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Quando possiamo dire di soffrire di insonnia? E come è meglio comportarsi?

DAL BLOG
Di Wellbelab - 11 gennaio 2023

Di Angela De Santa –  Psicologa consulente del sonno​

 

L’insonnia, intesa nell’accezione comune di incapacità a dormire di notte, è un disturbo molto più diffuso di quanto si pensi. È stato stimato che nella popolazione italiana solo la metà delle persone intervistate riferirebbe di non aver
avuto alcun problema di sonno nell’anno precedente
. Eppure non tutti loro riferirebbero di soffrire di insonnia, perché spesso chi dorme male considera questa incapacità come una caratteristica personale con cui si è imparato a convivere con rassegnazione, o come un disturbo fastidioso ma sopportabile che non necessita di particolari cure.

 

Per alcuni invece può diventare un problema rilevante e con conseguenze molto negative sul benessere personale. Facciamo quindi un po’ di chiarezza. Quando le difficoltà durano da pochi giorni a qualche settimana siamo di fronte a un’insonnia acuta, anche detta situazionale in quanto tipicamente associata a eventi causali chiari come stress di varia natura, dolore acuto o assunzione di sostanze che disturbano il sonno. L’insonnia viene invece considerata cronica o persistente quando i sintomi perdurano nel tempo, almeno più di un mese e diventano slegati dalla situazione che l’ha inizialmente innescata.

 

Di quali sintomi parliamo? Sicuramente della sensazione di stanchezza e mancanza di energie che accompagna le giornate degli insonni. Ma anche della difficoltà di addormentamento, da ritenere problematica quando supera i 30 minuti in tre o più notti a settimana. Infine del tempo passato svegli durante la notte. Anche questo diventa significativo se supera i 30 minuti a notte. Curioso come la durata del sonno non rientri tra i parametri da considerare in fase di diagnosi dell’insonnia.

 

Perché? Per due motivi: per prima cosa la quantità di sonno necessario per sentirsi bene varia molto in base all’età e alle caratteristiche individuali. Esistono infatti persone che dormono poche ore a notte senza alcuna conseguenza negativa sul piano della salute e della qualità della vita. In secondo luogo la ricerca sperimentale e la clinica indicano che il sonno di cattiva qualità non è determinato dal dormire meno di otto ore, bensì dalla frammentazione del sonno (data dai risvegli) e dal trascorrere molto tempo svegli a letto durante la notte.

Consiglio, a chi sospetta di soffrire di insonnia e desidera affrontare questo problema di rivolgersi a uno specialista del sonno e non ricorrere a rimedi fai-da-te. Certamente utile invece migliorare il proprio stile di vita conducendo una vita attiva ed evitando sostanze eccitanti contenenti caffeina o nicotina.

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