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Innamorato di Maddalena: debutta a San Vigilio la nuova opera di Armando Franceschini sull’Apostola degli apostoli

DAL BLOG
Di Paolo Ghezzi - 13 giugno 2022

Ragazzo del 57, giornalista dal 79, troppo piccolo per il 68, ha scansato il 77 ma non la direzione dell’Adige (8 anni 8 mesi e 3 giorni) e la politica (24 mesi in consiglio provinciale tra il 2018 e il 2020)

Di Maddalena (sì, della santa più affascinante del Vangelo) il maestro Armando Franceschini – già direttore del Conservatorio Bonporti, compositore e arrangiatore di fama – si è innamorato tanti anni fa, quando ancora faceva il chierichetto ad Aldeno. Maddalena ha chiamato la prima figlia, concepita con la sua Cristina. E su Maddalena negli ultimi anni ha composto un oratorio, per voci e arpa e flauto e quartetto d’archi, che sarà bello ascoltare – in prima esecuzione assoluta – al prossimo Festival di musica sacra durante le Vigiliane: la sera della domenica 26 giugno, festa patronale, nella chiesetta di Santa Chiara in via Santa Croce.

 

Annunciatrice della resurrezione e dunque “apostola degli apostoli” – come l’ha consacrata papa Francesco – Maria di Magdala (o di Migdal) sul lago di Tiberiade, detta Maddalena, negli ultimi anni ha conquistato le teologhe e le femministe, le classifiche dei best seller (il “Codice Da Vinci” di Dan Brown) e il cinema (bellissimo il film del 2018 di Garth Davis, con Rooney Mara protagonista). Ed è protagonista di una straordinaria mostra a Forlì (visitabile fino al 10 luglio) che è una cavalcata entusiasmante tra i secoli di capolavori figurativi, dalla Maddalena dalla lunga chioma bionda di Masaccio fino alla verde dolente di Chagall (mostra imperdibile, ripetiamo).

 

Spiega Armando Franceschini, nella sua casa spalancata sul lago di Caldonazzo: “Mi ha sempre affascinato, questa strana santa, mi chiedevo fin da piccolo: ma come sarà stata davvero Maddalena? Una peccatrice pentita o chi? Leggendo, nel tempo, ho compreso molte altre cose: che era una donna che immagino molto bella e molto intelligente, la più vicina all’insegnamento di Gesù e alla sua storia umana. Lei era sotto la croce con la madre, Maria. Lei ha scoperto il sepolcro vuoto. Ha condiviso il percorso, il messaggio, ha sofferto con lui. La compagna di strada del maestro di Nazareth”.

 

Reduce da un lungo Tour de France che ha toccato anche le due magnifiche basiliche dedicate alla Maddalena – una a Vézelay in Borgogna l’altra a Saint Maximin La Baume in Provenza – posso testimoniare che il fascino esercitata dall’apostola, che dalla terra santa sarebbe miracolosamente approdata sul suolo francese, è ancora intatto attraverso i secoli le culture e le generazioni. Le stesse leggende o tradizioni sacre fiorite intorno alla Maddalena testimoniano l’attrazione fatale esercitata da questa donna: il racconto invero un po’ macabro che con il suo teschio si sia conservato un lembo di pelle della fronte, quello toccato da Gesù risorto nell’orto, comprova il legame specialissimo che viene attribuito alla relazione tra il Figlio di Dio e Maria di Magdala.

 

Un legame che include anche dimensioni profane e sensuali, come i pittori, dal Barocco in avanti, hanno saputo cogliere, sovrapponendo alla figura dell’apostola quella della peccatrice per passione, seppur pentita, e quella della donna che, in uno slancio di devozione per il corpo divino del Signore, versa il profumo sui suoi piedi, durante il banchetto, e poi lo asciuga con i suoi lunghi capelli. “Dal punto di vista del testo – prosegue Franceschini – che ha scritto il mio vecchio compagno di canzoni Silvano Cramerotti, ho voluto restituire una Maddalena femminista ante litteram, un po’ accantonata dalla tradizione maschilista della Chiesa cattolica. Soltanto questo papa le ha ridato il ruolo e lo spazio che meritava. Ho costruito l’oratorio in sei quadri, con un preludio, un interludio e un postludio. Nel primo quadro, parte A, il narratore racconta la storia di Maddalena come ci è stata insegnata mentre nella parte B è Maddalena stessa che prende la parola e contrappone il suo vissuto alla storia ufficiale tramandata. Nella parte musicale, non mi sono ispirato a un autore della tradizione (sulla Maddalena tra l’altro c’è ben poco, a livello musicale) ma ho seguito, scusate l’immodestia, il mio stile compositivo, cercando di usare un linguaggio non tonale né modale, ma una via comunicativa che aderisse fortemente al testo, che potrei definire un neomodalismo…”.

