Rapito dalla Montagna anni fa, pratica escursionismo, percorre vie ferrate e frequenta qualche falesia e palestra di roccia.
Da amante della montagna e come musicante dilettante, ho sempre sostenuto che “cortocircuitare” esperienze e competenze, ovvero trovare insolite interconnessioni tra mondi apparentemente lontani quali possono essere il funk e Messner, spesso si ottengono risultati inaspettati e innovativi. Ero incappato in questo gruppo trentino (Les Jeux Sont Funk) nelle mie scorribande musicali alla ricerca di nuove sonorità e nuovi “ crossover”, ovvero contaminazioni tra generi diversi. La Irma Records (casa discografica per cui incidono) è sempre stata una garanzia di qualità, ed infatti, questo nuovo lavoro ne è la conferma.
Ma la contaminazione tra il modo della montagna ed il genere che fin da piccolo mi ha rapito a spese del rock e del pop (che più di tanto non mi hanno mai entisiasmato), ovvero il funk, con cui sono cresciuto fin dagli anni’70, hanno solleticato la mia curiosità.
Les Jeux Sont Funk (“Fedeli alla linea di basso” come si autodefiniscono), vengono da Trento e come principio ispiratore hanno il groove, ovvero l'astratta energia che sprigiona il movimento del corpo. Nel 2016 hanno pubblicato l'album Erasing Rock con la storica etichetta indipendente bolognese Irma Records, riunendo tre anime – acustica, elettronica e digitale – in un percorso che toccava sonoritá Sixties, musica dance e funk nelle sue molteplici manifestazioni.
Nel 2021 entrano nel roster dell'etichetta statunitense Color Red, che sta rapidamente diventando un punto di riferimento per gli appassionati di funk e soul a livello globale. Con Color Red pubblicano i singoli "Spike Lee", "A Tribute To The J.B.'s", la cover di Bollywood "Hum Tumhe" e il remix di Tiger HiFi "Hash Pipe", ottenendo airplay su alcune delle principali stazioni americane, tra cui KCRW (Los Angeles, CA) e KNKX (Seattle, WA). Sempre nel 2021 partecipano alla finale nazionale di Arezzo Wave Love Festival. Il nuovo EP Bergweh segna il loro ritorno alla casa madre Irma Records. L'obiettivo è quello di ottenere un sound a cavallo tra estemporaneitá live e tecnologia digitale, con un piede rivolto alle band funk degli anni '60 e '70, l'altro piede sulle tracce del caleidoscopio emotivo del soul e un terzo piede (cyborg) tentato dalle seduzioni della scena elettronica.
Bergweh è ispirato alla montagna e all'alpinismo. Più precisamente, il titolo dell'EP richiama il desiderio della montagna, che viene qui declinato attraverso quattro brani a tema. Così come un rilievo montuoso appare diverso a seconda del punto di osservazione, la passione per la montagna può assumere molteplici facce: un'esperienza oltre i propri limiti, un'avventura nell'ignoto, la ricerca della solitudine, la sensibilitá ambientale, una fuga dalla città verso uno spazio non definito dai ruoli e le gerarchie della vita quotidiana.
C'è poi chi in montagna ci vive o ci lavora, chi cura il suo delicato ecosistema con la propria fatica. Dalle sorti della montagna dipendono anche quella della pianura e delle città: in quanto riserva di acqua e fonti energetiche, indicatore dello stato dell'ambiente, serbatoio di ossigeno e di legna, la montagna ricopre un ruolo cruciale per la vita sul pianeta.
L'EP Bergweh costituisce un tentativo di tradurre in suono questa passione da parte di musicisti che, pur vivendo a stretto contatto con le montagne, hanno sempre rivolto la loro attenzione ai suoni cosmopoliti dell'elettronica e all'energia della musica funk.
Passo rapidamente ad illustrare i 4 brani: ognuno di essi disegna una visione insolita e profonda, una nuova luce tra musica che esce dallo stereotipo del coro della Montagna /con tutto il rispetto...) e le Terre Alte. Chi ama la Montagna, l’alpinismo e la Musica, troverà sicuramente interessante questo esperimento.
1. Bergweh
La title track richiama certe atmosfere anni '70, da Stevie Wonder a classici come "Midnight at the Oasis" di Maria Muldaur. La trasposizione di quel sound in chiave elettronica, tradendo un'apparente incongruenza, sottolinea il cambiamento di ambientazione: dall'oasi nel deserto alle Alpi, ricoperte – per quanto ancora non sappiamo – di giaccio. Eppure, in entrambi i luoghi, il ruolo chiave è dato dall'acqua.
Bergweh è una di quelle ingegnose parole tedesche che in italiano risultano difficilmente traducibili se non attraverso una perifrasi. Sulla falsariga di termini più comuni quali Heimweh o Fernweh, essa indica il desiderio o la nostalgia della montagna. Noi cittadini – perché Trento in fondo è una città poco sopra il livello del mare – ammiriamo la maestosità delle montagne dal basso, mentre camminiamo per strada o ci affacciamo a una finestra. In un giorno qualunque, è facile trovarsi a fantasticare di salire una di queste cime, disegnando mentalmente percorsi lungo le pareti, immaginando gli ostacoli celati da uno sperone di roccia, progettando percorsi ad anello. Forse, dall'alto di una vetta potremo finalmente vedere le cose con la giusta prospettiva.
