Il Mistero della Diavolezza
Rapito dalla Montagna anni fa, pratica escursionismo, percorre vie ferrate e frequenta qualche falesia e palestra di roccia.
Giovanni Segantini, Claudio Abbado, Friedrich Nietzsche, Arthur Schopenhauer, Immanuel Kant, Karl Kraus, Hermann Hesse, Thomas Mann, Rainer Maria Rilke, Albert Einstein...Cosa hanno in comune un pittore divisionista italiano, un direttore di orchestra e molti filosofi e scrittori tedeschi del XIX secolo?
In realtà, ciò che lega questi personaggi sono un’incantevole ambientazione comune e un’antica leggenda resa immortale da giganti rocciosi che arrivano fino a 4.000 metri di altezza e ne custodiscono il segreto.
Un 'rapimento' in uno scenario fiabesco al quale non hanno saputo resistere pensatori di ogni tempo, sportivi e semplici escursionisti colpiti dalla magia dei luoghi. Procediamo però con ordine, perché questo racconto è affascinante e vale la pena indagarlo lasciandosi trasportare nel tempo.
Siamo in Alta Engadina, nel Canton dei Grigioni, in Svizzera, appena al di là del confine con l’Italia. Uno scenario maestoso, circondato da vette alpine tra le più conosciute: il Piz Palü, il Piz Bernina, il Piz Roseg, il Piz Morteratsch, il Piz Corvatsch e altre cime accomunate da alcuni tra i più grandi ghiacciai delle Alpi.
Un’area dove è possibile praticare ai massimi livelli tutte le nuove attività sportive outdoor: dalla mountain bike al downhill, dalle ferrate alle arrampicate, dal kitesurf allo snowskate, dallo sci al pattinaggio, dai trekking più impegnativi alle passeggiate più rilassanti.
A giugno 2017 tre aziende di impianti di risalita si sono unite per offrire a tutti la possibilità di accedere al massiccio del Bernina da versanti differenti in modo semplice e senza ostacoli, sia d’estate che d’inverno. E così pure le tre figure simboliche che rappresentano questi comprensori: il Corvatsch, il grande corvo, scaltro, sorprendente e libero come il vento; la Diavolezza, una fata diabolica passionale, ardente, algida e tremendamente bella come il fuoco sulla neve; infine il Lagalb, il Lago Bianco, magnifico e avventuroso come l’acqua e il ghiaccio.
Il nostro obiettivo è quello di svelare attraverso alcuni tra le decine di itinerari da percorrere, la bellezza di questi luoghi e un racconto diabolico e affascinante, quello della Diavolezza appunto, legato a filo doppio ad un’altra leggenda della zona, vale a dire quello del Morteratsch.
Sono stati tre giorni di camminate ma anche di 'deviazioni culinarie' che vale la pena vivere facendo base in uno degli hotel più belli e affascinanti della zona: il Grand Hotel Kronenhof di Pontresina, una delle più importanti testimonianze neo-barocche dell’arco alpino dal punto di vista storico-architettonico, classificato come monumento nazionale svizzero e per questo tutelato dal Ministero dei Beni Culturali.
I sontuosi interni del Grand Hotel, a pochi chilometri da St. Moritz, con vista sul ghiacciaio Roseg, ricordano vagamente quelli dell’Overlook Hotel del film 'Shining' di Kubrik, ma senza l’aspetto inquietante del giallo di Stephen King.
Costruito nel 1848 per il nascente turismo montano internazionale, venne più volte ristrutturato e ampliato anche in occasione del doppio appuntamento con le Olimpiadi Invernali che qui si tennero nel 1928 e nel 1948.
Straordinario, se non unico, l’antico nucleo originario – visitabile ancora oggi – costituito da una cantina di vini eccezionali e caratterizzata da due enormi tini e decine di paia di sci in legno dalla fine ’800 abbandonati dai primi pionieri dello sci alpino che in questa struttura soggiornarono.
Oggi è un lussuoso hotel 5 stelle Superior, considerato uno dei migliori wellness hotel di lusso al mondo, con un’area Spa tra le più grandi delle Alpi (oltre 2.000 metri quadri) e che offre ai propri ospiti una cucina molto ricercata, oltre al meglio dei servizi della sua categoria.
Con il fido Nick Ravannah a bordo della nipponica Rifattona (la mai vecchia auto), varchiamo indomiti il confine italo-svizzero dalla Val Monastero, che parte da Glorenza in Val Venosta attraverso bucolici scenari alpini.
