Dopo oltre 40 giorni e quattro annegamenti, il nucleo sommozzatori viene dislocato all'eliporto: ''Maggiore probabilità di necessità durante la stagione estiva''
Una decisione semplicissima da prendere (non servivano, infatti, risorse aggiuntive da mettere a bilancio e nemmeno chissà che grandi idee da elaborare, ma semplicemente bastava replicare quanto fatto sempre negli anni passati) e scontata nella sua efficacia ma che, invece, è stata ritardata all'inverosimile. Il servizio è stato disposto nelle scorse ore
TRENTO. Ci sono voluti 40 giorni in più rispetto agli altri anni e in questo lasso di tempo sono morte affogate nei laghi trentini quattro persone ma finalmente il via libera è arrivato: il servizio di guardia attiva stagionale dei sub del nucleo dei vigili del fuoco sarà operativo all'eliporto di Mattarello.
"Allo scopo di assicurare il soccorso subacqueo e acquatico urgente in tempi contenuti - si legge nella delibera - e in considerazione della maggiore probabilità di necessità di detto soccorso durante la stagione estiva, il servizio operativo del Nucleo sommozzatori nel periodo compreso tra il giorno 15 luglio 2020 ed il giorno 13 settembre 2020 è organizzato con le modalità sotto elencate: orario 8.00 – 20.00; due sommozzatori sono dislocati presso l'aeroporto “Caproni”, in aggiunta all'ordinario servizio antincendi aeroportuale".
Una decisione semplicissima da prendere (non servivano, infatti, risorse aggiuntive da mettere a bilancio e nemmeno chissà che grandi idee da elaborare, ma semplicemente bastava replicare quanto fatto sempre negli anni passati) e scontata nella sua efficacia ma che, invece, è stata ritardata all'inverosimile.
Negli anni scorsi il servizio partiva dal primo giugno e infatti come il Dolomiti ponevamo il problema già il 7 giugno chiedendo come mai non fosse partito questo servizio fondamentale alla luce, poi, del fatto che la politica provinciale è tutta incentrata nello spingere i residenti e i visitatori sui laghi trentini, così come a rimanere in provincia.
A maggior ragione, con l'aumento delle persone nelle nostre strutture, sarebbe servito da subito un servizio pronto ed efficiente. Invece, per qualche ragione che resta misteriosa, ci sono voluti un mese e altri 10 giorni per arrivare all'unica decisione possibile anche perché in queste settimane si è visto cosa vuol dire tenere il nucleo sommozzatori fermo alla caserma di Trento e costringere i sub a spostarsi in furgone o direttamente sul luogo dell'emergenza o verso l'eliporto, per poi trasportarli dove c'è bisogno.
Nelle ultime tre settimane ci sono stati 4 casi di persone morte per affogamento nei laghi trentini e in nessuna di queste situazioni i sub sono riusciti a intervenire tempestivamente. Addirittura nei primi due casi (uno ha visto morire un giovane di 19 anni e un uomo di 36 anni) i sommozzatori non sono nemmeno scesi in acqua arrivando con un ritardo di decine di minuti e dopo l'intervento di recupero degli operatori di Spiagge sicure.
L'8 luglio l'ultima delle quattro vittime, un 78enne nel lago di Roncone, con il nucleo sommozzatori che era stato, addirittura, mandato a Riva del Garda a fare un'esercitazione e quindi spostato ancor più lontano del solito. E' stato necessario prima recuperarli a Dro e poi portarli sul luogo dell'incidente. Una cosa, questa, che negli anni passati non sarebbe avvenuta perché due sub sarebbero rimasti sempre e comunque in servizio all'elisoccorso (e le esercitazioni venivano fatte in notturna o fuori turno).
Un bilancio estremamente tragico per un'estate praticamente appena cominciata. E tempistiche di intervento che si sono allungate per una decisione che sembra essere stata presa in forte ritardo rispetto agli anni precedenti. La possibilità di salvare una vita si gioca sui minuti, soprattutto in caso di annegamento, e per questo la scelta di dislocare il nucleo sommozzatori al Caproni per salire direttamente sull'elicottero e lanciarsi direttamente sul target dell'operazione è sempre stata ritenuta fondamentale. Ora è arrivata la delibera per procedere in questo senso.