Coronavirus: nel 2021 in Trentino 416 decessi, 6 avevano completato il ciclo vaccinale
La campagna di vaccinazione è iniziata con il nuovo anno e dopo qualche mese sono cominciati i richiami per tutti. In Trentino dopo un avvio zoppicante ora i dati sono sempre più in linea con il livello nazionale. Con l'autunno chi rischia di ritrovarsi in difficoltà saranno l'Alto Adige, la Calabria e la Sicilia che hanno più del 16% degli over50 senza nemmeno una dose. Andrà meglio a Puglia, Lombardia e Lazio che sono sotto l'8,5%
TRENTO. Su 416 decessi avvenuti in Trentino da inizio anno per Covid solo 6 hanno riguardato persone che avevano completato il ciclo vaccinale (età media 88 anni). Un dato impattante che mostra chiaramente quanto il vaccino stia facendo la differenza.
La fa, prima di tutto, per quanto riguarda i decessi e per quanto riguarda l'evolversi della malattia in maniera grave (si pensi che lunedì 20 settembre a Belluno su 11 ricoveri 10 erano persone senza vaccino) ma lo fa, anche, per quanto riguarda i contagi (sempre nel Bellunese, dove l'azienda sanitaria fornisce quotidianamente dati completi e chiari e segnala settimanalmente quanti e quali sono i vaccinati e i non vaccinati, la scorsa settimana su 130 nuovi contagiati totali se ne contavano ben 106 senza vaccino).
Nel dettaglio, poi, dal primo marzo al 29 luglio su 157 decessi 128 avevano riguardato persone non vaccinate, 24 erano cittadini che avevano fatto solo una dose e 5 erano quelli con ciclo vaccinale completo. Dal 29 luglio, poi, al 20 settembre si sono aggiunti altri 5 morti di cui 1 con ciclo vaccinale completo. Il tutto mentre la campagna vaccinale trentina ha quasi recuperato il gap inziale fatto segnare per la strategia scelta dai dirigenti locali messa in atto inizialmente, con i richiami fissati in maniera strutturale intorno al limite massimo di efficacia prospettata per la prima dose (al 42esimo giorno).
Per mesi agli ultimi posti in ogni voce oggi la Provincia di Trento è quasi in linea con il livello nazionale: la popolazione vaccinata con il ciclo completo è al 67,7% contro una media nazionale del 69,5% (il livello più alto lo ha raggiunto la Lombardia con il 73,9% e il più basso l'Alto Adige con il 61,2%, fonte Gimbe). Preoccupano, però, gli Over50 che non hanno ancora ricevuto nessuna dose e che in autunno saranno i più esposti per quanto riguarda malattie gravi e rischio decessi. A livello di media italiana si sta parlando di un 10,6% di questa popolazione, con la provincia di Trento che fa segnare l'11% e i peggiori che sono la Calabria (16,4%), l'Alto Adige (16,2%) e la Sicilia (16,1%).
Puglia (6,4%), Lombardia (8,1%) e Lazio (8,3%) invece sono i territori messi meglio e che, probabilmente, riusciranno ad affrontare meglio l'autunno e l'inverno.