Attraversiamo la Val Mustair e imprechiamo contro i necessari ma fin troppo numerosi lavori stradali che rallentano notevolmente la calata di noi 'barbari' verso la scintillante e 'lussuosa' area di St. Moritz, e precisamente a Pontresina, dove ci fermeremo per tre giorni per indagare su queste misteriose leggende, e ovviamente per scarpinare e arrampicarci su qualsiasi cavo in acciaio a nostro tiro.
ITINERARI
Il primo intinerario descritto è stato percorso al contrario rispetto a quello segnalato dalle varie guide per poter così aggiungere una variante più adrenalinica che inizia a qualche chilometro di distanza, lungo la strada che porta al Passo del Bernina.
1) Dalla Via Ferrata Resgia al Romantik Hotel Mouttas Muragl (Pontresina)
Località di partenza
Pontresina, loc. Resgia
Località di arrivo
Romantik Hotel Muottas Muragl
Difficoltà
EE / EEA (solo il tratto in via Ferrata)
Dislivello
+ 900 – 1000 metri
Tempo di percorrenza
5.30 ore
Segnavia
Bianco-blu la via ferrata
Giallo-nero il percorso
Usciti dall’abitato di Pontresina, posteggiamo Rifattona nel parcheggio comunale lungo la strada che porta al Passo del Bernina, in località Resgia, da dove seguendo le indicazioni bianco-blu, in 15 minuti si guadagna l’attacco della via ferrata Resgia.
Una via ferrata divertente, ideale per i principianti perché realizzata con molte cambre in acciaio fissate alla roccia, con cavo 'alla francese' che invita ad utilizzare le mani alla ricerca di appigli.
Indossato il kit con imbrago, longe e caschetto, ci si appresta ad affrontare la ferrata: un’ora e mezza di arrampicata che riserva anche un breve ponte tibetano, scalette strapiombanti, un tratto con una leggera esposizione di 15 metri su uno spigolo liscio e, infine, una strana ragnatela in acciaio. Giunti ad un balcone naturale si può osservare in lontananza il maestoso Bernina e i suoi spessissimi ghiacciai che assomigliano ad una valanga cristallizzata e immobile. È li che troveremo la risposta al mistero della Diavolezza.
Tolti imbrago e moschettoni si procede per un quarto d’ora verso il rifugio Alp Languard (2.330 metri). Dopo una meritata sosta per recuperare le energie si riparte imboccando la Via del Clima (Klimaweg), un ripido sentiero a tratti esposto ma assicurato, sotto gli affilati denti della Las Sours (3.048 metri) e del Piz Muragl (3.157 metri), che ci porterà in un’ora e mezza alla Capanna Segantini (2.731 metri), rifugio che prende il nome dal celebre pittore di Arco (Trento) che scelse di vivere gli ultimi anni della sua breve vita (morì a 41 anni) in questa valle.
La Capanna Segantini si trova sulle pendici dello Schafberg, in una posizione invidiabile da dove ammirare sia il massiccio del Bernina sia i laghi dell’Alta Val Engadina. Noi invece, raggiunta la Capanna, dove effettivamente visse e mori il celebre pittore, ci prepariamo alla discesa, sempre lungo la Via del Clima, dove 18 tavole tematiche raccontano i cambiamenti climatici, spiegandone gli effetti già visibili sul fragile ecosistema alpino con l’evidente diminuzione del permafrost.
Godendo di panorami grandiosi si arriva quindi al bellissimo e unico 'energie plus hotel' (il primo nelle Alpi ad avere questa certificazione energetica) Romantik Hotel Muottas Muragl, esistente da più di un secolo ma interamente rinnovato nel 2010, ed ora energeticamente autosufficiente.
E' in questo luogo che pensatori come Nietzsche, Schopenhauer, Kant, Kraus, Hesse, Mann, Rilke, Einstein e molti altri hanno scelto di ritirarsi e trovare nuove ispirazioni, nella pace e nel silenzio degli alti pascoli, con una vista impareggiabile sui 5 principali laghi della Val Engadina, dominati in alto dai possenti ghiacciai della vedretta di Pers ai piedi del Bernina.
