Trentino Love Fest, il flop è servito. Non era meglio dare 20 euro a tutti i presenti e avanzarne 200mila per gli alluvionati dell'Emilia Romagna invece che pagare tutto ciò?
Direttore de il Dolomiti
Diciamolo pure, è stato un mezzo disastro. O meglio, se fosse stata una cosa organizzata da dei privati, per creare movimento, per fare un po' di colore, per fare quello che gli andava di fare, ci poteva pure stare. Il problema è che questa cosa è stata voluta, griffata, pagata dalla Provincia e quindi da tutti i trentini e allora il flop non si può nascondere.
Stando anche ai dati degli organizzatori, non più di 15mila persone sono passate in tre serate di eventi, con prezzo d'ingresso a 2,5 euro, alla Music Arena. Il colpo d'occhio è stato per lo più imbarazzante. Una spianata enorme a disposizione di poche migliaia di persone, mentre sul palco si alternavano gli artisti (non tutti perché il Trento Love Fest è riuscito a farsi dare buca da Le Vibrazioni presentati come il non plus ultra del pop italiano alla conferenza stampa di lancio). Unica nota di merito: l'organizzazione che va detto, ha gestito bene quel che c'era da fare tra steward, forze dell'ordine, sanitari, cartelli che guidavano alla Music Arena sin dalla tangenziale, un'area parcheggi all'altezza.
Il tutto per la modica cifra di 500 mila euro. Soldi pubblici, quindi, qualcuno dirà 'chisseneimporta' tutto sommato. D'altronde il claim dell'evento era: Trento Love Fest ''il più grande festival a scopo benefico mai realizzato in Trentino, nell'incredibile cornice della Trentino Music Arena. Sul palco si esibiranno i migliori artisti italiani del mondo hip hop, trap e pop''. A voi giudicare quanto c'era di vero in questo spot pre-manifestazione.
E adesso viene il brutto, il bruttissimo. C'è da calcolare quanto davvero si potrà mandare alla popolazione alluvionata dell'Emilia Romagna, perché questa è stata la scusa scelta per dare un senso alla Music Arena di fine legislatura ferma da più di un anno: la solidarietà. Si è promesso 10mila persona ogni sera. Alla fine stando agli organizzatori saremmo a ''quasi 3.000'' la prima sera, ''quasi 3.000'' la terza sera (ma i dati vanno aggiornati alle 2 di notte) e ''oltre 8.000 la seconda serata''. Noi ne abbiamo visti di meno, sempre, ma è chiaro che non si possono contare uno ad uno e allora stiamo ai dati ''ufficiali'' e aggiungiamogliene pure 1.000 considerando ''pieni'' quei 3.000, risultato 15.000.
A questo punto se anche tutto quel che si è guadagnato lo si mandasse all'Emilia Romagna (cosa che non sarà perché dai 2,5 euro di ingresso andranno decurtati Siae e tasse varie) si parla di non più di 37mila euro. Averne spesi 500mila per tirarne su 37mila è qualcosa che solo nel Trentino di Fugatti si poteva anche solo immaginare di fare. Roba che se regalavamo 20 euro a tutti quelli che sono entrati alla Music Arena in queste tre serate (per sentirsi contenti forse non bastano, ma sono 10 volte il prezzo del biglietto) si potevano ancora consegnare 200mila euro all'Emilia Romagna. Non tanti, comunque, perché quando ti muovi per realizzare ''il più grande festival a scopo benefico'' devi raggiungere svariate centinaia di migliaia di euro se non i milioni (a Campovolo sono stati tirati su 2,5milioni di euro per l'Emilia Romagna di cui 1,8 milioni dai biglietti anche perché i più economici partivano da 49 euro, d'altronde la solidarietà non la si fa con le monetine ma vanno previsti soldi veri e magari anche uno spettacolo all'altezza).
Invece i soldi dei trentini è stato meglio darli ai vari cantanti che si sono succeduti su quel palco (alcuni maestri di vita come quelli della seconda serata con la Trap QUI PER APPROFONDIRE) e a chi ha organizzato l'evento (che vendendo le birre a 7 euro e gli hamburger a 8 sicuramente ha fatto anche qualche bel guadagno che ''nel più grande festival a scopo benefico mai realizzato in Trentino'' ci si poteva anche aspettare devolvesse a scopo benefico, ma a quanto pare non sarà così). Vabbè, il Trentino ormai è questa roba qui. Venghino siori, venghino!