 

“Col mio carissimo amico Silvano Cramerotti, che poi nella vita ha fatto tutt’altro, lavorando nell’industria, scrivevamo canzoni da ragazzi, molti anni fa, per far colpo sulle ragazze: come questa “Jenny”, eseguita con i Devils” (me la fa ascoltare, una perfetta canzone nostalgica, un disco per l’estate), “composta dopo l’ennesima delusione amorosa. In ricordo di Jenny, gli ho chiesto di scrivermi “Maddalena”. Era un po’ perplesso (non ci vedevamo da quarant’anni) ma poi ha accettato”, spiega il maestro Armà. Il testo di “L’Apostola degli Apostoli” ce la presenta subito come una protofemminista (“animo combattivo e nobile… per donne e lor diritti”) piena di fuoco e di passione: “La Maddalena che si vestiva/ tuniche rosse, tuniche nere/ mantello rosso lei indossava/ colori sacri, sacerdotali”. Di Cristo diventa “compagna ardente, la prediletta, l’annunciatrice”.

 

La protagonista dell’oratorio di Franceschini sarà interpretata da Margherita Guarino: “La conosco da anni e può interpretare perfettamente la parte di soprano di Maddalena, che sarà sempre accompagnata da un’arpa suonata dalla giovane Cecilia Delama. Il quartetto d’archi Mascagni accompagna invece le voci maschili dei narratori, che sono i tre del collaudato gruppo Feininger. Il flauto (Ornella Gottardi) e le percussioni (Roberto Pangrazzi) completano la formazione. Sono particolarmente contento di come sono andate le prove parziali finora svolte e sono molto felice che questo mio desiderio, dopo parecchi anni, si concretizzi”.

 

“Mi piacerebbe – conclude il musicista – che agli spettatori passasse questa voglia di esplorare meglio una figura eccezionale come quella di Maddalena, che uscissero dal concerto con qualche interrogativo in più sul suo ruolo e sul suo significato. Anche dopo la resurrezione: come è proseguita la vita di questa donna, dopo il fuggevole incontro con il Risorto? Si sono incontrati ancora? C’è di che scrivere un altro oratorio…”. Franceschini ha ragione: Maddalena è davvero una figura “inesauribile”. Sappiamo così poco della Maddalena storica, che è autorizzata, anzi è da incoraggiare, ogni rilettura artistica di questa straordinaria figura di donna. Armando Franceschini, maestro di arrangiamento e di orchestrazione, oltreché esploratore curioso e mai stanco di ogni forma musicale, dai cori di montagna alla bossa nova (di quel Brasile colorato e malinconico amatissimo dal suo amato Bardotti) fino al pop di qualità, non poteva non subire il fascino di questa donna mistica e sensuale, obbediente e trasgressiva, libera e fedele.

 

E le rivediamo, ascoltando quest’oratorio, tutte le Maddalene che affollano la nostra memoria visiva e l’immaginario dei nostri sogni: Maddalena che guarda, Maddalena che prega, Maddalena che accarezza, Maddalena che asciuga i piedi del Signore con i suoi lunghi capelli, Maddalena che legge, che piange, che soffre, che vede, che attende, che spera, che crede. Che vorrebbe toccare il corpo del Risorto. Ed ecco il famoso “Noli me tangere”, interpretato per secoli come proibizione moralistica di contatto tra il sacro di Dio e il profano della persona umana, per giunta femmina. Non toccarmi - sembra invece dire il Nazareno resuscitato - perché mi hai toccato il cuore ma mi tocca andare oltre, perforare il sipario del tempo, attraversare la morte e prepararvi una nuova scena di vita. La musica di Franceschini ci accompagna in questo viaggio con Maddalena, sul confine tra la terra conosciuta e i cieli nuovi, dove l’umano e il divino non sono contrapposti ma intrecciati.

 

Come i lunghi capelli della donna che sa piangere la morte dell’amico ma solo per asciugarsi e asciugarne le lacrime. E cantarne poi, con occhi splendenti e voce chiara, la vita ritrovata.

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