In questo Romantik Hotel è possibile non solo degustare ricercati piatti engadinesi, ma anche dormire in una delle 16 modernissime stanze con terrazza affacciata sulla valle. Chi invece vorrà completare questa prima tappa godendo delle sculture contemporanee presenti attorno all’hotel, ispirate dal tema del tempo e dell’acqua, o percorrere le numerose varianti ai sentieri dei filosofi, sedendosi sulle panchine della meditazione per carpire l’atmosfera sospesa e sottilmente diabolica di queste montagne, potrà farlo fino a notte inoltrata, scendendo a piedi alla luce della frontalina tra i boschi di larici o con la cremagliera elettrica di Punt Muragl, un caratteristico mezzo realizzato nel 1907, meno impattante rispetto ad una funivia tradizionale, che riporterà al paese di Pontresina.
2) La Via Gastronomica: dalla funivia Corvatsch Sils a Sils Maria
Località di partenza
Stazione a valle funivia Corvatsch Sils
Località di arrivo
Sils Maria (Bar La Passerella)
Difficoltà
T / E / EE a seconda dell’itinerario scelto
Dislivello
+ – 900 metri (Piz Chüern)
Tempo di percorrenza
1.30 ora (a piedi da Sils Maria) + 2 / 5.30 ore a seconda dell’itinerario scelto
Segnavia
Giallo-nero
La seconda tappa è dedicata alla Via Gastronomica. Un connubio di passi e portate che si snoda verso la Val Fex, proponendo vari itinerari e tre ristoranti in cui sostare. Una camminata in quota che è possibile affrontare anche in assoluta comodità acquistando in un’unica soluzione la risalita in funivia alla Furtschellas e i tre pasti principali nelle tre successive tappe.
Il percorso parte dalla stazione a valle del Furtschellas, in alternativa si può risalire a piedi in 1.30 ore attraverso fitte abetaie e gioendo della splendida vista sul lago di Silvaplauna e sul lago di Sils. Alla stazione intermedia si trova il primo ristorante: La Chüdera, vera chicca per i buongustai a quota 2.312 metri, con piccolo parco giochi e mini-zoo per i più piccoli.
Chi vorrà intraprendere i numerosi trekking in libertà, dopo aver risalito fino al ristorante La Chüdera per una gustosa e ricca colazione o un antipasto, potrà decidere, in base alla propria resistenza, di percorrere la Wasserweg (via dell’Acqua), aggirando numerosi laghetti dalle acque cristalline, oppure la Panoramaweg (via Panoramica) che costeggia in quota il grande lago di Silvaplauna.
Noi seguiremo invece la Via Gastronomica, scegliendo tra la variante che si spinge nei meandri più interni della Val Fex, fino al lago Sgrischus e su al Piz Chüern (2.689 metri), oppure la variante più breve che passa per il Marmorè.
La Val Fex è una straordinaria valle sospesa nel tempo, dove è vietata la circolazione delle auto ma che si può percorrere sia a piedi sia con le carrozze a cavallo che stazionano a Sils Maria, punto di arrivo del nostro itinerario.
I percorsi sono semplici e ben segnalati, adatti a molteplici esigenze: dal più breve e comodo, praticamente una discesa a fondo valle, a quello più lungo e remunerativo per i più allenati.
Qualsiasi sia il percorso seguito – variano dalle 2 alle 5 ore con 400 - 500 metri di dislivello – il punto intermedio è costituito dall’Hotel Sonne Fex a Crasta, antica locanda con le caratteristiche decorazioni esterne a 'sgraffito', nei cui pressi si trova una piccola cappella che racchiude un segreto inaspettato e grandioso per gli amanti della musica classica: la tomba del Maestro Claudio Abbado, anche lui evidentemente rapito dalla bellezza infuocata della Diavolezza, che aveva eletto Sils Maria, l’abitato sottostante, come sua ultima dimora.
Ora giace in una sobria tomba nel camposanto attiguo a questa minuscola cappella nella valle che più amava, lontano dai clamori del proprio successo.
La fame si fa sentire, sono passate varie ore di saliscendi su coste erbose in vista del ghiacciaio del Tremoggia, quindi, dopo aver incontrato mucche di inaspettate dimensioni, che quasi minacciose sorvegliano decine di vitellini, ci si dedica alla seconda pausa culinaria di questa Via Gastronomica, quella principale.
Al ristorante dell’Hotel Sonne Fex sono presentati piatti tipici della cucina engadinese e valtellinese (dai pizzoccheri, ai rösti nelle varie combinazioni, dai risotti pere e gorgonzola alle carni svizzere) e nella lingua che vorrete (italiano, tedesco, francese, inglese e spagnolo).
