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L'orso M49 era stato catturato ma nella notte è scappato dal Casteller

Il ricercato numero uno della provincia era stato preso a Porte di Rendena ed era stato portato in zona 1 nel recinto del Casteller ma ha scavalcato le recinzioni elettrificate e il muro di quattro metri ed è fuggito. Ora è anche senza radiocollare. Cani sulle sue tracce

Di Luca Pianesi e Luca Andreazza - 15 luglio 2019 - 10:58

TRENTO. E' stato preso ed è scappato: M49 ha beffato tutti. Il ricercato numero uno in Trentino era stato catturato dal personale forestale della Provincia a Porte di Rendena  con una trappola tubo ma una volta portato al Casteller è stato protagonista di una incredibile fuga. Era stato portato in zona 1, ha scavalcato le recinzioni elettrificate e il muro di quattro metri per scappare diretto, forse verso la Vigolana. 

 

Una cosa incredibile ma successa proprio in queste ore. La figuraccia a questo punto è davvero completa anche perché prima l'orso agiva su uno spazio di 250 chilometri quadrati tra la val Rendena e la val del Chiese ed era monitorato perché radiocollarato. Ora il plantigrado si trova immerso in un ambiente molto più antropizzato e senza più radiocollare.

 

Si è voluto agire nonostante la contrarietà del ministro dell'ambiente Costa che ancora ieri dalle pagine de il Dolomiti spiegava che ''credo fortemente che questa non sia la strada giusta''. Aggiungendo che in Trentino ''non parlerei di emergenza, ma di criticità, per le quali bisogna applicare misure adeguate affinché non si ripetano casi come quello di Daniza. L’ho sempre sostenuto e lo ripeto: lupi e orsi non si uccidono'' e aggiungeva che ''se un animale è considerato dannoso, cioè provoca danni risarcibili, non è prevista la cattura. Se è pericoloso, sì'' (QUI INTERVISTA).

 

E proprio sulla pericolosità di M49 ruotavano le principali divergenze tra ministero e Provincia. M49 è stato sicuramente recordbear di predazioni in provincia (undici solo nel 2018 nelle Giudicarie mentre sarebbero già oltre 30 i capi predati nei primi quattro mesi di quest'anno) e a lui sarebbero attribuibili l'80% dei danni calcolati e metterebbe a segno i suoi colpi in maniera seriale sventrando le mucche nella zona delle mammelle per arrivare al grasso. Ma è anche vero che si tratta di tutti danni ''risarcibili'' e in molti casi anche evitabili se si fossero messe in campo quella serie di interventi che anche il ministero prevede (Costa ha parlato di 22 azioni per garantire la convivenza tra l'uomo e i grandi carnivori) e che prevede lo stesso Pacobace.

 

Anche per queste ragioni Fugatti e la giunta hanno atteso non poco in questi mesi prima di dare il via libera alla cattura, temendo da un lato la reazione dei movimenti ambientalisti ("La tensione animalista - ammetteva Fugatti qualche settimana fa a margine del maxi vertice in commissariato sull'argomento - che si respira oggi è alta rispetto al passato e il plantigrado non ha mai attaccato l'uomo. Comunque tecnicamente si può procedere, poi dipende dal ministero, anche Salvini è già informato a riguardo") dall'altro di non essere perfettamente in linea con le direttive nazionali (per esempio bisognerebbe prima dimostrare che gli animali predati da M49 erano protetti dai recinti elettrificati e contadini e agricoltori avevano avuto la corretta informazione per la gestione del fenomeno QUI ARTICOLO).

 

Fugatti il 28 giugno ha deciso di ''assumersi la responsabilità'' e procedere con la cattura. La comunicazione è stata data in via ufficiale durante una conferenza stampa di giunta. ''Se lo Stato non dà risposte - ha detto il presidente della Provincia - i territori non prendono l'iniziativa''. Da quel momento è partita la caccia che sembrava essersi conclusa oggi ma che ora si rilancia in una zona molto più antropizzata.

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