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Di quanti uomini scalzi, e disarmati, c’è ancora bisogno? 

Parlo di “Itaca per sempre”, pubblicato nel 1997, e dedicato a Penelope. Ora mi si permetta un breve inciso. Malerba scrisse di Penelope prima ancora che una protagonista della letteratura mondiale, Margaret Atwood, fissasse in un famoso romanzo tragico “il punto di vista  femminile” con la sottolineatura dei soprusi subiti dalle donne. Ci inchiniamo all’arte della scrittrice canadese, ma anche alla sapienza preveggente di Malerba, di cui qui proviamo a riferire
DAL BLOG
Di Nicola Zoller - 08 marzo 2021

Socialista dal 17° anno d'età, continua a dedicarsi allo studio del pensiero progressista e democratico

In vista dell’8 marzo, Giornata internazionale della Donna, il settimanale “Io Donna” ha proposto un libro di Natalie Haynes,”Il canto di Calliope”. È una controstoria della guerra di Troia in cui riemerge il punto di vista delle donne finora rimasto totalmente in ombra. Haynes lo fa con brillantezza, ironizzando sugli uomini “eroi celebrati da millenni, rimescolando le vecchie storie finché le donne nascoste non sono venute alla ribalta”. E qui mi è sovvenuta una lettura del recente passato, il libro di un autore – Luigi Malerba -  a cui vorrei rendere merito.

 

Sì, perché in un’analoga rivisitazione dei canti omerici, Malerba – oltre vent’anni or sono – aveva rovesciato i luoghi comuni dell’epica antica e con toni più drammatici della Haynes, aveva ristabilito il ruolo della donna. Parlo di “Itaca per sempre”, pubblicato nel 1997, e dedicato a Penelope.  Ora mi si permetta un breve inciso. Malerba scrisse di Penelope prima ancora che una protagonista della letteratura mondiale, Margaret Atwood, fissasse in un famoso romanzo tragico “il punto di vista  femminile” con la sottolineatura dei soprusi subiti dalle donne; posso scriverlo perché proprio per l’8 marzo 2021 il mio Comune d’origine, dove svolgo le funzioni di assessore alla cultura, ha proposto insieme al Coordinamento teatrale trentino, l’opera della Atwood “Il canto di Penelope”, pubblicato nel 2005. Ci inchiniamo all’arte della scrittrice canadese, ma anche alla sapienza preveggente di Malerba, di cui qui proviamo a riferire.

 

Ulisse – racconta lo scrittore - approda sulla sua “petrosa” isola sotto i panni di un mendicante, si rivela al figlio Telemaco e alla vecchia nutrice Euriclea, ma non a Penelope. Lei l’aveva subito riconosciuto, ma Ulisse ostinatamente si nega alla moglie. Vorrebbe così indagare disinvoltamente sulla vita della consorte dopo vent’anni di assenza, capire se l’ha tradito o dimenticato. Ulisse ai nostri occhi fa una meschina figura, mentre quella di Penelope svetta in alto. È lei l’eroina, la nobile e nuova protagonista degli eventi. Così la penna di Malerba riscatta la Penelope omerica dalla marginalità succube in cui sono relegate solitamente le donne nei poemi epici. Lei frena i sentimenti che la spingerebbero subito tra le braccia dell’avventuroso compagno: resiste, vuole vedere il suo gioco, fargli scontare la mancanza di fiducia verso di lei. “Tutti sappiamo fingere e spesso la menzogna è conveniente e onesta, ma io mentisco solo per necessità e non per il piacere di mentire come Ulisse” rivela Penelope.

 

Non c’è arroganza in lei, la sua è una dolorosa prova d’orgoglio e di riscatto: l’astuto Ulisse, l’ eroe per eccellenza nella contesa omerica, che - dopo aver lasciato le mura bruciate di Troia - ha scorrazzato dieci anni per mari, terre e amori lontani, pretenderebbe di verificare la fedeltà muliebre. È questo il livello del suo valore? Penelope lo perdonerà, aggiungendo: “… ma il mio perdono non pagherà le mie sofferenze ormai alte come la più alta montagna d’Itaca”. E Ulisse riporrà la sua baldanza. Rimarrà ad Itaca per sempre – come risuona nel titolo del libro - coprendosi al calore delle coltri coniugali. E contro le tentazioni vagabonde, sarà un “re scalzo”. Sì, privo di calzari, ripeterà solennemente: “Resterò ad Itaca per sempre, gli dei mi sono testimoni”.

 

Di quanti uomini scalzi, e disarmati, c’è ancora bisogno? Lo ripetiamo anche noi insieme a Malerba per questa giornata internazionale della donna 2021; e vorremmo farlo insieme a tutte le donne e gli uomini di questo mondo.

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