Di Angela De Santa – Psicologa consulente del sonno
L’insonnia, intesa nell’accezione comune di incapacità a dormire di notte, è un disturbo molto più diffuso di quanto si pensi. È stato stimato che nella popolazione italiana solo la metà delle persone intervistate riferirebbe di non aver
avuto alcun problema di sonno nell’anno precedente. Eppure non tutti loro riferirebbero di soffrire di insonnia, perché spesso chi dorme male considera questa incapacità come una caratteristica personale con cui si è imparato a convivere con rassegnazione, o come un disturbo fastidioso ma sopportabile che non necessita di particolari cure.
Per alcuni invece può diventare un problema rilevante e con conseguenze molto negative sul benessere personale. Facciamo quindi un po’ di chiarezza. Quando le difficoltà durano da pochi giorni a qualche settimana siamo di fronte a un’insonnia acuta, anche detta situazionale in quanto tipicamente associata a eventi causali chiari come stress di varia natura, dolore acuto o assunzione di sostanze che disturbano il sonno. L’insonnia viene invece considerata cronica o persistente quando i sintomi perdurano nel tempo, almeno più di un mese e diventano slegati dalla situazione che l’ha inizialmente innescata.
Di quali sintomi parliamo? Sicuramente della sensazione di stanchezza e mancanza di energie che accompagna le giornate degli insonni. Ma anche della difficoltà di addormentamento, da ritenere problematica quando supera i 30 minuti in tre o più notti a settimana. Infine del tempo passato svegli durante la notte. Anche questo diventa significativo se supera i 30 minuti a notte. Curioso come la durata del sonno non rientri tra i parametri da considerare in fase di diagnosi dell’insonnia.
Perché? Per due motivi: per prima cosa la quantità di sonno necessario per sentirsi bene varia molto in base all’età e alle caratteristiche individuali. Esistono infatti persone che dormono poche ore a notte senza alcuna conseguenza negativa sul piano della salute e della qualità della vita. In secondo luogo la ricerca sperimentale e la clinica indicano che il sonno di cattiva qualità non è determinato dal dormire meno di otto ore, bensì dalla frammentazione del sonno (data dai risvegli) e dal trascorrere molto tempo svegli a letto durante la notte.
Consiglio, a chi sospetta di soffrire di insonnia e desidera affrontare questo problema di rivolgersi a uno specialista del sonno e non ricorrere a rimedi fai-da-te. Certamente utile invece migliorare il proprio stile di vita conducendo una vita attiva ed evitando sostanze eccitanti contenenti caffeina o nicotina.