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Gibo Simoni: "Dalla morte di Scarponi a oggi non è cambiato nulla: tante parole ma nessun passo avanti". A Trento una grande manifestazione sulla sicurezza stradale

Sabato 15 marzo a Trento organizzata una manifestazione contro la violenza stradale promossa dal Comitato Trentino della Federciclismo e che vedrà protagonisti tanti campioni di ieri e di oggi: "Il crescente numero di incidenti e le recenti morti di giovani ciclisti, uccisi da persone alla guida di veicoli a motore, sono la chiara dimostrazione che il tema della sicurezza stradale non può più continuare a essere ignorato"

Di MOb - 28 febbraio 2025 - 19:04

TRENTO. Il mondo del ciclismo alza la voce per reclamare una convivenza rispettosa sulle strade, con un obiettivo chiaro: viaggiare tutti in sicurezza e rimettere il sistema “Sulla buona strada”, ponendo un’attenzione speciale agli utenti più fragili.

 

L’escalation di incidenti e le tragiche morti di giovani ciclisti travolti da automobilisti sono un segnale inequivocabile: la sicurezza stradale non può più essere trascurata. Ma si sta facendo abbastanza? Gilberto "Gibo" Simoni parlando a il Dolomiti risponde a questa domanda senza mezzi termini: “A livello sociale e politico, non si sta facendo assolutamente nulla”.

 

"Non è solo - riprende il campione trentino - una questione di ciclismo o di strade, è proprio un degrado sociale ormai dilagante su tutto il territorio, italiano e trentino. C'è la percezione tra la gente di un grande clima di sfiducia verso un sistema poco serio in cui si registrano tante ingiustizie in tutti gli ambiti. Parliamo di sicurezza sulle strade per i ciclisti? Da quando è morto tragicamente Michele Scarponi nel 2017 non è cambiato nulla. Di questo tema si parla sempre tanto, specialmente quando si deve fare i conti con incidenti tragici e giovani vite spezzate: eppure le cose non stanno migliorando, perché nessuno sta cambiando il sistema generale". 

 

Un sistema che a detta di Simoni deve fare i conti con una preoccupante serie di vulnerabilità, a partire dalla base stessa. "La situazione è drammatica. La patente ormai te la regalano a 18 anni e tanti saluti: i vari rinnovi sono più simili a tasse da pagare che a veri momenti di controllo o aggiornamento. Chi lavora fa continuamente corsi di sicurezza e di formazione, i morti sul lavoro sono una tragedia. Ma sono una tragedia anche i morti sulle strade: il codice della strada cambia spesso, la viabilità è cambiata, le sensibilità sono diverse, ci sono milioni di persone che vanno in macchina ma ci dimentichiamo che le auto sono mezzi potenzialmente pericolosi, alla guida dei quali servirebbe sempre massima attenzione e rispetto per tutti. Specialmente per chi sulle strade è più 'debole', come ciclisti e pedoni. Invece prevalgono atteggiamenti medievali in cui si fa un uso privato delle strade e chi è al volante si sente invincibile". 

 

Altrove, qualcuno le cose è riuscito a cambiarle: "In Spagna nel giro di qualche anno hanno cambiato registro, facendo calare incidenti e tragedie sulle strade grazie a un controllo capillare e severo da parte delle forze dell'ordine: il problema non si risolve a pacche sulle spalle e appelli a 'fare i bravi'. Servono più controlli, più presenza di chi presidia le strade, sanzioni certe e più severe. Invece qua ci scontriamo con un sistema Paese che fa acqua da tutte le parti". 

 

LA MANIFESTAZIONE "SULLA BUONA STRADA".

 

E allora considerato tutto questo, il Comitato Trentino della Federciclismo, sollecitato anche dalle società che rappresentano il movimento, e Fiab Trento Amici della Bicicletta si sono fatti promotori di un’iniziativa dal titolo "Sulla buona strada", una campagna e manifestazione contro la violenza stradale alle quale hanno prontamente aderito altri enti e associazioni, quali Io Rispetto il Ciclista, Uisp, Lagambiente (Circolo di Trento), Tridentum Bike, Rete Climatica Trentina e Ciclostile.

 

La manifestazione si terrà a Trento sabato 15 marzo, con ritrovo alle 15 in piazza Duomo. Da lì, si pedalerà lungo le vie della città, per poi raggiungere Piazza Fiera, dove si susseguiranno gli interventi degli enti e delle associazioni che hanno sottoscritto un importante documento rivolto al mondo della politica, chiedendo nell’immediato controlli sulla velocità e sul rispetto della distanza di 1,5 metri dai ciclisti, diffusione delle “bike lane” sulle strade provinciali, adozione della cartellonistica per il rispetto della distanza di sicurezza dai ciclisti, oltre a un piano provinciale di manutenzione delle strade e dei percorsi ciclabili.

 

L’alto tasso di mortalità sulle strade richiede atti concreti. Tra le azioni richieste alla Provincia Autonoma di Trento e ai comuni del territorio ci sono anche l’adozione di un Piano Provinciale della Mobilità Ciclistica, da promuovere anche con l’istituzione di tavoli intercomunali, l’estensione delle zone 30 chilometri orari nei contesti urbani, la comunicazione e l’incentivazione della mobilità sostenibile, l’apertura di un tavolo con le scuole guida del territorio provinciale per una maggiore sensibilizzazione sul tema, ma anche la promozione di progetti di educazione alla mobilità sostenibile e alla sicurezza stradale nelle scuole di ogni ordine e grado, non ultimo la realizzazione di infrastrutture ciclabili sicure, quali il ciclodromo nell’area di Trento e altri circuiti protetti nelle valli.

 

L’iniziativa ha raccolto il sostegno e l’appoggio di tanti professionisti ed ex professionisti trentini, tra cui oltre a Gilberto Simoni figurano anche Gianni Moscon, Nicola Conci, Mattia e Davide Bais, Letizia e Giada Borghesi, Alan Marangoni e Maurizio Fondriest, quest’ultimo impegnato in prima persona con l’associazione Io Rispetto il Ciclista.

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