A pancia piena, si sa, si cammina poco. Per fortuna manca solo mezzora al termine di questo secondo itinerario. Attraverso altri pascoli punteggiati da pecore brune si scende all’abitato di Sils Maria, dove, nella piazza principale, alla locanda Passerella ci aspetta un’ampia scelta di torte fatte in casa che pongono la parola fine al nostro errare.
Ma un’ultima sorpresa ci aspetta prima di tornare al Grand Hotel Kronenhof: è in questo piccolo paese che troviamo la casa dove passava le estati il grande filosofo Nietzsche tra 1881 e il 1888, e dove, al tavolo di legno della sua stanza, scrisse i primi tratti della sua opera più illustre, 'Così parlò Zarathustra'. Dell’Alta Engadina scrisse pure che era questo il posto dove avrebbe voluto morire, dove l’aria e la natura lo avevano affascinato in poco tempo.
Nel 1960 la casa venne trasformata nel Museo 'Casa Nietszche' e vi si conserva una vasta documentazione di foto, lettere, documenti e manoscritti originali. Sils Maria è un incantevole paesino che oltre ad essere amato dai grandi personaggi che abbiamo visto, è stata location principale dell’ omonimo e premiato film 'Sils Maria', con Juliette Binoche, presentato a Cannes nel 2014 con nomination alla Palma d’Oro.
3) La Diavolezza e la Ferrata Piz Trovat
Località di partenza e arrivo
Bernina-Diavolezza, stazione a valle
Difficoltà
EE / EEA
Dislivello
+ 1053 –1250 metri
Tempo di percorrenza
2.30 ore + 1.30 ore di Via Ferrata Piz Trovat + 5 ore per la traversata del ghiacciaio Morteratsch
Segnavia
Bianco-blu la via ferrata
Giallo-nero il percorso
Con questo itinerario vi sveliamo l’antica leggenda che ha segnato il nome a queste montagne superbe.
L’impegnativo anello escursionistico può essere suddiviso in due parti, oppure accorciato attraverso l’utilizzo della Funivia della Diavolezza. Per i buoni camminatori si parte dal parcheggio della stazione a valle della funivia e si seguono le indicazioni per il Berghaus Diavolezza su strada sterrata.
Dopo circa un’ora si arriva sulle sponde del lago della Diavolezza, dove si abbandona la sterrata per imboccare il sentiero che sale a sinistra con strappi alternati a tratti in falsopiano. Con una ripida scalinata formata con delle assi posizionate sul terreno si raggiunge l’ampia conca del Diavolezza. Si procede lungo il sentiero che passa di fianco a una piccola lingua di ghiaccio (è protetta da teli per cercare di preservarne il fondo per la stagione sciistica successiva).
Una volta arrivati alla sella, si apre uno spettacolo che ci lascia attoniti, rapiti dalla bellezza dello spettacolo 'glaciale' che si apre davanti a noi: la Vedret da Pers che scende sotto le imponenti cime del Piz Palü e le altre vette del Bellavista, Crest’Aguzza e di Sua Maestà Piz Bernina con l’inconfondibile 'Biancograt', il sinuoso crinale di ghiaccio che lo percorre su un fianco e del quale ne è l’immagine più nota.
Siamo sulla bella piattaforma del Ristorante Diavolezza, che segue l’andamento della gigantesca morena, simile ad un mare increspato, con fitte crepe e fiumi di detriti che testimoniano lo scorrere del tempo. Siamo nel cuore di uno dei ghiacciai più grandi delle Alpi, composto da due gigantesche vedrette (Pers e Morteratsch) che confluiscono in unica lingua dopo aver circondato l’Isla Persa che con i suoi 2.720 metri sembra quasi sperduta in questo autentico mare di ghiaccio.
Ma la giornata è lunga: scendiamo leggermente di quota seguendo le indicazioni bianco-blu e arriviamo all’attacco della Via Ferrata Piz Trovat.
Indossate le attrezzature, scegliamo la variante medio-facile (K2-3 della scala svizzera), infatti la difficile (K5 -6) richiederebbe troppe energie a scapito del resto della giornata. La ferrata comunque, pur se quasi eccessivamente caratterizzata da cambre e maniglie, offre continui punti di osservazione privilegiati sul vicino Piz Palü e sul Bernina. Raggiunta la cima a 3.146 metri, dopo circa un’altra ora e mezza, scendiamo 'comodamente' su petraie tenendo a vista il terzo protagonista della zona, il Lagalb, con la sua perla costituita dal grande lago Bianco (2.234 metri), dove si possono praticare, come sul lago di Silvaplauna, il kitesurf e in inverno lo snowskate, lo snowkite e il pattinaggio.
