Di Angela De Santa – Psicologa consulente del sonno
Può sembrare un cambiamento di poco conto – in fin dei conti, cosa sarà spostare le lancette di una sola ora? - ma il passaggio ogni sei mesi dall’ora solare a quella legale e viceversa accende le discussioni anche nella comunità scientifica.
In particolare, gli esperti del sonno enfatizzano le conseguenze negative del piccolo jet lag che ne deriva. In tutto il mondo, nel periodo immediatamente successivo al cambio dell’ora, aumenta l’incidenza di infarto del miocardio, un evento che d’altra parte vede un picco tutto l’anno anche nelle giornate di lunedì.
Quella che viene infatti chiamata “sindrome del lunedì” conferma che anche stress apparentemente piccoli posso mettere in difficoltà le persone più a rischio. Ma non solo. Soprattutto nei soggetti più sensibili, si crea un vero e proprio contraccolpo organico che peggiora anche le condizioni di depressione.
La stessa “American Academy of Sleep Medicine”, una delle autorità più influenti nel campo, ha espresso in maniera netta la sua contrarietà allo spostamento forzato delle lancette. Sarebbe l’ora solare a essere quella da preferire, perché l’imbrunire risulta un po’ anticipato e questo favorisce le cascate ormonali che ci portano all’addormentamento in un orario corretto.
L’importanza del rispetto dei propri ritmi naturali convince sempre più gli studiosi del sonno e della salute, tanto che inizia a sentirsi parlare sempre di più di cronobiologia, la scienza che studia i ritmi circadiani. Secondo i meccanismi biologici del nostro organismo esiste un tempo perfetto per tutto, e già solo sincronizzandoci con questi potremmo vedere migliorato il nostro sonno e il nostro stato di benessere.