa
Per comprendere la situazione è meglio parlare prima dei comuni lombardi. Le due amministrazioni, dopo circa 15 anni di attesa, negli ultimi mesi sembrano essere riuscite ad intavolare una prima interlocuzione tra le regioni di Lombardia, Trentino Alto Adige e il Ministero degli Affari Regionali assieme al ministro Roberto Calderoli.
“Finalmente – viene spiegato a il Dolomiti – dopo il referendum fatto nel 2008, si è incasellato l'avvio della procedura giusta che da tempo attendevano. Proprio in questi giorni si sta definendo e l'attenzione deve essere massima”.
Una “fase preliminare” importante alla quale non si era mai arrivati ma che è fondamentale per riuscire a portare poi una legge in parlamento. In queste settimane si stanno delineando i passi da fare per riuscire finalmente ad ottenere il risultato da parte dei due comuni. “Oltre ai documenti serve un movimento politico, serve una volontà politica chiara” viene spiegato.
Diventare un Comune a tutti gli effetti appartenente al Trentino è un sogno accarezzato da anni e che metterebbe fine ai disagi che la popolazione di questi comuni di confine sta affrontando da troppo tempo a partire dalle attività amministrative divise fra due province. “Non vogliamo passare per motivi economici – spiegano – ma per porre fine ad un sacco di problemi e per regolarizzare la nostra posizione”.
Si sta anche lavorando per portare avanti un nuovo collegamento vero e proprio con il Trentino. E' il tunnel per i comuni di Bondone e Valvestino. "Un intervento viabilistico su cui contiamo molto - spiega a il Dolomiti il sindaco di Valvestino Davide Pace - parliamo di una galleria a nord del lago d'Idro che ci collegherebbe con il comune di Bondone e fatta con i finanziamenti dei fondi confinanti e altri provenienti dalla Lombardia e dal Trentino. Purtroppo ci sono stati dei problemi geologici e si sta rivedendo la progettazione e il maltempo ha allungato i rilievi da fare"
Pedemonte
La situazione del Comune di Pedemonte occorre trattarla a parte. Nelle scorse settimane il consiglio comunale ha approvato una delibera attraverso la quale si vuole sollecitare il Presidente della Giunta Regionale dei Veneto, Luca Zaia, affinché “rilasci una dichiarazione di principio consensuale” favorevole al ritorno di Pedemonte in seno alla Provincia di origine, cioè Trento.
In questo documento il sindaco Roberto Carotta ripercorre il percorso fatto fino ad oggi per arrivare al passaggio di Pedemonte al Trentino a partire dall'esito positivo del referendum che è stato fatto nel 2008 con pubblicazione in Gazzetta il 28 marzo di quell'anno con successiva decorrenza dei 60 giorni entro i quali il Ministro degli Interni avrebbe dovuto presentare il Disegno di Legge Costituzionale al Parlamento. Ciò, però, non avvenne.
Successivamente la Regione Autonoma Trentino Alto Adige, in data 22 novembre 2012, ha trasmesso al Parlamento il proprio voto favorevole alla riunificazione di Pedemonte al proprio territorio in virtù della sua antica appartenenza storica integrata nella circoscrizione della Provincia di Trento. Furono fatti poi altri atti ma fino ad oggi il passaggio di Pedemonte al Trentino è rimasto solo sulla carta.
L'attesa, ora, è di capire se quest'ultima delibera, con tanto di richiesta diretta al governatore Luca Zaia, possa portare ad una evoluzione della situazione anche da parte del Governo.
Ad aspettarsi una risposta è Alberto Baldessari coordinatore del “Comitato Torniamo in Trentino”. “La situazione è ferma dal 2008 quando abbiamo fatto il referendum. In un Paese normale tutto doveva risolversi in pochi mesi. Invece così non è stato, si è cercato di insabbiare e questo è non solo deprimente ma lede la fiducia nella democrazia” ha spiegato a il Dolomiti.