Senza casa dorme con i 3 figli in una tenda al parco. La storia di Amel: “Voglio dare un futuro ai miei bambini, ma nessuno mi aiuta”. Il Comune: “Ci stiamo attivando”
Amel ha 36 anni e assieme ai suoi tre figli di 13,14 e 8 anni, vive in tenda al parco delle Albere da ormai diversi giorni. Lei e suo marito (che fa il muratore a Venezia e rientra solo nel fine settimana) non riescono a trovare una casa. Hanno chiesto aiuto ai servizi sociali ma l'Amministrazione ha le mani legate
TRENTO. E' arrivata in Trentino con suo marito e i suoi tre figli alla ricerca di un futuro migliore ma ora si trova a dormire in una tenda al parco delle Albere. “Qui dormo con un bastone vicino, ho paura per i miei ragazzi”. Amel, 36 anni, è arrivata dalla Tunisia con la sua famiglia nel 2022. Dopo aver vissuto ad Agrigento ed essersi poi trasferita a Gela, dal 26 giugno si trova a Trento.
“L'ho fatto perché credevo che per i miei ragazzi fosse l'occasione di costruirsi una vita migliore, di studiare ma qui nessuno ci sta dando una mano”. Vicino ad alcune piante del parco, Amel aiutata dai figli di 13, 14 e 8 anni, ogni sera costruisce due tende verdi, all'interno ci mettere delle coperte e accanto una grossa valigia nera piena di vestiti.
Il marito di Amel non vive con lei. Quando sono arrivati a Trento lui è riuscito a trovarsi un lavoro in una ditta edile che opera fuori provincia. “Lavora come muratore a Venezia e dorme assieme agli altri operai. Ci vediamo le volte in cui torna nel fine settimana, ha un lavoro, tutti facciamo sacrifici, gli ho detto io che non deve preoccuparsi” ci racconta la 36enne mentre il cellulare inizia a suonare e compare il nome del compagno che vuole sapere come sta e come ha trascorso la giornata.
Anche lei nelle scorse settimane è riuscita a trovarsi un'occupazione a tempo determinato in una ditta delle pulizie e lavora all'ospedale Santa Chiara. Nonostante i due stipendi, però, lo scoglio più grosso è rimasta la casa impossibile da trovare. “Abbiamo girato e chiesto aiuto – ci racconta – ma vengono richiesti dei contratti a tempo indeterminato che è impossibile averli visto che abbiamo iniziato a lavorare da poco tempo e in alcuni casi gli importi sono davvero alti”.
Un richiesta di aiuto, ci spiega sempre Amel “l'abbiamo fatta anche al comune di Trento, ai servizi sociali ma nulla. I miei figli dovrebbero tornare a scuola a settembre, due alle medie e una alle elementari, ma come faranno? Non ci viene nemmeno data una residenza provvisoria, nulla di nulla”.
La pioggia dei giorni scorsi ha bagnato le coperte che Amel e i suoi figli usano per dormire sull'erba. “Senti – ci dice – sono ancora tutte umide. Non è facile continuare in questo modo. Non siamo delle cattive persone, non vogliamo nulla gratuitamente, paghiamo l'affitto, paghiamo le tasse, vogliamo solo un aiuto per trovare un appartamento e poi iniziare di nuova la nostra vita”.
In queste situazione affinché l'amministrazione inizia a muoversi serve avere la residenza a Trento. Purtroppo, in caso contrario, il Comune ha le mani legate. Le norme parlano chiaro e a dirlo è l'assessore Alberto Pedrotti che ha però anche spiegato di aver già contattato alcune associazioni per aiutare la famiglia.
“E' vero che queste persone si sono rivolte ai servizi sociali del Comune di Trento – spiega Pedrotti – ma il problema principale è che loro non sono residenti qui ma ad Agrigento. Se hanno deciso di andarsene un motivo c'è e non lo mettiamo in dubbio ma la presa in carico spetta sempre al comune di residenza”.
Impossibile, almeno per il momento, ottenere un trasferimento di residenza. “Per farlo serve avere il centro del proprio interesse in città. Qui invece ci troviamo con il marito che lavora a Venezia e lei, non hanno una casa e lei lavoro da poco. Mancano purtroppo i presupposti”.
Detto questo l'assessore Pedrotti ha spiegato che l'amministrazione comunale di Trento si è già messa moto per cercare un aiuto a questa famiglia contattando una rete di associazioni e la Caritas. "Ci siamo attivati per dare una mano a questa persone. Non è una soluzione semplice, ma l'impegno c'è”.