Sono in scadenza i contratti di affitto di molte delle 400 malghe sul territorio. Il rischio è quello che arrivino imprenditori da altre regioni
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Risale al 6 maggio 2015 la delibera della Giunta provinciale di Trento numero 731 che aveva per oggetto: Disciplinare tecnico per la gestione delle malghe di proprietà pubblica e Linee guida per l’affidamento delle malghe.
Contenuto e finalità della delibera tornano di attualità perché a 5 anni di distanza sono in scadenza i contratti di affitto di molte delle oltre 400 malghe censite dall’Agenzia provinciale per i pagamenti in agricoltura delle quali sono proprietari Comuni e Amministrazioni separate di usi civici (Asuc).
In un recente incontro con i rappresentanti di entrambe le categorie gli assessori provinciali Giulia Zanotelli (agricoltura) e Mattia Gottardi (enti locali) hanno fatto presente agli intervenuti l’opportunità di attenersi al duplice criterio di salvaguardare il valore agronomico delle malghe e mantenere l’integrità delle infrastrutture e dei fabbricati.
C’è infatti il pericolo che imprenditori di altre regioni partecipino alle gare di appalto offrendo canoni tanto elevati da escludere i potenziali e/o tradizionali gestori di malghe locali. Avendo come unico scopo, peraltro codificato da norme europee, l’acquisizione del diritto a fruire dei pagamenti diretti proporzionati all’estensione della superficie e pascolo.
Gli aspiranti locali alla gestione delle malghe devono avere in mano il contratto di affidamento entro il 15 maggio 2020 per poter concorrere ai contributi e al premio di alpeggio che spettano al conduttore.