Zecche, il direttore di Malattie infettive: “Se tolte entro 12 ore la probabilità d'infezione cala drasticamente. Per la Tbe esiste il vaccino, perché non farlo?”
Il direttore del reparto di Malattie infettive del Santa Chiara, Massimiliano Lanzafame, spiega a il Dolomiti: “I casi d'infezione causati dal morso di zecca stanno aumentando, ma la situazione a livello ospedaliero è grosso modo la stessa osservata negli anni precedenti alla pandemia”. Ecco quali sono i rischi associati alla Tbe ed alla malattia di Lyme
TRENTO. “Fattori come il caldo anomalo che stiamo osservando in questa fase favoriscono certamente la diffusione delle zecche: i casi di Tbe stanno aumentando e la situazione a livello ospedaliero è grosso modo la stessa osservata negli anni precedenti alla pandemia”. Durante le fasi più acute del Covid infatti, dice a il Dolomiti il direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Santa Chiara di Trento Massimiliano Lanzafame, tra lockdown e restrizioni alla mobilità della cittadinanza “i casi di punture di zecche sono stati nettamente inferiori”, ma ora la situazione, anche a livello ospedaliero, sta tornando velocemente alla “norma”.
Nelle ultime settimane, spiega infatti Lanzafame: “All'ospedale di Rovereto ci sono stati tre casi di Tbe che non sono però evoluti, fortunatamente, in encefaliti. Un paio di settimane fa c'è stato un ricovero anche al Santa Chiara ed in Pronto soccorso abbiamo visto diverse persone presentarsi con punture di zecca. Per la maggior parte però erano fortunatamente negativi o comunque pauci-sintomatici”. La situazione, insomma, è al momento in una “fase di controllo”, dice Lanzafame, nonostante i numeri dei casi di Tbe registrati in Trentino siano già oggi ben superiore alla media per l'intera stagione (Qui Articolo).
“Ciò che mi permetto di raccomandare – continua il direttore del reparto di Malattie infettive – è una vigile auto-sorveglianza per chi fa gite in montagna o in campagna. La cosa più importante in assoluto è il fattore tempo: se la zecca viene tolta entro 12 ore la probabilità di infezione cala drasticamente. Prima si toglie quindi, meglio è: dopo una gita nella natura è sempre meglio controllarsi attentamente. La seconda cosa poi è il vaccino contro la Tbe: esiste, perché non farlo?”. Parlando proprio di vaccini, la direttrice del Dipartimento di prevenzione e dell'Unità operativa di igiene e sanità pubblica dell'Apss Maria Grazia Zuccali aveva spiegato a il Dolomiti come in generale quest'anno si stia registrando in Trentino un importante aumento di richieste di vaccinazioni contro la Tbe, che ha portato le autorità sanitarie ad aprire nuove agende agli inizi di luglio.
La Tbe è però solo una delle principali patologie che il morso di una zecca infetta può comportare: “L'altra è la malattia di Lyme – spiega Lanzafame –, per la quale non esiste un vaccino, e che se non viene riconosciuta e trattata può evolvere in una patologia estremamente debilitante. Inizialmente si manifesta con una fase cutanea, con il noto eritema che circonda il morso, per poi passare potenzialmente ad interessare il sistema cardiaco e poi quello nervoso centrale. In questo caso si parla di neuroborreliosi”. Il problema principale con la malattia di Lyme, continua il medico: “E' che ha un'evoluzione subdola ed è difficile da riconoscere dal punto di vista diagnostico, arrivando potenzialmente ad evolversi nel giro di anni. La terapia è costituita dall'utilizzo di antibiotici ed esiste anche la possibilità di una profilassi (sempre con utilizzo di antibiotici) subito dopo l'esposizione per evitare la comparsa della malattia”.
Per quanto riguarda la Tbe invece, dice il direttore del reparto di Malattie infettive al Santa Chiara: “L'evoluzione è più acuta. Pur essendo le terapie solo sintomatiche, con l'utilizzo per i pazienti di farmaci cortisonici, al momento l'evoluzione clinica dei casi segnalati è comunque stata favorevole, anche se la malattia può risultare letale”. Una volta che un caso viene segnalato alle autorità sanitarie, nei giorni successivi viene poi avviata l'inchiesta epidemiologica per cercare di capire se il paziente è stato morso in zone già 'note'.
Il vaccino contro la TBE può essere fatto da adulti e bambini a partire dal primo anno di età. Il ciclo vaccinale è di tre dosi, la seconda va effettuata 1-3 mesi dopo la prima mentre la terza va essere fatta 5-12 mesi dalla seconda. La vaccinazione può essere prenotata senza ricetta sul CUP online (https://cup.apss.tn.it). L’indicazione è di iniziare il ciclo vaccinale preferibilmente nella stagione autunnale/invernale in modo da essere adeguatamente coperti per la stagione estiva. Per maggiori informazioni sulle zecche e le malattie potenzialmente trasmissibili: https://www.apss.tn.it/Documenti-e-dati/Pubblicazioni/Attenzione-alle-ze.... In Trentino la vaccinazione contro l’encefalite da zecca è gratuita e disponibile anche in questa stagione.
Per evitare le punture di zecca in occasione di escursioni e camminate nei boschi questi sono i consigli dell'Apss:
- camminare sui sentieri ed evitare il più possibile il contatto diretto con le piante o con l'erba
- vestirsi con abiti coprenti (manica lunga e pantaloni lunghi) e di colori chiari, mettere scarpe chiuse e cappello
- utilizzare repellenti a base di DEET sulla pelle scoperta.
Dopo ogni escursione verificare che non ci siano zecche sulla pelle, controllando tutto il corpo e non solo le zone scoperte. Un’eventuale zecca va tolta il prima possibile, ma non è necessario andare al pronto soccorso, basta avere una pinzetta (ne esistono di apposite):
- non applicare sostanze irritanti sul parassita
- non toccare la zecca direttamente con le mani
- con la pinzetta afferrare la zecca vicino alla pelle, senza schiacciarla; tirare delicatamente, senza strappi, fino al distacco
- disinfettare la piccola ferita (con disinfettanti non coloranti) o lavare con acqua e sapone
- rendere inoffensiva la zecca estratta (bruciarla o incollarla su nastro adesivo).
Dopo aver tolto la zecca non serve prendere antibiotici o chiedere esami del sangue al proprio medico:
- per il mese successivo controllare ogni giorno la pelle dove è stata trovata la zecca
- se compaiono macchie rosse che si allargano sulla pelle e/o febbre, dolori articolari o altri disturbi, rivolgersi al proprio medico.