Innovazione, formazione e politiche attive: "In Provincia serve un cambio di passo"
Attuale segretario generale della Uil in Trentino è giornalista pubblicista dal 2014
Salta all'occhio dai dati e dalla ricerca economica della Banca d’Italia di Trento il consolidamento della crescita della redditività (i margini di utile) delle imprese trentine, passata dal 2015 al 2016 dal 77 all’80%.
Ma invece di una maggiore propensione all'investimento e all'innovazione, che dovrebbe portare anche ad un incremento dell’occupazione, sostanzialmente stabile sul territorio, gli imprenditori trentini - la maggior parte di essi visto che per fortuna qualche esempio virtuoso è presente anche in Trentino – mettono 'sotto il materasso' quei quattrini che hanno ripreso a realizzare nell’ultimo biennio.
Se infatti i depositi sui conti correnti delle imprese erano incrementati nel 2015 del 19% sul 2014, nel 2016 si sono incrementati del 25% sul 2015. Ricordiamo inoltre che grazie alle politiche fiscali, agevolazioni e incentivi della Provincia – secondo i dati della CNA nazionale – l’impatto fiscale in Trentino per le PMI resta il minore rispetto al resto d’Italia e perfino in confronto a Bolzano.
La Uil del Trentino chiede quindi, nell'imminenza dell’assestamento di bilancio 2016/2019 del luglio prossimo, un’inversione di marcia, segnali di forti discontinuità nelle politiche ed agevolazioni fiscali della Provincia autonoma a favore delle imprese, politiche di cui gli imprenditori hanno beneficiato senza spesso reinvestire nelle loro stesse aziende e continuando piuttosto a far rappresentare alle loro associazioni di categoria uno stucchevole 'pianto greco'.
Ancora, visto l’allarme lanciato anche dalla Banca d’Italia riguardo all’invecchiamento delle maestranze e alla riduzione drammatica anche in Trentino (10 punti percentuali in un anno) del tasso di occupazione dei giovani e delle donne, la Uil chiede e propone misure di assestamento di bilancio che esplorino nuove 'piste' di lavoro e investimento di maggiori risorse pubbliche nelle politiche attive del lavoro, negli investimenti pubblici in innovazione tecnologica, nella formazione e riqualificazione dei lavoratori e delle lavoratrici e nello stanziamento di risorse per infrastrutture ed edilizia pubblica sociale.