Supermercati e negozi chiusi la domenica, arriva la bocciatura del Garante della concorrenza: ''Legge con profili incostituzionali, limiti ingiustificati''
Dopo la decisione del Governo di impugnare la legge voluta da Failoni e Fugatti e dopo i vari ricorsi al Tar che ci sono già stati, ora arriva anche l'intervento del Garante: "La reintroduzione di vincoli in materia di chiusura domenicale e festiva obbligatoria degli esercizi commerciali rappresenta un ostacolo al libero dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali voluto dalla disciplina nazionale e comunitaria"
TRENTO. Dopo essere stata impugnata dal Governo (Qui l'articolo) e dopo diverse attività economiche che hanno ricorso al Tar (Qui l'articolo), la nuova legge sulle chiusure domenicali (e nei festivi) di supermercati e negozi provinciali, voluta dall'assessore Failoni e dal presidente Fugatti, trova la bocciatura anche dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
L'Agcm ha espresso un parere su richiesta del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie evidenziando nella nuova legge di Trento ”Profili di incostituzionalità nei limiti in cui risulta in contrasto con la normativa statale di liberalizzazione, così invadendo la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza e violando, quindi, l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione”.
L'autorità cita l'articolo 1 della legge in esame dove è scritto: “Per favorire la conservazione delle peculiarità socio-culturali e paesaggistico-ambientali, gli esercizi di vendita al dettaglio osservano la chiusura domenicale e festiva, fatto salvo quanto previsto da quest’articolo in relazione all'attrattività turistica dei territori e a garanzia del pluralismo nella concorrenza”.
Questo genere di disposizione, viene spiegato “Pone limiti ingiustificati all’esercizio di attività economiche e, segnatamente, alla libertà di apertura degli esercizi commerciali, introducendo, seppur con talune deroghe, un obbligo di chiusura domenicale e festivo”.
Una disposizione, quindi, che si pone in contrasto con le norme e i principi di liberalizzazione che sono stati sanciti in materia sia a livello europeo che nazionale. Viene citato il decreto “Salva Italia” e il decreto Bersani dove viene chiaramente stabilito che le attività commerciali sono svolte senza alcuni limiti e tra questi vi sono il rispetto degli orari di apertura e di chiusura, l’obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell’esercizio.
“Si ribadisce – spiega l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - che le restrizioni alla libertà degli operatori economici, in materia di orari e di giornate di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali, ostacolano il normale dispiegarsi delle dinamiche competitive, riducendo la possibilità degli operatori di differenziare il servizio da loro offerto, adattandolo alle caratteristiche della domanda e sono, pertanto, suscettibili di peggiorare le condizioni di offerta, nonché la libertà di scelta per i consumatori, né risultano giustificate da ragioni efficienza per gli operatori, né tanto meno da particolari interessi pubblici. La reintroduzione di vincoli in materia di chiusura domenicale e festiva obbligatoria degli esercizi commerciali rappresenta, pertanto, un ostacolo al libero dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali voluto dalla disciplina nazionale e comunitaria”.
Qui il testo riportato nel bollettino dell'Agcm