Ripassiamo dal Berghaus Diavolezza, pronti per la traversata del ghiacciaio del Morteratsch. Volendo si può dormire al Berghaus Diavolezza per osservare la volta celeste stellata, in quota, e udire il lamento della bella diavolessa per la perdita del suo amato.
Qui è possibile trovare guide alpine per entusiasmanti escursioni sui ghiacciai circostanti: da quelli facili, il Munt Pers e il Sass Queder, a quelli più impegnativi, il Piz Palü. Attraverso lingue di ghiaccio, la punta rocciosa dell’'isola perduta' (Isla Persa) e l’ampio braccio del ghiacciaio del Morteratsch, si raggiungono le morene laterali e il rifugio Boval.
Costeggiando le morene laterali si arriva alla bocca del ghiacciaio e da lì alla stazione ferroviaria di Morteratsch. Infine, approfittando del celebre trenino rosso del Bernina, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, si raggiunge la macchina al parcheggio della funivia.
Finestre di approfondimento
La leggenda della Diavolezza e di Morteratsch
C’era una volta ai piedi del Bernina, un pascolo abbondante con tanti pastori e bestiame. Teresa e Aratsch, lei figlia di un ricco agricoltore dell’Engadina, e lui un giovane pastore, si erano perdutamente innamorati e avrebbero voluto sposarsi. Ma il padre della fanciulla proibì il matrimonio perchè avrebbe voluto un genero benestante e il povero Aratsch, disperato, se ne andò all’estero, arruolandosi nell’esercito. Divenuto un fiero ufficiale, fece ritorno a casa per chiedere di nuovo la mano di Teresa, chiamata la Rosa della Montagna per la sua bellezza, ma scoprì che la ragazza era ormai morta di crepacuore. Disperato, si diresse verso il ghiacciaio e non fece più ritorno.
Da quel momento, nella sua malga sull’alpe, un vecchio pastore cominciò a sentire di notte il fantasma di Teresa gridare disperatamente: “Mort ais Aratsch, Mort ais Aratsch!” (Aratsch è morto!), alla ricerca dell’amante perduto.
Così, quando tempo dopo lasciò la malga ad un giovane pastore, gli consigliò di non disturbare mai quel fantasma che sembrava far produrre alle mucche più latte. Il giovane, però, ignorò il suggerimento, e una notte seguì il fantasma della ragazza che, indispettita, scomparì nella bufera. Anche quel giovane sparì e così tutti cacciatori che si avventuravano a cercare la bella 'Diavolezza' con l’intento di spiarla al bagno nel lago in quota.
La fata dalla chioma fiammeggiante non si diede ancora pace, e con una maledizione fece avanzare il ghiacciaio ricoprendo di ghiaccio e detriti l’intero alpeggio fino a valle. Solo a quel punto abbandonò quella landa ormai desolata gridando “Davent dal Munt dal Pers” e non fu ma più rivista.
Questa storia si tramandò per generazioni e attribuì il nome al bell’alpeggio situato nella conca del gruppo del Bernina: l’Alp Morteratsch.
Il maggiore pittore divisionista italiano: Giovanni Segantini
Giovanni Segantini era un pittore vissuto nella seconda metà dell’800, che dedicò la sua pittura simbolista, eseguita con la allora nascente tecnica divisionista, ai mistici scenari alpini della Val Engadina, con olii narranti di scene di nascita, vita e morte ambientati in una natura montana forte e selvaggia, ma anche solare e serena, in una costante ricerca di senso alla sua tormentata interiorità che trovasse nella Natura incontaminata una risposta a lungo cercata nel cuore delle Alpi.
La tomba di Segantini si trova nel piccolo cimitero di Maloja, località a valle del lago di Sils. Per chi volesse approfondire, a St. Moritz esiste il Museo Segantini con la più grande collezione di opere dell’artista italiano.
NOTIZIE UTILI
Si consiglia di visitare i seguenti siti per le numerose possibilità di pernottamento, attività, eventi, escursioni a piedi, in mountain bike o sugli sci.
Engadin St. Moritz Mountains AG
Via San Gian 30
CH-7500 St. Moritz
tel.+41 (0)81 830 00 00
media@mountains.ch
www.mountains.ch/it
www.engadin.stmoritz.ch/montagne
Corvatsch AG
Via dal Corvatsch 73
CH-7513 Silvaplana
tel. +41 (0)81 838 73 73
info@corvatsch.ch
www.corvatsch.ch