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Dalla panetteria di Luciana e Roberta all'edicola del baffo, dalla trattoria della signora Gius al Barycentro, Spoon River per Port'Aquila

DAL BLOG
Di Paolo Ghezzi - 02 novembre 2022

Ragazzo del 57, giornalista dal 79, troppo piccolo per il 68, ha scansato il 77 ma non la direzione dell’Adige (8 anni 8 mesi e 3 giorni) e la politica (24 mesi in consiglio provinciale tra il 2018 e il 2020)

“Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,/ il debole di volontà, il forte di braccia,/ il buffone, il beone, il rissoso? / Tutti, tutti, dormono sulla collina. Dove sono Ella, Kate, Lizzie e Edith,/ il tenero cuore, l'anima semplice, la rumorosa,/ l'orgogliosa, la felice?/ Tutte, tutte, dormono sulla collina” 

(Edgar Lee Masters, La collina)

 

Ai piedi della collina est, a Trento, tra piazza Venezia e via Cervara c’è un centro, uno snodo, una specie di mezza piazza assediata dalle auto ma piena di gente, appena fuori il centro. Un centro eccentrico. All’ombra del Castello. Si chiama Port’Aquila. Titolo nobile. Porta della città, che porta la gente su e giù per la collina.

 

In ordine retrocedente di tempo.

 

C’era la panetteria di Roberta e Luciana. Ma Roberta sabato ha chiuso per pensione dopo 46 anni di onorato servizio (e Luciana 33). E così la panetteria Luraschi non c’è più. Ma sì, lo so, Sosi (che il prossimo 2023 fa cent’anni, auguri!) riaprirà il punto vendita dopo averlo ristrutturato e trasformato in un semibistrò trendy e fighetto e avrà un sacco di successo con i pasti di mezzogiorno: ma non sarà la stessa cosa, non ci sarà più quell’aria d’altri tempi, e quei tempi d’altra aria, per cui con la mantovana o l’arabo c’erano le parole, l’amicizia, i frizzi e i lazzi, croccanti come il pane. Tra mantovani e trentini e arabi. (Ci passava perfino Katia la consigliera provinciale, a consegnare le sue uova a km quasi zero, umile ancella della frittata, non ancora passata Sorella d’Italia).

 

C’era l’edicola del baffo. Che ironizzava volentieri su “quei lì” (i politici, quelli dei titoli sui giornali). E non c’è più (è durata poco la gestione “giovane” al baffo succeduta: chiosco malinconicamente chiuso, da mesi e mesi. Graffiti sulle saracinesche).

 

C’era il frutta e verdura della “Licia” (che però non era il suo vero nome, ma il bello dei negozi è che hanno un nome, e forse anche un’anima, come le persone). Con suo marito fuori e dentro con le cassette degli ortaggi. E non c’è più (al suo posto, uno spazio immacolato per il coworking. Chiuso al pubblico).

 

C’era il barbiere. E non c’è più. C’era un baretto. E non c’è più. Resiste un calzolaio che fa le chiavi. Finché dura. Ma le suole e le chiavi dovrebbero durare. Meno male. C’era il Barycentro, bar sociale e solidale. E c’era la cooperativa sociale Il Delfino. E dopo il Barycentro la casa editrice Il Margine. (E il direttore del Margine che ogni tanto metteva libri invenduti a disposizione dei passanti, gratis, per alleggerire il magazzino. Bei libri faceva il Margine; be’, li facevamo noi…, volete che volessimo pubblicare libri brutti?). E non ci sono più. Barycentro tristemente chiuso da anni.

 

C’era la trattoria della mitica signora Gius, la suocera del mitico Gianni Mura. E non c’è più (e non c’è più neanche Gianni Mura, cantore del Tour de France). C’era un gommista-meccanico. E non c’è più. Sì, questo è un pezzo nostalgico. Sì, è la Spoon River di Port’Aquila. E non si vuol mica dire che si stava meglio quando si stava peggio.

 

Ma insomma: Port’Aquila è appunto la porta. Che porta gente, fuori e dentro la città. Possibile che non si trovino nuove imprese, nuovi piccoli grandi eroi del commercio di vicinato? Se i negozi hanno un nome e un’anima, vuol dire che i negozi sono una traccia sensibile, materiale, tracciabile di vita. E questa desolazione di negozi chiusi, che dormono in fondo alla collina… in questo 2 novembre dei morti… Tra i defunti ci sono anche loro: le botteghe chiuse, i sorrisi – quei sorrisi tra spaccatina e sigaretta, tra fragole e giornali – che non ritorneranno più.

 

Questa era la canzone per la vecchia Port’Aquila, che dorme vicino al Castello. Sotto la collina.

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