Stupri in Ucraina, la vicepremier Stefanishyna: "Storie terribili di donne violentate e poi uccise". Poggio: "La violenza sessuale è sempre stata un'arma di guerra"
Starebbero emergendo storie di donne stuprate e poi uccise da parte dei militari russi, come ha denunciato la vicepremier ucraina: "I nostri uffici giudiziari hanno avviato più di 2mila indagini". Poggio: "Purtroppo questi episodi non mi sorprendono, un fenomeno drammatico che si è spesso compiuto durante le guerre".
TRENTO. “Storie terribili di donne che sono state stuprate per ore e poi uccise. Ogni soldato che ha commesso questi crimini di guerra dovrà risponderne”. Sono queste le dure parole di condanna della vicepremier ucraina Olha Stefanishyna ai microfoni di Sky News.
“I nostri uffici giudiziari hanno avviato più di 2mila indagini che riguardano i militari russi – aggiunge – Tutti coloro che hanno commesso questi reati dovranno essere giudicati. Noi donne ucraine rimarremo unite e prevarremo". Starebbero emergendo infatti sempre più racconti di episodi atroci, in un conflitto che la vicepremier definisce “un genocidio”.
Una guerra che, in quanto tale, non farebbe sconti a nessuno, nemmeno sui corpi delle donne. “Purtroppo questi episodi non mi sorprendono – sostiene la prorettrice per le politiche di equità e diversità dell'Università di Trento, Barbara Poggio – È un fenomeno che esiste e che purtroppo ci saremmo aspettati in un contesto complessivo di squilibrio di genere”. Le catastrofi portano sempre a “situazioni estreme e all’attuazione di determinati comportamenti violenti. Nelle guerre le donne subiscono violenze anche di tipo sessuale”.
Lo stupro infatti ormai è un’arma di guerra utilizzata in vari conflitti per assoggettare la popolazione “una strategia – ribadisce Poggio – per umiliare il nemico e minarne l’integrità anche mettendo incinte le donne. Il corpo femminile viene concepito dai soldati come un possesso”.
Non un fenomeno nuovo, ma già noto e diffuso, “soprattutto durante le guerre mondiali e in quelle etniche”. Nel corso della storia “gli stupri sono stati spesso usati come arma utilizzata anche in maniera sistematica, dove gli eserciti stessi venivano incoraggiati a compierli”.
Lo stupro è considerato un crimine di guerra a partire dagli anni ’50, quando nel 1949 è stato introdotto dalla quarta Convenzione di Ginevra. Come osserva la prorettrice però, sulla sua definizione non c’è ancora un accordo chiaro sulla sua definizione.
I conflitti, riporta la prorettrice, spesso nascono dalla “volontà di dominio ed egemonia di uomini portatori di visioni arcaiche della famiglia e della società - conclude - e che, non a caso, amano ostentare la propria mascolinità, ma perché generano insicurezza, inaspriscono la violenza, anche quella sessuale, accentuano la divisione dei ruoli”. Come in questo frangente, dove “gli uomini sono richiamati al fronte e le donne in fuga con bambini e anziani”.