2. Messner (A Little Bit Higher)
Reinhold Messner è indubbiamente uno dei più grandi alpinisti della storia. Egli però ci interessa soprattutto per il suo pensiero, e in particolare per le sue acute riflessioni sui limiti umani in condizioni ambientali estreme. Ci preme poi ricordare che Messner è stato tra i primi a propugnare un approccio all'alpinismo centrato sul rispetto per l'ambiente e le popolazioni locali. Non a caso, egli ha spesso criticato il nazionalismo, la competitivitá spinta e il narcisismo che hanno guidato certe spedizioni in favore di una visione cosmopolita, partecipata e rispettosa delle diversitá.
Un'impresa alpinistica straordinaria necessita di un racconto all'altezza che la renda memorabile. Il brano "Messner (A Little Bit Higher)" si ispira proprio a quel tipo di reportage, di cui Messner è un maestro indiscusso, mirando a catapultare il lettore nei panni di chi sta vivendo sulla propria pelle un'avventura ad alta quota.
Il brano inizia con effetti sonori che ci trasportano sulla catena himalayana, o forse sul Cerro Torre in Patagonia. L'armonia ciclica del Mellotron, su cui è fondata l'intera composizione, trasmette una certa nostalgia per un tipo di esplorazione che forse oggigiorno non è più possibile o non è semplicemente concepibile, poiché ci sembra che tutti gli angoli del nostro pianeta siano ormai stati svelati. Il testo del brano, l'unico non completamente strumentale, è ispirato a un'intervista, in cui l'alpinista sudtirolese spiega che non gli interessano tanto i record, quanto l'unicitá delle sue esperienze e gli insegnamenti che da esse se ne possono trarre. Il vocoder, i sintetizzatori e il clavicembalo attribuiscono un preciso riferimento storico a questa nostalgia: i tardi anni '70 e i primissimi anni '80, con l'elettronica di Kraftwerk e Yellow Magic Orchestra e le colonne sonore di John Carpenter e Giorgio Moroder. D'altro canto, il beat e la linea di basso, misurata ed essenziale come in un singolo dei Meters, riportano a sonoritá più tipicamente funk.
3. Crevasse
Il rischio in montagna è prevedibile solo fino a un certo punto, cosa che vale anche per la nostra vita quotidiana: una cosa è illudersi di eliminare completamente il rischio, un'altra è cercare per quanto possibile di tenerlo sotto controllo pur non rinunciando a vivere pienamente. Certo, in montagna, a maggior ragione in situazioni estreme, il rischio è amplificato dalle difficoltá insite nel contesto. Citando Reinhold Messner, "L'alpinismo consiste precisamente nel fare cose pazze, ma non nel morire. Cioè, cercare di controllare il rischio, essere in grado di superare le avversitá, ritirarsi in caso di estremo pericolo".
"Crevasse" (crepaccio) allude alla ricerca del brivido per sentirsi vivi, al desiderio di sporgersi per vedere con i propri occhi la profonditá senza fine di un precipizio. D'altronde, affrontare di petto le proprie paure può rivelarsi la soluzione migliore per affrancarsene.
Il clavicembalo e la musica barocca, anche attraverso la mediazione di certe colonne sonore italiane degli anni '70 (Stelvio Cipriani, Ennio Morricone, Piero Umiliani, Claudio Simonetti e i Goblin, il meno conosciuto ma altrettanto sorprendente Mario Molino), esprimono un senso di malinconia e, insieme, di energia vitale difficile da tradurre in parole. Non a caso, uno strumento che ha molte affinitá timbriche con il clavicembalo, il clavinet, ha fornito il groove di base ad alcuni dei brani più funk di quegli anni, grazie per esempio a Stevie Wonder e Rufus. "Crevasse" riprende quel senso di malinconia, insieme al gusto per la paura (in molte colonne sonore, il clavicembalo accompagnava scene horror), e lo esaspera grazie a un beat intenso e inesorabile.
4. K2
Noi italiani abbiamo sempre nutrito un rapporto speciale con questa montagna. La celebrata spedizione del 1954, in cui il ruolo cruciale di Walter Bonatti fu riconosciuto con enorme ritardo, appartiene a un'altra epoca eppure suscita forti emozioni ancora oggi. Così come ha emozionato la prima ascensione invernale di Nirmal Purja con altri nove scalatori, tutti nepalesi, nel 2021: un'impresa da molti considerata impossibile, che ha sancito il valore di un popolo, gli sherpa, che ha vissuto spesso all'ombra delle grandi spedizioni organizzate.
Il brano è dedicato alla montagna in sé, alle promesse di avventura racchiuse dal suo nome (nato da un errore, poiché per un tempo fu considerata la seconda cima del Karakorum).
Questo è il brano più esplicitamente funk, governato dall'inizio alla fine dalla linea di basso mentre gli altri strumenti – chitarra elettrica, piano elettrico, clavinet, percussioni – si intrecciano punteggiando il groove. Il synth esegue delle frasi di fiati come se ne incontravano nei primi dischi di Prince. Nella seconda parte del brano, una linea ostinata di sax tenore porta, gradualmente e in crescendo, all'intervento del flauto traverso che annuncia lo special finale.
Credits:
Carlo Nardi - Tutti gli strumenti (tranne dove indicato)
Michele Bazzanella - basso elettrico e synth solo in "Messner (A Little Bit Higher)"
Artwork: Marco Ricci @ Reifeströmung
Mixing + audio mastering: Carlo Nardi @ SoundMusicProduction
Prodotto da Les Jeux Sont Funk
Lo potete trovare su: Spotify - YouTube - Beatport - Juno - Traxsource - Irma Records - Les Jeux Sont Funk
Ed inoltre: https://youtu.be/Gdu1q7cnIBc?list=OLAK5uy_mfcVjtpduvPWPWu94VSZkcer-PNjsJ574