Vaccini in Trentino, a 7 persone inoculata come seconda dose Astrazeneca al posto di Moderna e a 4 quello non previsto per la loro età
Scatta il monitoraggio per queste 11 persone. Solo due giorni fa l'assessora Segnana spiegava in Aula l'errore che era avvenuto a gennaio con l'inoculazione di soluzione fisiologica al posto del vaccino: ''Gli errori umani accadono e sono, in parte, inevitabili''
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TRENTO. Sette persone hanno ricevuto come richiamo un vaccino diverso da quello ricevuto nella prima inoculazione, altre quattro hanno ricevuto come prima dose un vaccino diverso da quello previsto per la loro fascia d’età/categoria. E' l'Azienda sanitaria a dover spiegare il doppio errore avvenuto due giorni fa, l'8 giugno e ad annunciare che ora queste persone saranno attentamente monitorate.
Nello specifico a queste undici persone è stato somministrato il vaccino Astrazeneca anziché il vaccino Moderna. ''Il caso di martedì - spiega l'Apss - riguarda un’unica seduta vaccinale, a fronte di oltre 330mila vaccinazioni somministrate (da inizio anno ndr). Si è provveduto immediatamente a richiamare le persone coinvolte per verificare eventuali effetti collaterali e per predisporre un controllo anticorpale propedeutico ad un’eventuale ulteriore richiamo''. L’Azienda provinciale per i servizi sanitari specifica anche che il caso è stato prontamente individuato grazie ai protocolli di controllo utilizzati dalle strutture vaccinali.
Errori che si sommano a quelli avvenuti a gennaio quando erano state iniettate soluzioni fisiologiche al posto del vaccino. Solo due giorni fa, l’assessora alla Salute Stefania Segnana, rispondendo a un’interrogazione presentata dalla consigliere dei Verdi Lucia Coppola ha fornito ulteriori elementi per chiarire la vicenda. L’episodio in questione infatti, risaliva allo scorso venerdì 15 gennaio quando, l’operatrice sanitaria impegnata nella diluizione, aveva diluito due flaconcini di vaccino privo di vaccino. In altre parole per due volte era stato diluito un flaconcino già precedentemente diluito e aspirato, che non era stato prontamente eliminato dal banco di lavoro con il risultato che 12 siringhe contenevano solo soluzione fisiologica sterile, adatta alla diluizione ma nessun principio attivo.
“Gli errori umani accadono – spiegava Segnana – e sono, in parte, inevitabili. Elementi di contesto come l’elevato stress a cui da molti mesi sono esposti gli operatori sanitari e l’elevato carico di lavoro per vincere la sfida di raggiungere il prima possibile elevate coperture vaccinali sono fattori di rischio aggiuntivi”. Ad ogni modo, spiega sempre l’assessora, nessuna persona è stata danneggiata, fatta eccezione per una puntura superflua''.